venerdì 8 marzo 2013

Krautrocksampler




Krautrocksampler

Guida personale alla Grande Musica Cosmica
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di Julian Cope
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saggio, 206 pag. + 16 pag. colori
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traduz. di Luca Fusari
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€ 15,00

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Lain edizioni
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Aspettavo questo libro da dieci anni.

Non che sia rimasto attaccato alle tende, trattenendo il respiro, per tutto questo tempo...
Però ogni qualvolta mi accingevo ad ascoltare un album di uno dei miei adorati gruppi crucchi dei Seventies, oppure ogni volta che naufragavo in rete alla ricerca di nuove informazioni sul "kraut rock", pensavo a come sarebbe stato bello se una casa editrice italiana avesse finalmente tradotto il libro di Julian Cope.

E pochi giorni fa, finalmente!, è successo.
La mia copia di “Krautrocksampler” è già bella vissuta, nonostante la possegga da pochi giorni. L'ho già sfogliata fino alla nausea, letta interamente tre volte, mostrata orgogliosamente a chiunque, portata a spasso nello zaino, in ufficio, ne ho scannerizzata la copertina, ci si è fatta le unghie la Micia...
Contrariamente al mio usuale feticismo, questa volta voglio usare il libro, strapazzarlo ben bene, consultarlo e fare le orecchie alle pagine. L’ho aspettato troppo per non maltrattarlo un po’ e poi ora so che, se proprio ne volessi una copia da imbustare, non devo pagarla 200 dollari su ebay!

Non esisteva, fino ad oggi, un’opera organica in italiano sul fenomeno del cosiddetto “kraut rock”. Una lacuna insostenibilmente grave che mi ha sempre stupito non poco.
Si trovano in libreria le biografie di qualsiasi idiot-band del pianeta, ma nulla sulle band tedesche che hanno rivoluzionato la musica rock dalla fine dei Sessanta a circa metà Settanta. Inconcepibile!

Beh, finalmente Lain ("costola” di Fazi) si è decisa a tradurre questo libro mitizzato, atteso, citato, fantasticato.
Aspettativa alta? Innegabilmente. Non tanto per l’opera in se’ – che comunque non delude affatto! – ma per il desiderio di poter legger, finalmente in italiano, un libro che parla in modo dinamico di rock tedesco degli Anni Settanta e non la solita “enciclopedia musicale” che a questo fenomeno importantissimo dedica due-schede-due (magari contenenti dati errati o imprecisi).

Julian Cope è un esperto di kraut rock? Sì, assolutamente. Tutto ciò che afferma sul libro è Verità Divina? No certo. Ma è anche questo aspetto a rendere il libro ancora più interessante.
Insomma, non nego di essermi accostato alla lettura con atteggiamento quasi religioso (come quando metti la prima volta sul lettore il nuovo album di una band che ami: sei eccitato e quasi in adorazione, ma mica lo sai ancora se il disco sarà bello o no), ma non per questo ho perso il mio spirito critico.
La lettura è stata gratificante? Al 101%!
E ora parliamo finalmente di “Krautrocksampler”.
Gradita e gradevole l’introduzione del traduttore Luca Fusari – scritta sulle note dello splendido “Neu! 75” – che mi sembra abbia fatto un ottimo lavoro.

Subito dopo ci si gode l’introduzione che, solo pochi mesi or sono, Julian Cope ha redatto appositamente per i lettori italiani. Un’introduzione molto simpatica che dimostra quanto Julian conosca i suoi polli… sappia bene, cioè, dove principalmente si dirigono i gusti (da lui non condivisi) della maggior parte dei colti musicofili italiani che, certamente, leggeranno “Krautrocksampler”. Basti dire che in Italia si sono pubblicate decine di testi sulProgressive, genere detestato dal nostro e, appunto, nessuno sul sublime krautrock.

Il libro è diviso in tre sezioni. La prima, a sua volta suddivisa in nove capitoli, racconta la storia del “kraut rock”, dalle sue origini fino all’inizio del(l'inevitabile?) decadenza. E' una storia raccontata con estrema passione, infarcita di racconti veri, divertenti, buffi o tragici, che punta molto sui protagonisti e sulla MUSICA, più che su opinioni. L'autore non manca di esprimere il suo punto di vista personale, da hardcore-fan, certo, ma il libro non rivolto solo ad altri adepti ed è, soprattutto, molto accurato e documentato. 

D'altronde Julian Cope, in caso di dubbi, ha potuto contare sull'aiuto di Steve e Alan Freeman, due altri mostri sacri in quanto a conoscenza sulla Musica Cosmica Tedesca.
Come è logico che sia, l'autore tralascia alcuni gruppi – anche perché sennò non gli sarebbero bastati quattro volumi, tanto ricca era la scena tedesca all’epoca – focalizzandosi giustamente su quelli che secondo lui sono cardinali, imprescindibili. "Krautrocksampler" non ha infatti - come ricordato poc'anzi - la tipica struttura "enciclopedica" con la quale sono organizzati la maggior parte dei libri musicali editi in Italia.

Julian Cope in questo libro racconta storie di musica, persone, band, etichette, truffe che risultano interessanti per chiunque, non solo per il già-iniziato. Complice uno stile vivacissimo e spiritoso, esagitato e partecipe. Sicuramente le lezioni di Lester Bangs sono state ben recepite. 

Altro dato che rende il libro ancora più gustoso sono i continui riferimenti ad altre scene, altri generi sia passati che presenti; riferimenti che costituiscono una base preziosa - oltreché uno stimolo importante - per la cultura musicale del lettore. Parentele e affinità sono sviscerate e motivate anche quando, limitandosi alla mera apparenza, sarebbe difficile trovarcele. Sicuramente il fatto che Julian Cope sia un musicista che non ha fatto parte in prima pesona della scena Cosmica Tedesca né abbia mai cercato di emulare i suoi idoli aiuta l'obiettività del suo scritto. Il suo racconto non trascura una breve ma azzeccatissima analisi sociologica sulla situazione dei giovani tedeschi del dopoguerra: senza di essa il fenomeno del kraut rock e la sua lenta ma inesorabile ascesa nelle classifiche "pop" tedesche sarebbe di difficilissima comprensione.

La seconda sezione del libro (la prima delle "Appendici") è dedicata, e come poteva non esserlo!, alla compilazione di una 'Top 50 Krautrock'. In ordine alfabetico sono elencate quelle che sono, per l'autore, le 50 migliori produzioni discografiche dell'Era Krautrock. Questa è la parte del libro che consente il solito gioco che ogni buon appassionato di Musica è costretto a fare quando si trova davanti a liste del genere! Si comincia con una scorsa veloce e nervosa seguita da mugolii di approvazione e altrettante esclamazioni di disapprovazione: "Ma scherziamo?! Non ha messo gli Embryo!", "Cooooosa???? Non gli piacciono i Wallenstein?!?", "Ah, grazie al cielo ci ha ficcato almeno il primo dei Guru Guru!" e via di questo passo. Poi si comincia con la conta: ce l'ho, ce l'ho... accidenti: manca! [Della Top 50 Krautrock il sottoscritto è fiero possessore di ben 32 degli album elencati. Ottima media!] Naturalmente ogni autore di libri musicali che si rispetti mette in queste compilazioni almeno tre-quattro album assolutamente introvabili, se non in stampa originale giapponese dell'epoca... valore al cambio attuale: quello di un piccolo appartamento in periferia. Ma, insomma, il gioco vale la candela e soprattutto vale il divertimento. 

P.S. I miei adorati Amon Duul II sono presenti nella Top 50 con ben cinque album, a pari merito con i quasi-altrettanto-adorati Can. Alè!

La terza sezione del libro, goduriosa quanto le altre due sezioni se non di più, è la recensione, album per album e sempre in ordine alfabetico di band, dei Top 50 Krautrock. E' qui che la stoffa del vero critico musicale soprattutto del musicista si fa sentire: aboliti gli obsoleti (e francamente ridicoli) "termini tecnici" tanto cari a certa stampa musicale; abolite le frasi fatte che, usate nelle solite cinque-sei combinazioni, rendono la maggior parte dei critici musicali così noiosi e poco credibili; abolita la retorica. Julian Cope ha la capacità quasi sciamanica di rendere il lettore così partecipe alle sue recensioni (anche se "recensione" è termine sinceramente non rappresentativo, in questo caso) che durante la lettura pare quasi di ascoltare per davvero l'album recensito!

Altra sezione, inserita tra la seconda e la terza, è costituita da 16 pagine a colori - non facenti parte della numerazione regolare - in cui sono riprodotte alcune tra le più belle copertine degli album kraut rock. Seppur rimpicciolite esse , le Magnifiche!, danno un'idea del clima anche culturale, oltreché musicale, che si respirava lì e allora. Cover stupende, psichedeliche (tutte!), gelide (Tangerine Dream) o dai toni hippy (Cluster) e caldi (Amon Duul I), orrorifiche (Amon Duul II), ipertecnologiche (Klaus Schultze), fantascientifiche (Cosmic Jokers), mistiche (Popol Vuh) o enigmatiche (Faust): insomma ce n'è per tutti i gusti.

"Krautrocksampler" di Julian Cope è un libro bellissimo, una lettura davvero indispensabile per ricordare, re-innamorarsi di un momento meraviglioso e geniale della musica moderna occidentale, per allargare le proprie conoscenze (e, si spera, passioni) musicali.
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"Il Krautrock è rimasto nascosto agli occhi di un pubblico probabilmente ignaro di quella sacra combinazione di Stooges, Sun Ra e MC5 tutti sullo stesso palco. Un cazzuto rock cosmico trascendentale suonato da poeti-druidi visionari in anfetamina e suuuuper-fuori-di-testa!"
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"Questo è il Krautrock: una delle più strabilianti, evocative, eroiche immagini dell'Uomo al culmine della propria Magica Potenza Creativa."
 [Julian Cope - "Krautrocksampler"]


Orlando Furioso - febbraio 2006






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