giovedì 7 marzo 2013

Il Caso del Doppio Beatle





Il Caso del Doppio Beatle 
di Glauco Cartocci

322 pag.



14 euro


Robin Edizioni (2005)




"I Credenti nella Morte di McCartney sono armati di prove fino ai denti (...) la tensione e l'ostilità si rafforzano man mano che la disputa procede, perché nessuno vuole credere che si sia perso tanto tempo e tanta energia su una grossa stupidaggine". (Barbara Suczek, sociologa; citata in "Il Caso del Doppio Beatle", di Glauco Cartocci)


...se non c'è alcuna prova che una certa persona sia davvero esistita... - si legge, più o meno, a un certo punto nel libro (pag. 289) - ...non per questo si può dire che quella certa persona non sia davvero esistita...

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Ecco qui sopra uno dei presupposti, imperniato - come si può evincere dalla frase stessa - di logica, buonsenso e razionalità, su cui si basa la filosofia PID (Paul [McCartney] IDead).

Secondo questa teoria PID Paul McCartney è morto nel 1966 ed è stato sostituito da un sosia... E' morto in un incidente ovvero rapito/ucciso dalla CIA/FBI/M16/alieni, è morto da solo ovvero con Brian Epstein (manager dei Beatles all'epoca e morto suicida), oppure è l'unico vero Beatle e gli altri tre erano dei sosia...

Tutto & il Contrario di Tutto, è questo in fondo il bello delle assurdità, dei nonsense. E i Beatles, da un certo punto in poi della loro carriera, fecero del nonsense uno dei loro punti di riferimento.
Nelle loro liriche, così come nelle loro fotografie, nei filmati, nei lungometraggi, nelle copertine dei loro dischi, vi si può realmente leggere e vedere Tutto & il Contrario di Tutto. Fa parte anche questo della loro grandezza.

E fa parte del modus pensandi di qualsiasi "Vero Credente" il vedere ovunque prove a sostegno della propria convinzione. Senza scomodare secolari dibattiti teologici, è possibile fare individualmente una prova: con un po' di tempo a disposizione, tre neuroni funzionanti, alcune fotografie e tre-quattro vuoti di memoria, chiunque può "dimostrare" di essere morto - per esempio - nell'86 ed essere stato sostituito da un doppelganger. E' divertente, un briciolo inquietante (lo ammetto...), forse un po' macabro, ma stimolante.
Esattamente come questo libro: divertente (molto!), ben scritto, stimolante, un po' (...molto?...) macabro.

L'autore, cui va la mia incondizionata simpatia sia chiaro, si preoccupa di dichiarare di non parteggiare apertamente e/o in modo incondizionato per nessuna delle due fazioni, quella pro-PID e quella anti-PID. Sottolinea anzi spesso come sia importante per il lettore "formarsi un'opinione propria". Cerca - a mio parere non riuscendoci affatto, lo dico subito - di presentare le "prove" nella maniera il più "neutrale" possibile, essendo Egli persona senza dubbio esperta in Beatles, razionale e non avvezzo a "bersi" qualsiasi fandonia senta in giro.
Se si ha un po' di dimestichezza con argomenti quali "la ricerca del Sacro Graal", Helena Blavatsky, nuovi culti, Peter Kolosimo (citato anche in una nota del libro) et similia, ci si sarà già imbattuti spessissimo in luoghi comuni quali "si dice che""un tale afferma che""cominciò a circolare la voce che""è noto che""è stato visto da un tizio in Nebraska" ecc. ecc. Sino ad arrivare all'assurdo succitato: "Anche se nessuno ha mai visto quella persona/libro/sacrograal/angelo/qualsiasicosa ciò non significa che esso/a/e/i non esista/no."

C'è gente che ha fondato culti (aumentando considerevolmente il proprio conto in banca) con tali presupposti...
Ma non fraintendiamoci, credo che Glauco Cartocci non voglia ingannare nessuno: ha (ben) scritto un libro divertente e accurato, che si legge d'un fiato. E ciò per un libro è un grande pregio. Inoltre è un profondissimo conoscitore dei Beatles e già solo per questo ha la mia incondizionata e perenne stima e ammirazione! 

Inoltre Il Caso del Doppio Beatle ha la capacità di stimolare fortemente il ri-ascolto delle splendide canzoni dei Fab Four (o dei Fab Three + Sosia, fate voi) e l'immersione nel Loro meraviglioso mondo musicale-e-non-solo.
Ciò non toglie che tra le centinaia di "prove" a sostegno della teoria PID presenti nel libro, non ce ne sia una sola che si presenti come realmente fondata su qualcosa di... concreto.
A meno che non si intenda per "concreto", ad esempio, il fatto che Paul McCartney (o il suo sosia...) tra le centinaia di session fotografiche fatte nel corso della carriera dei Beatles - che sono, lo ricordo, tra le persone più fotografate di tutti i tempi - non ricordi le esatte lettere presenti in una spilla apposta su un suo costume... O che in un'intervista - tra le centinaia concesse nella sua carriera - non ricordi esattamente in quale giorno accadde un certo lievissimo incidente motociclistico. Qualcuno che legge in questo momento queste righe ricorda per caso il giorno esatto in cui è accaduto un insignificante avvenimento nella propria vita - chessò - una decina di anni fa? Un tamponamento in auto, la perdita delle chiavi di casa o cose del genere? Appunto, nessuno.

Vogliamo poi, per gioco, mettere in una stanza chiusa dieci persone ad ascoltare il medesimo album dei Beatles (con testi acclusi) e chiedere loro a fine giornata un'interpretazione di ciò che hanno ascoltato/letto? Vogliamo scommettere che non ci saranno due "interpretazioni" uguali? "Grazie al cielo!", aggiungerei. 

Le leggende urbane/metropolitane sono un fenomeno interessantissimo e insegnano molto sulla comunicazione, il passaparola, il bisogno di mitologie, la struttura del pensiero. Ma tali restano: leggende, nonostante il desiderio di "altro" che accomuna tutti gli esseri umani.
E sta proprio qui l'interesse principale del libro di Cartocci: il vedere, il toccare quasi con mano, come funzioni (e come funzionasse negli Anni 60 e 70) la comunicazione, di massa e non.
Particolarmente interessante rispetto al PID il fenomeno Internet, visto forse in modo un po' acritico come fonte di dibattiti, arricchimento di nuovi dati ed elementi, scambio di informazioni. Chi frequenta con regolarità i forum su Internet, però, sa bene quanto essi siano anche zeppi di contraddizioni, di "troll", di falsità: sta nella natura stessa della comunicazione telematica, che non è certo "cattiva" in sé, ma per la sua stessa struttura si presta a questa specie di ultra-democrazia in cui chiunque può affermare "prove alla mano" (ma la mano è, quasi sempre, "aldilà del monitor", se riesco a spiegarmi...) Tutto & il Contrario di Tutto. Una stessa persona può partecipare a uno o dieci forum con diversi nickname e con ognuno di essi affermare cose contrastanti tra loro. 

Stesso discorso per le centinaia di siti presenti in rete: non c'è cosa che possa essere più manipolata, più e più volte, ad libitum, che un testo scritto su un sito Internet!
Lo stesso estensore delle righe che state leggendo in questo momento potrebbe, domani, aggiungere, togliere, modificare, affermare cose contrarie a quelle sin qui scritte ecc. ecc.
Da ciò si evince che le "prove" raccolte online sono quanto di meno "probante" possa esistere!

Sia chiaro che questa non vuole essere un'accusa (?!?) al libro di Cartocci, che anzi - ripeto - è divertente, utile e ben scritto.

Il Caso del Doppio Beatle è un saggio del quale si consiglia la lettura a chiunque voglia imparare qualcosa di più sulle Leggende Urbane, a ogni amante dei Beatles, a qualsiasi persona abbia voglia di vedere ragionamenti e successioni di pensiero che non necessariamente rispecchiano la logica corrente. Una buona lettura, non certo "tempo perso".

Orlando Furioso - gennaio 2007