Per un pugno di spinaci
di Elzie Chrisler Segar
brossurato, b/n, 226 pag. collana Comics Cartoon, vol. 1
Edizioni IF
[originariamente pubblicato: marzo 2002]
| Ogni lettore di fumetti conosce periodi di crisi: momenti di stanchezza e di noia, insoddisfazione per le proposte del mercato anche se quest'ultimo si presenta prodigo di proposte editoriali, ansia non ben definita se non come ricerca di "qualcosa" che possa fare rivivere sensazioni lontane e mai dimenticate. Sono momenti in cui è alto il rischio di trasformarsi in un ex-lettore di fumetti. ma possono anche essere momenti positivi, nei quali concoraggio di sperimentare il nuovo si effettuano tagli, cessando magari acquisti che non hanno più ragione d'essere (se non mera abitudine) e nei quali si drizzano le antenne e si va alla ricerca, finalmente!, di emozioni più che di collezioni da completare. Si può allora scoprire che in un luogo declassato come l'edicola, accanto ai gioca-e-colora c'è un piccolo grande tesoro del Fumetto mondiale, riproposto dalle Edizioni IF, casa editrice cui fa capo Gianni Bono: si tratta di BRACCIO DI FERRO, PER UN PUGNO DI SPINACI, un corposo volume che rinnova la gioia di leggere volumi i cui tempi di lettura vanno oltre gli otto minuti e mezzo degli albi spillati. |
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PER
UN PUGNO DI SPINACI ripropone alcune delle mitiche storie di
Elzie
Chrisler Segar, l'inventore del marinaio guercio e dei deliziosi - quanto
assurdi - comprimari.
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Storie che, ricordiamo, datano 1936-37; così come ricordiamo che la creazione del personaggio di Popeye da parte di Segar risale al 17 gennaio 1929. La lettura di questo magnifico volume è stata una vitale boccata di ossigeno; non può che far bene al cuore e alla mente questo fumetto così "antico", concepito pima della invenzione di tutte le sovrastrutture nelle quali spesso ci imprigioniamo noi lettori. Il confronto, la sfida che il lettore moderno di fumetti deve |
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Le tre storie presenti erano apparse infiniti anni fa sia in un prezioso volumetto edito da Mondadori che - più recentemente - nelle edizioni filologiche della Comic Art, e sono di una bellezza davvero rara; la vis comica è sempre presente, anche se non possiamo pretenderne un'efficacia uguale a quella che aveva certamente oltre sessanta anni fa; è anzi asse portante della narrazione. Ma non si pensi a una mera sequela di gag legate più o meno tra
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loro: qui c'è una storia
vera e propria, appassionante e piena di suspence e con personaggi tanto
assurdi quanto deliziosi e vivi, che si scoprono poco a poco rivelando
col trascorrere delle pagine aspetti sempre nuovi e soprendenti della loro
multiforme personalità. C'è Braccio di Ferro il Marinaio
(Popeye), modello d'integrità morale e mai desideroso di
usare la violenza (che però, poi, usa eccome... fortunatamente per
il divertimento di noi lettori), dotato di forza sovrumana, tenero e sgrammaticato,
idolo dei monelli del quartiere e mille altre cose ancora. L'ossuta e odiosa Olivia (Olive Oil) fidanzata di Braccio, perennemente sull'orlo di una crisi isterica, violenta e tenera, cinica e romantica insieme, che prende e dà un sacco di botte. Il delizioso Jeep, animaletto dai magici poteri; l'opportunista e perennemente affamato Wimp; Poopdeck Pappy, |

| temporalmente a livello di creazione
(siamo pur sempre negli anni ’30), risulta assolutamente atemporale nel
senso migliore del termine per il lettore di oggi: possiamo leggere quelle
storie senza sentire assolutamente il peso dell’antichità
del fumetto, così come deve succedere per ogni capolavoro che si
rispetti. Fatta eccezione per la gabbia regolare nella quale è costruita e contenuta la narrazione (rimontata comunque per la presentazione in volume), costruzione che è indubbiamente di “vecchio stampo” per il lettore odierno, nulla in queste storie puzza di vecchio o di obsoleto, la magia è intatta, il coinvolgimento resta altissimo e il desiderio di rilettura per il puro piacere si fa sentire forte. Pur con tutto il pessimismo che il periodo impone, ci uniamo con tutto il cuore all’auspicio che Gianni Bono fa in seconda di copertina: che Braccio di Ferro possa cioè attirare le giovani generazioni verso un fumetto sì antico, ma sempre in grado di offrire stimoli, risate e piacere di lettura. |
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Cito qui letteralmente Tito Faraci compilatore della prefazione a questa edizione di Braccio di Ferro: “Psichedelia pura, trent’anni prima della psichedelia… Poche strisce e [Segar] ha già trascinato tutti nell’avventura che state per leggere. Beato chi lo fa per la prima volta.” Condivido in pieno, ma aggiuno che la beatitudine “colpisce” anche nelle successive riletture!

Orlando Furioso




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