Posted: 11 Nov 2019 01:16 PM PST
Il Figlio di Satana
Marvel Omnibus
QUI tutte le caratteristiche del volume
(autori, prezzo, num. pagine ecc.)
• I peccati dei padri ricadono sui figli, si dice… A maggior ragione se il padre in questione è il diavolo in persona!
• Direttamente dagli anni 70, gli esordi e le prime avventure del più demoniaco degli (anti)eroi Marvel.
• Tra magia nera, possessioni e creature infernali, la lotta di Daimon Hellstrom per la salvezza della propria anima.
• Ospiti d’onore: Ghost Rider, la Torcia Umana e l’adorabile Cosa dagli occhi blu!
[presentazione dal sito Panini Comics]
[Nota: le immagini sono foto fatte col mio cellulare, ecco perché sono così imperfette.].
Rigida impostazione della tavola, vignette squadrate, disegni talvolta grossolani, una tematica che propone dell'exploitation all'acqua di rose... In pratica uno dei migliori volumi acquistati negli ultimi tempi!
Una delle mission di certo fumetto mainstream negli Anni 70 era proprio quella di prendere argomenti alla moda, scottanti, di massa e tradurli in storie che potessero essere fruite da ragazzini che non avevano ancora un accesso diretto e adulto a quelle tematiche.
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Satana e il "satanismo" facevano parte di quelle tematiche, anzi erano tra le più affascinanti e in grado di scatenare pruderie che andavano dall'erotico all'orrorifico, tutte cose rigorosamente proibite ai potenziali lettori ( * ) di quel genere di fumetti, ossia ai ragazzini. [Ricordiamo che il target della Marvel dell'epoca non erano i cinquantenni collezionisti, ma i ragazzini]
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E' vero, come dice Aurelio Pasini nella breve introduzione al volume, che l'horror è sempre stato nel DNA della Marvel, ma qui siamo lontani dall'horror splatter e crudele del pre-Comics Code e delle relative angosce che quel tipo di horror suscitava in lettori e censori.
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primissima apparizione di Daimon Hellstrom... |
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L'horror che troviamo nel Figlio di Satana è un po' all'acqua di rose e difficilmente riuscirebbe a spaventare chi abbia già compiuto i dieci anni di età. Siamo anche piuttosto lontani dalla complessità e dalla "cattiveria" del coevo e meraviglioso Dracula della Marvel, disegnato magistralmente da Gene Colan e scritto da Marv Wolfman; siamo anche lontani dalle disturbanti atmosfere dell'Uomo Cosa (Man-Thing) di Gerry Conway, Roy Thomas e Steve Gerber.
Quanto scritto fin qui non intende sminuire il valore del Figlio di Satana il cui Omnibus in italiano, se non si fosse capito, ho adorato!
Quello che per certi è un difetto, per altri è un pregio e io del Figlio di Satana ho apprezzato tutto quanto, forse soprattutto le cose che per i certi di cui sopra sono difetti. Amo quelle storie piene di colpi di scena drammatici così come di cliché (i motociclisti con le swastiche, il deserto, il sabba, la strega...).
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Ad ogni modo affinché nessuno pensi che ci troviamo di fronte un fumetto per bimbi piccoli, è bene precisare che pur non entrando a gamba tesa nell'horror propriamente detto, in queste storie del Figlio di Satana è perennemente presente una tensione che non viene mai stemperata, una sottile (e deliziosa) angoscia che potrebbe non essere immediatamente riconoscibile da lettori più giovani, ma che diventa immediatamente percepita dal lettore più adulto il quale certe "tematiche" le ha, certo in modo meno "fumettistico", dentro di sé.
Insomma, storie ingenue magari, ma tutt'altro che allegre.
La commistione Bene/Male non l'ha inventata la Marvel, ma col Figlio di Satana prosegue nella sua sempre benedetta dicotomia dei "grandi poteri" associati a "immensi drammi".
In questi fumetti tipicamente Anni 70 quello che cerco e trovo, e apprezzo, è proprio questo loro essere così... "fumettosi", così giustamente distanti da qualsiasi pretesa che non sia quella di divertire, appassionare e se possibile stupire.
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Anche i disegnatori di queste storie rientrano nelle mie preferenze: disegnatori che oggi vengono definiti "ciarpame" [vedi angolo della posta di Super Eroi Classic di qualche settimana fa...] da lettori evidentemente troppo evoluti, raffinati e sofisticati per apprezzare lo storytelling di maestri come i compianti Jim Mooney, Herb Trimpe, il grande Sal Buscema e altri che raramente vengono inseriti nell'Olimpo dei grandi.
Ottimi sceneggiatori si alternano poi alla scrittura di questi gioiellini: i già citati Steve Gerber e Gerry Conway e poi Gary Friedrich, John Warner, Mike Friedrich e i più noti Bill Mantlo e Chris Claremont.
Questo volume può piacere o meno - io lo adoro, l'ho già detto?... - ma di una cosa difetta certamente: la noia.
Nonostante non tutte le storie siano egualmente brillanti, di sicuro fanno bene il loro sporco lavoro: divertono e fanno venir voglia di leggere subito la storia successiva.
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Come spesso succedeva coi fumetti seriali, un nuovo personaggio non partiva quasi mai con una testata tutta sua, ma veniva introdotto in una serie già avviata, magari simile per tematiche, per poi, se funzionava e il pubblico la richiedeva, approdare a una serie da protagonista.
In questo caso Daimon Hellstrom, nome mortale del Figlio di Satana, entra in scena in un albo di Ghost Rider "il supereroe più soprannaturale di tutti", come recitava lo strillo in copertina. Lo stesso Ghost Rider, il motociclista la cui testa di notte si trasformava in un teschio fiammeggiante con relativa acquisizione di poteri sovrannaturali, era appena diventato titolare della serie a lui intestata.
Le prime storie dell'Omnibus del Figlio di Satana potrebbero confondere un po' chi le legge per la prima volta perché in esse sono presenti vari riferimenti ad altre storie non presenti nel volume.
Ma, complice anche il fatto che non stiamo parlando di fisica quantistica, basta abbandonarsi alla lettura e lasciarsi guidare dallo Spirito dei Seventies (e dai comodi riassuntini delle didascalie) e non si avranno problemi di sorta.
E' così, tutto è enfatico! Tutto è esageratamente drammatico! Tutto palpita come in attesa di un cataclisma che sconvolgerà ogni cosa!
Non ci sono albi "di passaggio", niente complesse decostruzioni: in ogni numero doveva accadere tutto, ma ogni albo - pur fruibile a sé - doveva generare desiderio di leggere l'albo successivo. Una continuity non soffocante e certo non imprescindibile, non essenziale insomma, permetteva (e permette ancora) di godere del singolo albo così come della lettura seriale ininterrotta.
Pur non raggiungendo lo "sperimentalismo" psychedelico del Dottor Strange dei tempi d'Oro (Ditko, Brunner...) anche nell'Omnibus del Figlio di Satana, quando il personaggio è oramai ben introdotto, cioè dopo le primissime storie, si comincia a volare alto con la fantasia: splash-page demoniache che mostrano cieli neri su cui si stagliano immense bestie infernali, il tutto in tavole un po' meno rigide rispetto all'inizio della serie.
Crescono anche i poteri di Daimon così come il miscuglio di miti e leggende che fanno da sfondo, tenue, alle storie (Atlantide, ad esempio) e man mano che si prosegue nella lettura la continuity si fa appena un po' più presente (ma mai, comunque, imprescindibile).
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...e poi arrivano due storie disegnate da Gene Colan! Il compianto "decano", colui che rendeva ogni albo una fuga a perdifiato, il maestro che gli inchiostratori temevano (così m'immagino) e che lettori e lettrici adoravano (così spero), uno dei disegnatori più riconoscibili e a mio parere iconici della storia del Fumetto.
Il connubio Steve Gerber/Gene Colan produce due storie spettacolari, molto più cupe e meno - come dire - "infantili" delle precedenti.
Anche le storie disegnate da Sal Buscema osano un po' di più. Anch'egli riconoscibilissimo e con uno storytelling avvincente e sempre molto leggibile. Il suo segno muta, anche di molto, a seconda dell'inchiostratore di turno, ma in ogni caso non viene mai meno la perfetta leggibilità e il dinamismo.
Come da tradizione Marvel non manca nemmeno qualche comparsata di supereroi decisamente più famosi: oltre al già citato Ghost Rider incontriamo anche i Fantastici Quattro in un paio di storie non proprio tra le migliori del volume.
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Ho trovato graficamente molto belle e interessanti le ultime storie, disegnate da Sonny Trinidad (nome che, ammetto, mi dice poco o nulla...), specialmente quelle sui layout di Craig Russel, disegnatore che ho sempre apprezzato molto. Il segno si fa un po' più adulto (eccezion fatta per Gene Colan: non riesco a immaginare un segno più adulto del suo!) e le storie un po' più horror-fantasy.
Purtroppo, dopo 463 pagine che mi sono bevuto godendomele una ad una, si arriva all'ultima storia del volume del Figlio di Satana... Bill Mantlo e Russ Heath ci salutano con una storia splendida a contenuto più horror e metafisico/teologico del solito. una storia completa che sfocia in un umorismo nero che fa rimpiangere il fatto che si tratti dell'ultima storia del poderoso volume.
L'horror che troviamo nel Figlio di Satana è un po' all'acqua di rose e difficilmente riuscirebbe a spaventare chi abbia già compiuto i dieci anni di età. Siamo anche piuttosto lontani dalla complessità e dalla "cattiveria" del coevo e meraviglioso Dracula della Marvel, disegnato magistralmente da Gene Colan e scritto da Marv Wolfman; siamo anche lontani dalle disturbanti atmosfere dell'Uomo Cosa (Man-Thing) di Gerry Conway, Roy Thomas e Steve Gerber.
Quanto scritto fin qui non intende sminuire il valore del Figlio di Satana il cui Omnibus in italiano, se non si fosse capito, ho adorato!
Quello che per certi è un difetto, per altri è un pregio e io del Figlio di Satana ho apprezzato tutto quanto, forse soprattutto le cose che per i certi di cui sopra sono difetti. Amo quelle storie piene di colpi di scena drammatici così come di cliché (i motociclisti con le swastiche, il deserto, il sabba, la strega...).
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Ghost Rider (Johnny Blaze) |
Ad ogni modo affinché nessuno pensi che ci troviamo di fronte un fumetto per bimbi piccoli, è bene precisare che pur non entrando a gamba tesa nell'horror propriamente detto, in queste storie del Figlio di Satana è perennemente presente una tensione che non viene mai stemperata, una sottile (e deliziosa) angoscia che potrebbe non essere immediatamente riconoscibile da lettori più giovani, ma che diventa immediatamente percepita dal lettore più adulto il quale certe "tematiche" le ha, certo in modo meno "fumettistico", dentro di sé.
Insomma, storie ingenue magari, ma tutt'altro che allegre.
La commistione Bene/Male non l'ha inventata la Marvel, ma col Figlio di Satana prosegue nella sua sempre benedetta dicotomia dei "grandi poteri" associati a "immensi drammi".
In questi fumetti tipicamente Anni 70 quello che cerco e trovo, e apprezzo, è proprio questo loro essere così... "fumettosi", così giustamente distanti da qualsiasi pretesa che non sia quella di divertire, appassionare e se possibile stupire.
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uomo di Dio di giorno, Figlio di Satana la notte... |
Anche i disegnatori di queste storie rientrano nelle mie preferenze: disegnatori che oggi vengono definiti "ciarpame" [vedi angolo della posta di Super Eroi Classic di qualche settimana fa...] da lettori evidentemente troppo evoluti, raffinati e sofisticati per apprezzare lo storytelling di maestri come i compianti Jim Mooney, Herb Trimpe, il grande Sal Buscema e altri che raramente vengono inseriti nell'Olimpo dei grandi.
Ottimi sceneggiatori si alternano poi alla scrittura di questi gioiellini: i già citati Steve Gerber e Gerry Conway e poi Gary Friedrich, John Warner, Mike Friedrich e i più noti Bill Mantlo e Chris Claremont.
Questo volume può piacere o meno - io lo adoro, l'ho già detto?... - ma di una cosa difetta certamente: la noia.
Nonostante non tutte le storie siano egualmente brillanti, di sicuro fanno bene il loro sporco lavoro: divertono e fanno venir voglia di leggere subito la storia successiva.
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il vero volto del Figlio di Satana... |
Come spesso succedeva coi fumetti seriali, un nuovo personaggio non partiva quasi mai con una testata tutta sua, ma veniva introdotto in una serie già avviata, magari simile per tematiche, per poi, se funzionava e il pubblico la richiedeva, approdare a una serie da protagonista.
In questo caso Daimon Hellstrom, nome mortale del Figlio di Satana, entra in scena in un albo di Ghost Rider "il supereroe più soprannaturale di tutti", come recitava lo strillo in copertina. Lo stesso Ghost Rider, il motociclista la cui testa di notte si trasformava in un teschio fiammeggiante con relativa acquisizione di poteri sovrannaturali, era appena diventato titolare della serie a lui intestata.
Le prime storie dell'Omnibus del Figlio di Satana potrebbero confondere un po' chi le legge per la prima volta perché in esse sono presenti vari riferimenti ad altre storie non presenti nel volume.
Ma, complice anche il fatto che non stiamo parlando di fisica quantistica, basta abbandonarsi alla lettura e lasciarsi guidare dallo Spirito dei Seventies (e dai comodi riassuntini delle didascalie) e non si avranno problemi di sorta.
Infernali Destrieri |
"La visione dell'Inferno che scende sulla Terra! Destrieri infernali che trainano un potente carro attraverso i gelidi cieli neri! Al comando, un uomo che non è solo un uomo: è mezzo uomo e mezzo angelo caduto... ...Non è mortale né immortale... Combatte il Male e, a volte, anche il Bene. Si tratta di Daimon Hellstrom, il Figlio di Satana!"
E' così, tutto è enfatico! Tutto è esageratamente drammatico! Tutto palpita come in attesa di un cataclisma che sconvolgerà ogni cosa!
Non ci sono albi "di passaggio", niente complesse decostruzioni: in ogni numero doveva accadere tutto, ma ogni albo - pur fruibile a sé - doveva generare desiderio di leggere l'albo successivo. Una continuity non soffocante e certo non imprescindibile, non essenziale insomma, permetteva (e permette ancora) di godere del singolo albo così come della lettura seriale ininterrotta.
Pur non raggiungendo lo "sperimentalismo" psychedelico del Dottor Strange dei tempi d'Oro (Ditko, Brunner...) anche nell'Omnibus del Figlio di Satana, quando il personaggio è oramai ben introdotto, cioè dopo le primissime storie, si comincia a volare alto con la fantasia: splash-page demoniache che mostrano cieli neri su cui si stagliano immense bestie infernali, il tutto in tavole un po' meno rigide rispetto all'inizio della serie.
Crescono anche i poteri di Daimon così come il miscuglio di miti e leggende che fanno da sfondo, tenue, alle storie (Atlantide, ad esempio) e man mano che si prosegue nella lettura la continuity si fa appena un po' più presente (ma mai, comunque, imprescindibile).
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una tavola del grande Gene Colan |
...e poi arrivano due storie disegnate da Gene Colan! Il compianto "decano", colui che rendeva ogni albo una fuga a perdifiato, il maestro che gli inchiostratori temevano (così m'immagino) e che lettori e lettrici adoravano (così spero), uno dei disegnatori più riconoscibili e a mio parere iconici della storia del Fumetto.
Il connubio Steve Gerber/Gene Colan produce due storie spettacolari, molto più cupe e meno - come dire - "infantili" delle precedenti.
Anche le storie disegnate da Sal Buscema osano un po' di più. Anch'egli riconoscibilissimo e con uno storytelling avvincente e sempre molto leggibile. Il suo segno muta, anche di molto, a seconda dell'inchiostratore di turno, ma in ogni caso non viene mai meno la perfetta leggibilità e il dinamismo.
Come da tradizione Marvel non manca nemmeno qualche comparsata di supereroi decisamente più famosi: oltre al già citato Ghost Rider incontriamo anche i Fantastici Quattro in un paio di storie non proprio tra le migliori del volume.
Satanismo... |
Ho trovato graficamente molto belle e interessanti le ultime storie, disegnate da Sonny Trinidad (nome che, ammetto, mi dice poco o nulla...), specialmente quelle sui layout di Craig Russel, disegnatore che ho sempre apprezzato molto. Il segno si fa un po' più adulto (eccezion fatta per Gene Colan: non riesco a immaginare un segno più adulto del suo!) e le storie un po' più horror-fantasy.
Purtroppo, dopo 463 pagine che mi sono bevuto godendomele una ad una, si arriva all'ultima storia del volume del Figlio di Satana... Bill Mantlo e Russ Heath ci salutano con una storia splendida a contenuto più horror e metafisico/teologico del solito. una storia completa che sfocia in un umorismo nero che fa rimpiangere il fatto che si tratti dell'ultima storia del poderoso volume.
Orlando Furioso (Novembre 2019)
( * ) questa volta ritengo un po' inutile la specificazione, ad esempio, "lettori/lettrici" in quanto credo che il target di questi fumetti, e così la loro fruizione, sia in stragrande maggioranza maschile.
Black Sabbath!!! |
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