giovedì 1 luglio 2021

Capitan America 2016/2017: giudicare senza sapere


SAM WILSON CAPITAN AMERICA
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STEVE ROGERS CAPITAN AMERICA


Panini Comics - da Maggio 2016 a Gennaio 2018





Tutte le persone hanno dei pregiudizi e hanno qualche abitudine un po' "strana".
Nel mio caso, mi capita di sputar sentenze senza conoscere bene la cosa che sto "giudicando" e la strana  abitudine è(ra?) quella di comprare serie a fumetti per leggerle solamente dopo mesi o anni dall'acquisto.
QUI avevo parlato, alcuni anni fa, di quella che allora era La Nuovissima Marvel: avevo da poco ricominiciato a leggere Marvel ed ero abbastanza entusiasta; l'entusiasmo passò in fretta e smisi presto di acquistare alcune serie che non mi piacevano per nulla (Inumani, Dottor Strange, per me la peggior delusione [1] , i vari mensili degli Avengers, Iron Man...) e presto rimasero solo Thor (il ciclo Jane Foster, che ho adorato!) Daredevil e poco altro.

Come ho sempre detto - e non l'ho mai detto per "pararmi il culo", non ne ho bisogno - la Marvel non ha "colpa", continua a produrre buone storie [a parte quel Dottor Strange...]: la "colpa" è mia che evidentemente non sono più il target adatto per quelle storie. O forse mi sono "evoluto" - o involuto - in modo incompatibile coi fumetti Marvel.



Come chi segue questo mio diario/blog sa bene, ho cominciato a dar via fumetti. Una delle collane di cui avevo acquistato alcuni numeri nel 2016/2017 che intendevo dar via è Capitan America/Sam Wilson, dal n. 1 al n. 24. Ne avevo letti, all'epoca, soltanto i primi due numeri e a parte qualche riserva sui disegni, le storie mi piacevano, ma... insomma, non avevo più letto gli albi successivi. Quindi tra i pacchetti che sto facendo di fumetti da dare via (regalare, s'intende) c'erano anche questi ventiquattro albi di  Capitan America. Che ho deciso di leggere prima di regalare, con solo quattro anni di ritardo.

Ricordo quando avevo comprato il numero in cui Cap sillaba HEIL HYDRA! e avevo pensato "dio, chissà che ca*ata!...". Ovviamente senza aver letto nulla. Cioè avevo un pregiudizio.






Avevo letto in rete poco o nulla, non ero granché interessato, quindi non sapevo nulla se non che, pare, Cap avesse fatto il doppio gioco fin dagli Anni 40, o così avevo capito. Insomma, non ero davvero interessato alla faccenda. Poi tra l'altro non è che sia mai stato quel grande fan del Capitano Stellestrisce.
Comunque per dare un senso a tutto quel denaro speso mi prendo il mio pacco di fumetti, Sam Wilson Capitan America nn. 1 - 24 e comincio a leggere. In tre giorni, nel tempo libero, mi sono letto tutto e a parte gli ultimi due numeri, che ho trovato abbastanza brutti (sia come testi che come disegni), con gli altri 22 mi ci sono divertito parecchio.

Dopo aver terminato di leggere i miei - ancora per poco - 24 albetti sono andato un po' in giro per la Rete a leggere recensioni e ne ho lette di spietatissime, scritte da persone certamente più addentro e preparate di me. Quindi andrò decisamente controcorrente.
Non conoscevo granché lo scrittore della serie, Nick Spencer, che prima e oltre Cap America ha avuto numerose altre esperienze fumettistiche, tutte con major labels (DC Comics, Image e infine Marvel) e secondo me ha fatto un ottimo lavoro con entrambe le serie presenti negli albi: Sam Wilson Capitan America e Steve Rogers Capitan America.

Tra l'altro, oltre a queste due serie, gli albi dal 2 al 7 hanno ospitato una miniserie di Red Wolf - un improbabile sceriffo nativo-americano che dal 1872 viene catapultato nel nostro tempo - scritta da Nathan Edmonson e disegnata da Dalibor Talajic che ho trovato deliziosa, ben scritta, ben disegnata e molto coinvolgente. Avrei voluto durasse di più, peccato.



Red Wolf (Marvel Comics)


Avevamo lasciato uno Steve Rogers, il Capitan America originale, senza più il siero del super-soldato in corpo, quindi diventato improvvisamente ultranovantenne; sempre in gran forma e in carica allo S.H.I.E.L.D., ma comunque ultranovantenne . Steve lascia quindi lo scudo e la sua pesante eredità al giovane Sam Wilson, il supereroe afroamericano conosciuto un tempo come Falcon

Non è difficile immaginare come gran parte della popolazione (bianca) degli Stati Uniti accolga questo nuovo Cap nero: lo accoglie malissimo proprio.
La serie Sam Wilson Capitan America è tristemente profetica di quanto accadrà, nella realtà, qualche anno dopo con l'uccisione di George Floyd. Sarà che la serie è scritta da un inglese e quindi forse meno pudico nel mostrare il lercio e vergognoso razzismo che devasta ancora oggi gli Stati Uniti d'America.
E' una serie politica, ma non nel senso che dobbiamo sorbirci comizi tra una vignetta e l'altra, ma perché il protagonista prende decisamente posizione, la prende netta e chiara e seppur si racconta di gente che vola o che ha la superforza, non di meno vengono mostrati gli aspetti più crudi e violenti della nostra realtà, che è fortemente razzista e classista.


Joaqim Torres, il nuovo Falcon


Sam Wilson è un bel personaggio, forse inizialmente un po' ingessato perché spaventato dalla responsabilità che Steve Rogers gli ha lasciato e ricordiamoci che Steve Rogers, il Capitan America  originale, ha incarnato per decenni il sogno americano, l'american way of life, nonostante in alcuni momenti della sua storia fumettistica sia stato molto critico verso l'establishment.
Sam Wilson dunque è rifiutato da gran parte degli americani bianchi mentre è amato dagli afroamericani. Lui però ha scelto di essere il Capitan America di tutti e il risultato di questa scelta sarà quello di scontentare quasi sempre gli uni (bianchi) e gli altri (neri).
Anche il suo aiutante, il nuovo Falcon, il latino Joaquin Torres, non è certo ben visto dalla maggior parte dei bianchi, che anzi lo vedono come un immigrato clandestino venuto a rubare il lavoro ai "veri" americani.  [notoriamente c'è sempre gran richiesta di supereroi alati sul mercato del lavoro statunitense, posso quindi capire la seccatura di essere sempre superati in graduatoria da questi latinos... uff, ay carramba...]

Il giovanissimo Torres è diventato il nuovo Falcon - mutante alato - per via degli orrendi esperimenti sugli esseri umani condotti dallo scienziato psicotico Karl Malus.
Anche Misty Knight è un bel personaggio: negli allenamenti le suona sempre a Sam (che sarebbe anche il suo fidanzato? Non l'ho capito del tutto), non ha paura di nulla, si getta nella mischia e con le sue eccelse abilità nella lotta e il suo braccio bionico sbaraglia i nemici senza quasi mai farsi un graffio. E qualche volta salva le chiappe a Sam.



Misty Knight e Sam Wilson


Le storie di Sam Wilson Capitan America sono scritte con uno stile molto verboso, ma in questo caso l'aggettivo non è inteso in senso negativo: è vero, l'autore Nick Spencer riempie le vignette - spesso molte per pagina - con numerosi balloon e le frequentissime scene d'azione non diminuiscono il parlato dei personaggi. Eppure io non mi sono annoiato neanche un per un momento nel leggere quelle storie e, assicuro, non ho saltato nemmeno un balloon!

Sam Wilson  in questi 24 numeri è molto umano ed è stata facile l'empatia con lui durante la lettura, lo è stata anche quando ha compiuto scelte che personalmente non ho approvato. E' una figura tormentata e sempre piena di dubbi, che si trova a dover gestire un'eredità forse più grossa e più pesante di quanto potrebbe sopportare, ma se la cava sempre bene, in modo più umano che supereroistico. Anche se il mondo intorno a lui lo rifiuta.
Mi piacerebbe entrare nel dettaglio di queste bellissime storie, ma mi preme maggiormente parlare dell'altra serie: Steve Rogers Capitan America.



Euroforce Vs. Hydra


ATTENZIONE: DA QUI IN POI, PER CHI NON HA LETTO QUESTE STORIE, DILUVI DI SPOILER

La parte che più mi ha colpito e coinvolto emotivamente di questi 24 albi sono state le storie di Steve Rogers Capitan America!
La direttrice dello S.H.I.E.L.D., la politicamente scorrettissima Maria Hill, grazie all'immenso potere di frammenti del Cubo Cosmico in suo possesso ha creato un luogo - Pleasant Hill - in cui i maggiori supercriminali in sua custodia grazie a una manipolazione mentale si ritrovano a essere allegri e allegre paesanotte con vite normali, cagnolini da portare a passeggio, piante da innafiare, posta da consegnare ecc.

La manipolazione mantale però non dura e i e le supercriminali escono dall'inganno mentale, si immagini con quali sentimenti di odio e rabbia. Il Cubo Cosmico, sotto la forma umana di una capricciosetta bimba di quattro anni, restituisce a Steve Rogers il Capitan America originale gioventù e superforza. Fantastico, no?
Non proprio... La piccola Kobik, che è sì l'incarnazione di una delle più potenti forze dell'Universo, ma è anche una bambina di quattro anni, viene a sua volta intelligentemente manipolata dal supernemico di Steve Rogers: il Teschio Rosso capo dell'organizzazione segreta para-nazista Hydra.

Teschio Rosso convince Kobik a riscrivere il passato di Steve Rogers, trasformandolo in un agente dell'Hydra, da sempre infiltrato negli Stati Uniti e nella comunità supereroistica col segreto scopo di far trionfare l'organizzazione e trasformare così il mondo intero in una dittatura para-nazista dal pugno di ferro.


Teschio Rosso e Kobik... Non sono adorabili?...


Proprio questo è il plot che è stato criticato aspramente nelle recensioni negative che ho letto in Rete. Lo stesso plot su cui avevo basato i miei pregiudizi e che, invece, mi sono maggiormente goduto!

A parte il mio "infantile" divertimento nel vedere un personaggio che non ho mai amato molto, sempre iper corretto e super buonino, trasformarsi in un criminale mostro nazista spietato assassino che quasi limona con Zemo e si inchina davanti al Teschio Rosso sussurrando "Heil Hydra!" (che già questo è valsa la spesa), a mio parere Nick Spencer ha gestito bene la storia e la trasformazione, rendendola credibile e guidandomi come lettore passo dopo passo e poco per volta alla verità... sbracando un po' alla fine - sempre a mio parere - ma ne parliamo più avanti.


Steve Rogers e Zemo... finalmente l'amore trionfa!


Spencer parte dall'infanzia di Steve Rogers, nell'anno 1926. Come dicevo, grazie a Kobik il passato di Steve è completamente, e credibilmente, riscritto. Nell'infanzia di Steve l'autore introduce un personaggio chiave: Elisa Sinclair, "adorabile" e combattiva "post-suffragetta" organizzatrice di riunioni culturali, distribuzioni di pasti per i poveri e soprattutto difensore della mamma di Steve, abusata dal marito.

L'organizzazione di Elisa Sinclair altro non è che l'Hydra e il piccolo Steve, nei cui occhi blu Elisa vede grandi cose per il futuro, viene rapito e condotto in un esclusivo collegio gestito dall'Hydra stessa in cui si formano i quadri del domani.



...e dopo tutte a cantare Kumbaya!


 Steve è gracilissimo e cagionevole, ma la sua intelligenza decisamente superiore alla media, la sua astuzia e le sue capacità organizzative lo salvano dall'eutanasia proposta dal professor Fenhoff, uno dei suoi professori nonché pezzo grosso dell'Hydra.
Anche l'origine di Capitan America viene riscritta nella sua memoria: non è più lo scienziato Abraham Erskine  (in seguito ucciso da una spia nazista) a iniettargli il siero del Super Soldato che trasformerà il gracile Steve nel possente, super forte e super agile Capitan America, ma è il corrotto e malvagio scienziato dell'Hydra Arnim Zola.

Il nostro Steve Rogers però, ormai fascistizzato fino al midollo e con un ego da far invidia a uno Zeppelin, decide che lo stesso, potentissimo Teschio Rosso - con cui fa il doppio gioco - vada destituito, diciamo così, da capo supremo dell'Hydra e per portare avanti il suo progetto si allea col suo peggior nemico (un tempo, ora migliore amico) Helmut Zemo.

Nel frattempo in casa Marvel/Panini Comics ci sono stati crossover, tie-in e tutte le altre cose per le quali non leggo più i supereroi moderni. La cosa positiva, però, è che con i riassuntini in seconda di copertina e le note finali in ultima pagina sono riuscito a seguire la storia senza troppi problemi.





Il nostro Capitan America, con astuzia e una faccia di bronzo che solo un infiltrato super intelligente potrebbe avere, riesce a farsi nominare anche capo supremo dello S.h.i.e.l.d. facendo contemporaneamente lincenziare, rendendola anzi ricercata, l'ex direttrice Maria Hill. La gente bianca e reazionaria nel frattempo fa i salti di gioia: è tornato il vero Capitano! Basta con quell'usurpatore volante dalla pelle troppo scura!

Sua Malvagità a stelle e strisce riesce pure a uccidere la sua nemesi storica, il Teschio Rosso: quindi capo dello S.h.i.e.l.d., capo supremo dell'Hydra, nulla si frappone tra lui e il potere assoluto. Cioè, nulla tranne la resistenza formata da un gruppo di supereroi variamente distribuiti nel mondo.

E arriva anche Madame Hydra - personaggio piatto e prevedibile (ovviamente si tratta di Elisa Sinclair, chi altri?). Cap distrugge Atlantide con gran scorno di Namor, afflitto in copertina del n. 24 (l'ultimo che possiedo). Come dicevo più sopra gli ultimi due numeri sono brutti: la cosa peggiore è Capitan America che va a Bruxelles dove si tiene una riunione straordinaria delle Nazioni Unite (a Bruxelles?!?) e lì fa una serie di discorsi da cattivo da operetta che neanche in un fumetto degli Anni 40, appunto. Spencer crolla su quei dialoghi che sono brutti, banali, non credibili, buffi, sciatti.

Comunque ahinoi il mondo intero sta per essere Hydra-izzato, volenti o nolenti, dialoghi belli o brutti che siano.



un timido Steve Rogers a Bruxelles...


Come va a finire?
Beh, dopo varie scene di supereroi e supereroine che si stanno in qualche modo organizzando per tornare al pre-Mondo-governato-dall'Hydra, l'ultima splash page del numero 24 di Sam Wilson Capitan America presenta un cattivone che non conosco, ma che presumo sia una sorta di Ultron "mischiato" con qualche Henry Pym...
L'ultima splash page di Steve Rogers Capitan America - le due serie sono ovviamente strettamente collegate - è quella qui sotto:


Zemo e un gruppo di amichetti



Per non restare proprio lì a mezz'aria mi sono letto gli ottimi riassunti di Secret Empire  - questo il nome di questa run - che si possono trovare QUI , QUI  e QUI e in generale in questo fantastico sito, che uso tantissimo ed è indispensabile:  comicsbox.it .

A parte gli utlimi due albi, e a parte il fatto che non ho letto il finale, mi è piaciuto moltissimo come Spencer ha gestito non i doppi, ma i tripli giochi dei vari protagonisti della storia; mi è piaciuta moltissimo la gestione dell'emotività del Capitano: fascista convinto fino al midollo, ma con un angolino del cuoricino ancora tenero nei confronti di alcuni dei suoi amici (Bucky, Sharon...).
Mi è piaciuto molto come Spencer ha gestito i salti temporali tra il presente e l'infanzia/adolescenza/giovinezza di Steve Rogers, continui e numerosissimi, eppure mai confusi, sempre consequenzialmente perfetti. Mi sono piaciuti i dialoghi (sempre esclusi i nn. 23 e 24), la caratterizzazione dei personaggi: non è facile rendere credibile un personaggio così iconico come Capitan America rendendolo l'opposto di quello che è sempre stato.



Misty Knight negli episodi Sam Wilson "Lupo Mannaro"...


Mi è piaciuto il fatto che il cambiamento, benché repentino - Kobik ha riscritto la storia di Steve Rogers in una frazione di secondo! - ci è stato servito poco per volta, lentamente, rendendo il tutto sempre più logico e consequenziale, senza lasciare buchi, o almeno io non mi sono accorto di eventuali buchi.
Una sceneggiatura di ferro, solidissima e divertente che mi ha fatto trascorre qualche ora estremamente piacevole e sono stato molto felice di aver finalmente letto quegli albi acquistati ormai oltre tre anni fa.

Una menzione specialissima per il disegnatore principale Daniel Acuna, al quale non solo non ho alcuna critica da fare, ma anzi spero di poter leggere presto altre cose disegnate da lui, vecchie o nuove che siano.
Oltre a lui si sono alternati alle matite Paul Renaud, Joe Bennet, Angel Unzueta e altri, tutti bravi e adatti alla storia, tutti con storytelling ben leggibile, forse merito anche delle sceneggiature di Nick Spencer.



Orlando Furioso (Gennaio 2021)


Questo è il Capitan America che mi piace!


Note:

[1] Vedere nei primi numeri il mio Dottore un tempo preferito indossare Doc Martens (il tutto condito da battutine un filo omofobe del redattore di turno su quanto prima fosse "poco virile" con la calzamaglia... complimentoni dvvero, che finezza!) mangiare zuppe di mostri per "mantenere il potere", avere un'ascia gigantesca e cose del genere, mi disgustò. Va bene l'evoluzione dei personaggi e va bene tutto, ma quel signore coi Martens non aveva davvero nulla a che fare col "mio" Doc Strange. Bocciato.

 

 

 

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