giovedì 1 luglio 2021

IL MAGO, di W. Somerset Maugham





Il Mago
William Somerset Maughan


titolo originale: The Magician

traduzione di Paola Faini

cartaceo € 18

ebook € 9,99



 Adelphi









La recente lettura de Il filo del rasoio di cui ho cercato di dire qualcosa QUI, ha scatenato in me una vera e propria passione per questo autore inglese nato nel 1874 e morto nel 1965.

Ho subito acquistato diversi suoi libri, alcuni dei quali già letti, che hanno confermato che questo autore fa decisamente per me.

Il secondo libro di William Somerset Maugham che ho letto è stato Il Mago, romanzo pubblicato originariamente nel 1908 e non troppo amato dall'autore una volta raggiunta la maturità letteraria, salvo che il romanzo, invece, raccolse un enorme successo di pubblico e la cui prima edizione italiana risale al 1928.


cover vecchia edizione Mondadori



Non mi stupisce affatto il successo di pubblico in quanto la trama, i personaggi, lo sviluppo della storia possono ricordare i popolarissimi feuilleton del secolo precedente: la storia infatti è torbida, morbosa, piena di magia, con una bella dama in pericolo e un finale catartico in cui trionfa (almeno parzialmente...) il Bene.

Altro fattore che potrebbe averne determinato il successo è la presenza del Mago del titolo, pesantemente ispirato a Aleister Crowley, la Bestia 666, il leggendario mago famoso nel mondo che la leggenda dice abbia aiutato lo stesso Churchill nella "battaglia magica" sostenuta contro i maghi naxzisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Talmente famoso da comparire sulla copertina dell'altrettanto famoso album dei Beatles del 1967 Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band.



un giovane Aleister Crowley



La fama e la leggenda del Magus Aleister Crowley non sono mai cessate, fanno intimamente parte della (contro)cultura pop ed esoterica, continuano a uscire a decine saggi e biografie su di lui, le sue opere - Magick in primis - vengono continuamente ristampate e frange di movimenti occulti contemporanei si ispirano ancora alla sua figura e ai suoi scritti.

La sua figura comapre spesso anche nella cultura rock , sia perché molti musicisti sono o sono stati suoi appassionati cultori, Jimmi Page dei Led Zeppelin in primis, che acquistò la vecchia villa un tempo appartenuta al mago inglese, sia perché tema, citato o sotteso, di molti brani, il più famoso dei quali è senz'altro Mr. Crowley di Ozzy Osborne, da ricordare soprattutto per il meraviglioso assolo del prematuramente scomparso Randy Rhoads.



                     Mr Crowley, Ozzy Osbourne; Randy Rhoads alla chitarra (Live 1981)



Insomma, il fascino nero sprigionato dal leggendario mago inglese non ha mai cessato di ammaliare e continua a mietere vittime anche dopo decenni dalla sua morte.
William Somerset Maugham, che qualche interesse verso la magia o l'occultismo secondo me doveva averlo (anche se però su Wiki non se ne fa cenno...) conobbe personalmente Aleister Crowley - all'epoca già famoso come occultista, scalatore, scacchista - a Parigi nel 1907 e ne rimase molto colpito e, immagino, deluso allo stesso tempo.

Il personaggio di Oliver Haddo, il Mago del romanzo di cui stiamo parlando, altri non è che una grottesca caricatura proprio di Aleister Crowley. Il quale non la prese per niente bene e dopo poco tempo dall'uscita del romanzo, scrisse un velenoso articolo pubblicato su Vanity Fair in cui attaccava pesantemente il letterato inglese. Salvo poi, verso la fine della sua vita, scrivere proprio a Maugham chiedendogli un "prestito" di venticinque sterline in quanto lui, il Mago, l'Uomo più Malvagio del Mondo, stava praticamente morendo di fame...



Alesteir Crowley nel 1919, come "Baphomet"

 

E' interessante sapere che in una prefazione di una delle edizioni italiane de Il Mago, purtroppo assente nell'edizione Adelphi, l'autore fa una pesante autocritica rispetto a questo romanzo, al suo stile che egli stesso giudica troppo "sovraccarico ed enfatico" e aggiunge che nel romanzo "vi è un gran numero di avverbi e aggettivi che oggi non userei più".

In quel momento storico, specialmente a Parigi dove W. Somerset Maugham viveva, andava ancora di moda il romanzo Là-Bas (L'abisso) di Joris-Karl Huysmans, pubblicato con gran scalpore e successo nel 1891. Fu uno dei primi romanzi ad affrontare l'argomento satanismo col corollario di messe nere, astrologia, occultismo e, appunto, magia e W. Somerset Maugham fu certamente influenzato da questo romanzo (che grazie alla ristampa della Lindau conto di leggere quanto prima).

Alcune delle critiche che W. Somerset Maugham fa al suo stesso romanzo Il Mago sono certamente vere: si tratta, a mio avviso, di un romanzo eccessivo sotto molti punti di vista, nello stile, nel linguaggio e nelle situazioni, per lo più inverosimili, ma è proprio (anche in) questo che sta il fascino del libro e il suo risultare appassionante e coinvolgente.



vecchia edizione Newton Compton




Un accenno alla trama.
Il dottor Arthur Burdon, giovane chirurgo inglese di una certa fama, è appena arrivato a Parigi per studiare i metodi operatori dei francesi, ma soprattutto per vedere la sua amatissima fidanzata, Margaret Dauncey, con la quale si sposerà a breve. Insieme a lui, caro amico suo e della fidanzata, il francese dottor Porhoet, molto più anziano di lui e tanto appassionato e studioso di esoterismo e occultismo quanto il giovane Burdon è invece ultra-razionale e letteralmente schifato da tutto ciò che anche solo lontanamente odora di superstizione.
Poco valgono, per il giovane medico inglese, le lettere e le arti, è poco attratto dalla vita sociale e parla solo quando sente di avere qualcosa di intelligente da dire. Ma come chirurgo è una promessa, quand'è in sala operatoria non ha la minima timidezza e agisce sempre con sicurezza estrema.

La fidanzata, la signorina Margaret Dauncey, è a Parigi per studiare e approfondire l'arte, essendo anche una discreta pittrice e condivide con l'amica Susie Boyd un appartamentino nei pressi di boulevard du Montparnasse.

Ed eccoci, finalmente, all'ultimo personaggio, colui che da il titolo al romanzo: Oliver Haddo, mago inglese da tempo a Parigi, frequentante il ricchissimo sottobosco esoterico-occulto della Ville Lumiere.




caricatura di W. Somerset Maugham fatta da David Low


Oliver Haddo è un individuo dotato di un enorme carisma che rende impossibile non notarlo, sia per la sua grottesca immagine fisica che per lo sguardo incredibilmente magnetico che, tramite i suoi occhi azzurri sparge ovunque si posi il suo sguardo.
Haddo è brutto, alto un metro e novanta, molto grasso, calvo e,come detto, con una personalità che non lascia indifferente nessuno.

Così comincia la nostra storia, tutte le pedine sono in gioco e pronte ad affrontare il loro tragico destino.
In questo romanzo i personaggi sono descritti minuziosamente nelle loro caratteristiche e il gioco dell'autore sarà proprio quello di spiazzare chi legge facendo incontrare ad essi un destino che è "l'opposto" della loro personalità, delle loro aspirazioni.
Il cattivo, il Mago, Oliver Haddo, lo è in modo esasperato, è un cattivo-cattivo, nessuna minima luce di bontà in lui, nessun lato positivo, viene posto dall'autore quasi al di fuori del consesso umano. Persino fisicamente viene descritto come al limite del mostruoso, in una accezione lombrosiana nella quale il Bene è Bellezza e il Male è bruttezza. Haddo è infatti un'incarnazione del Male, un male puro, colto ma ottuso, brutale, empio, inesorabile.




Aleister Crowley nel 1929



Ecco, i personaggi sono tutti sulla scacchiera, il gioco comincia, la tragedia ha inizio. Tutto ciò che era bello e buono, felice e pieno di speranza diventa orrendo, cupo e disperato, perverso.
Oliver Haddo - il Mago - entrerà nelle vite dei nostri personaggi e le sventrerà, stravolgendo piani e speranze, aspettative e sogni e per tutti quanti la vita si trasformerà in un incubo apparentemente senza fine.
Haddo ha uno scopo, un obiettivo da raggiungere, blasfemo e proibito e per ottenerlo oltre che di libri proibiti e dei resoconti dell'alchimista e mago Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelso, ha bisogno anche della bella e pura Margaret Dauncey e metterà in atto tutte le sue strategie e le sue doti, magiche o di suggestione che siano, per attirarla a sé.

In pochissimi giorni e con avvenimenti spettacolari e mozzafiato degni del più audace dei feuilletton le vite - e le convinzioni - dei nostri protagonisti saranno non solo cambiate, ma distrutte. L'unico a mantenere un po' di razionalità e di fiducia sarà proprio l'anziano dottor Porhoet, l'appassionato di esoterismo e occultismo amico degli oramai ex fidanzati Arthur e Margaret.

Il giovane chirurgo Arthur Burdon se vuole ottenere almeno in parte la salvezza, la risalita dall'abisso di orrore in cui Haddo ha fatto precipitare tutti, Margaret in primis, dovrà cercare dentro di sé la forza di andare contro tutto ciò che razionalità e lucidità gli imporrebbero e fare cose che mai avrebbe neppure lontanamente pensato di dover fare.



locandina di The Magician (1926, Rex Ingram)



Si sarà oramai intuito che il vortice di avvenimenti narrati è mozzafiato e anche molto affascinante e coinvolgente, quasi un giallo-horror che tiene avvinti fino all'ultima pagina del romanzo, che ha un
finale non poi così prevedibile o scontato.

Dal suo punto di vista avrà anche avuto ragione William Somerset Maugham a non riconoscere più tanto volentieri questo suo figlio giovanile, sicuramente Il Mago non è esente da difetti e l'autore ha certamente scritto romanzi migliori e più "letterari" (ne parleremo prossimamente).

Però questo romanzo di successo ha dalla sua una costruzione dei personaggi e della storia che riescono a renderlo così avvincente da doverlo leggere tutto d'un fiato per arrivare infine a scoprire l'orrendo segreto e il destino riservato ai protagonisti.
Senza dimenticare la felice scrittura dell'autore che seppure non più così moderna, resta pur sempre leggibilissima.

Per chi, poi, è interessato o anche solo affascinato dalle scienze occulte, questo romanzo è imperdibile: l'autore per scriverlo, che fosse direttamente coinvolto nella magia o meno, ha certamente fatto un gran lavoro di documentazione che ha dato i suoi ottimi frutti nella stesura dell'opera che mai, neppure nelle sue parti più irrazionali dà l'impressione di essere una favoletta e anzi riesce ad ottenere la sospensione dell'incredulità da parte di chi legge senza troppa fatica, indipendentemente da quale sia la propria idea rispetto a "certe cose".

Una buona prova letteraria, non scevra da difetti (pochi e che non inficiano il piacere della lettura) che mi sento di consigliare a chiunque abbia provato un minimo di curiosità nel leggere le righe che ho scritto. Buona lettura.



Orlando Furioso (Marzo 2021)