Posted: 02 Mar 2020 12:35 PM PST
Ovvero: manga e la (mia) vecchiaia: cosa mi succede quando leggo i manga e perché continuo a leggerli
QUI trovi tutte le info sul manga
Tokimeki Tonight - Ransie la Strega, di Koi Ikeno
edito in Italia da Star Comics
Ultimamente in moltissime occasioni, compreso questo mio blog, viene fuori la questione della mia età. Quest'anno ne compio sessanta, che non sono centoventi, ma non sono neppure trentacinque. La faccenda dell'invecchiare mi ossessiona abbastanza, quasi non riesco a credere di avere quest'età e credo che mi ci vorrà un po' per abituarmici.
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Come ho scritto poco fa essere fuori target è una cosa che accomuna molte esperienze della mia vita. L'essere fuori target talvolta è complicato perché ci si espone a critiche, sfottò e - accidenti - senso di inadeguatezza, che nessuno ti impone, fai tutto da solo.
Ascoltare Black Metal (e, lo confesso, anche un po' di Death...), amare gli anime di Sailor Moon e di Candy Candy e leggere shojo manga sono tutte cose formalmente non adatte alla mia età. Tra l'altro, sono le cose che mi caratterizzano maggiormente all'esterno: ad esempio per le mie colleghe (sai che le adoro!) sono un giovanotto un po' strano che legge ancora fumetti, ascolta ancora musica rumorosissima e da giovane era un punk.
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la cover dell'edizione giapponese di Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Della mia principale passione - le filosofie, prevalentemente orientali, indiane in particolare - non frega niente a nessuno e infatti le coltivo in solitudine, come credo sia naturale. Non mi ci vedo in un gruppo faceboook di, chessò, Advaita Vedanta Fans o Gruppo Upanishad Piemonte Occidentale.
Insomma io resto l'anziano che legge fumetti e a cui piace Sailor Moon.
Quindi oggi, caro Diario, vorrei spiegarti cosa mi succede quando leggo certi manga o almeno proverò a farlo, prendendo a pretesto Tokimeki Tonight - Ransie la Strega per la ristampa del quale ringrazio tantissimo Star Comics perché la prima edizione me l'ero proprio persa.
Allora, vado nella mia fumetteria preferita - perché è la migliore! - e prendo i primi due numeri di Tokimeki Tonight - Ransie la Strega, molto contento perché letteralmente adoravo il cartone animato, che ho purtroppo visto in modo discontinuo e irregolare.
Quindi divanone preferito (quello un po' più rigido, sai per gli acciacchi alla schiena), occhiali da lettura e via che si comincia.
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Tokimeki Tonight di Koi Ikeno - le immagini le ho prese da uno scan inglese illegale, ribaltato (perché non voglio rovinare i miei volumetti con lo scanner, scusa Blog...) |
...e salta subito fuori la vocina malefica che sussurra che, davvero, sono troppo vecchio per leggere certe cose, e comunque di la c'è sempre quella pila di libri che aspettano di essere letti [e quel meraviglioso saggio-tesi di laurea trovata in Rete sul concetto di Χάος nella Teogonia di Esiodo che ti stai trascinando da un po'] e con tali premesse la lettura del manga comincia nel peggiore dei modi. Come quasi sempre succede.
Tokimeki Tonight racconta di Ranze Eto, una ragazzina delle medie che sembra normale, ma in realtà è figlia di un vampiro e di una lupa mannara, provenienti dal Mondo Magico e attualmente residenti - felicemente - nel nostro piano di realtà. Non è un manga horror, tutt'altro, è uno shojo manga romantico e divertente. Si alternano cotte adolescenziali e incursioni nel mondo Altro, rivalità scolastiche e magie soprannaturali, il tutto condito da una buona dose di umorismo.
Leggo le primissime pagine e la vocina mi sussurra "Ma perché leggi ancora queste sciocchezze?" creandomi non poco disagio. Sto quasi per crederle quando improvvisamente BAM! sono completamente dentro il manga! Niente di mistico, semplicemente un coinvolgimento emotivo fortissimo - merito di quanto sono accattivanti e deliziosi la storia e i disegni di Koi Ikeno - che mi trasporta in quel mondo e accende in me desideri e affetti. Lettura consolatoria, sicuramente, ma quanto adorabile!
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Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Cosa mi succede quando leggo questo tipo di manga? E cosa mi succede invece quando leggo altri tipi di manga o di fumetti?
Banalmente potrei dirti che in questo tipo di manga, e visto che ne stiamo parlando in Ransie la Strega in particolare, entro spiritualmente nella storia [mentre fisicamente mi blocco in una posizione, spesso scorretta o comunque disagevole] e rido e (talvolta) piango soffro e godo con le/i protagonisti e non dico che le/li sento parlare, ma quasi. Entro, azzarderei a dire, in una sorta di estasi che azzera quasi completamente la mia età e le mie condizioni del momento, fisiche e psicologiche.
Essendo un lettore abituale so che questo tipo di sensazione non è tipico, non lo riscontro in tutte le mie letture che, anzi, sono nettamente divise - diciamo così - in tre macrocategorie: 1. leggo e ci sono dentro; 2. leggo cosa accade ad altri; 3. godo prevalentemente dell'artisticità e/o della poesia dell'opera a fumetti.
Questo mi ha portato a riflettere, magari banalmente, su una serie di cose.
Se verso la maggior parte dei manga che leggo e che ovviamente scelgo secondo i miei gusti provo una vera e propria affezione, non nel senso che mi affeziono al manga, ma che mentre lo leggo sono in uno stato affettivo talmente caldo e confortevole da sentirmici parte, mentre verso altri fumetti provo divertimento e curiosità, secondo te, caro Blog, quali fumetti leggerò più volentieri?... [1]
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Esempio concreto: adoro moltissimi fumetti americani di supereroi, adoro soprattutto certi autori - sai benissimo quali sono - e leggo molto volentieri i loro fumetti. Ma non ci entro dentro. Certo, affettivamente sono anch'essi fumetti potentissimi, ma perché sono legati per sempre a un certo periodo della mia vita (periodo non necessariamente bello, tra l'altro...) e quindi è innegabile l'esistenza del fortissimo fattore nostalgia.
Non leggo quasi più supereroi contemporanei perché li sento gelidamente distanti da me, non ho (più) nulla che mi faccia sentire parte di quel qualcosa che gli autori/autrici portano avanti e che evidentemente io non riesco, o non posso, cogliere.
Questa cosa mi ha anche portato a pensare che "i gusti" sono un po' come la conoscenza per certa antica filosofia: conosciamo solo ciò che già sappiamo, ci piace solo ciò che già amiamo. Inutile quindi polemizzare, cercare di convincere, offendersi come facevo io quando qualche ignorant... ehm, volevo dire quando qualcuno criticava gli autori - di fumetti in questo caso - che amavo... [2] . I gusti ce li scegliamo e nulla che esce dallo schema che ci siamo costruiti ci potrà mai far cambiare idea (sempre tranne rare eccezioni, s'intende).
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Non è facile da spiegare, seppure sia spiegabile, questa cosa, questa sorta di intensissima partecipazione [oh, mò lo dico: certe volte mi è capitato di sbavicchiare durante la lettura, mi dimenticavo di deglutire...] ma sicuramente è collegata a qualcosa di molto profondo dentro di me.
E non ha nulla a che fare col realismo delle situazioni (o del disegno, visto che parliamo pur sempre di fumetti). Tornando a Tokimeki Tonight - Ransie la Strega, si tratta di una manga che tutto può dirsi tranne che realistico. E' magico, umoristico, romantico... e surreale. Certo, come tutte le opere racconta una storia e parla anche di altro, ovviamente parla di crescita e di sentimenti e di gestione di se stess* e delle proprie speranze.
La differenza tra i fumetti che leggo e che mi piacciono è un po', questa mi è venuta in mente proprio ora, come la differenza tra il Mito e le tragedie greche: io adoro, letteralmente, entrambi, ma mentre il Mito lo osservo da lontano ma non partecipe, seppur incantato e affascinato e persino costernato di fronte a tale potenza, le tragedie scritte duemilacinquecento anni prima che io nascessi mi pare parlino direttamente alla mia anima, pare che chi ha scritto quelle tragedie mi conoscesse intimamente... [3]
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Non sto paragonando Ransie la Strega a Sofocle dài, non sono così sciocco. Nemmeno sto glorificando le emozioni, men che mai le emozioni fine a se stesse (e un tanto al chilo). Sto parlando d'altro, anche se non capisco bene di cosa.
Forse si tratta di abitare certi luoghi mentre per altri ci si limita a osservare la scena dalla porta.
Mi sento un po' in colpa perché ho parlato pochissimo di quella delizia che è il manga Tokimeki Night - Ransie la Strega, i cui primi due volumetti ho riletto diverse volte (tanto m'è piaciuto), ma ormai lo so già che quando scrivo qui, di qualsiasi cosa io parli, in realtà sto parlando di me stesso. Spero che non sia un banale parlarmi addosso, ma anche fosse... pazienza, evidentemente mi è utile.
Tra le cose che adoro di Ransie la Strega ci sono papà vampiro e mamma licantropa, una coppia litigiosissima e nel contempo innamoratissima che alterna momenti di puro caos con tanto di botte, morsi e lividi (mai troppo seri) a situazioni di commovente tenerezza. Due genitori-mostri dolcissimi e spesso maldestramente severi quando fanno i genitori, decisi quando si tratta di difendere la loro figlia, appassionati quando amanti: no, non ci sono scene sessuali nel manga, ma si capisce bene che la licantropa e il vampiro si amano ancora pazzamente e che l'uno senza l'altra non potrebbe vivere.
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Certo mi piace molto anche Ranze (Ransie), non il massimo della furbizia, ma così dolcemente umana nonostante i suoi poteri sovrannaturali, che scommetto abbandonerebbe senza pensarci un momento per amore. Dolce e tenerissima la figura del suo fratellino.
Come spesso accade nei manga - e forse anche nella vita reale - l'oggetto dell'amore di Ranze, il belloccio Shun Makabe, non è proprio il massimo della simpatia (anzi), ma si intuisce che nasconde dentro di sé cose interessanti e sono sicuro che andando avanti nella storia il personaggio si arricchirà di sfumature inaspettate.
Odiosa come da manuale - ma a me piace un sacco - la nemica-in-amore di Ranze, la perfida Yoko Kamiya, riccia come Sally Brown, figlia adoratissima di un gigantesco mafioso locale, tanto grosso e aggressivo col mondo, quanto tenerissimo con la figlia e impacciatissimo con la mamma di Shun, di cui è non segretamente innamorato.
Personaggi ancora abbozzati, ma per me già sufficientemente personalizzati, che si muovono in questo mondo, anzi in questi mondi - per Ranze e famiglia il Mondo Magico è reale e presente quasi quanto il mondo nostro - in modo impacciato e insicuro, mai certi dei risultati delle loro azioni, che spesso sono poco meditate e causano un sacco di guai. C'è molto amore in questo manga e, per me, non si tratta dell'amore mieloso e finto delle storie mal riuscite: nonostante l'abbondanza di cuoricini e stelline (è pur sempre uno shojo manga, no?) io lì dentro percepisco un bel tipo di amore, anche se solo raccontato. Comunque amore qui amore là e intanto il secondo volumetto finisce col progetto di un omicidio?!? Staremo a vedere.
Se verso la maggior parte dei manga che leggo e che ovviamente scelgo secondo i miei gusti provo una vera e propria affezione, non nel senso che mi affeziono al manga, ma che mentre lo leggo sono in uno stato affettivo talmente caldo e confortevole da sentirmici parte, mentre verso altri fumetti provo divertimento e curiosità, secondo te, caro Blog, quali fumetti leggerò più volentieri?... [1]
Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Esempio concreto: adoro moltissimi fumetti americani di supereroi, adoro soprattutto certi autori - sai benissimo quali sono - e leggo molto volentieri i loro fumetti. Ma non ci entro dentro. Certo, affettivamente sono anch'essi fumetti potentissimi, ma perché sono legati per sempre a un certo periodo della mia vita (periodo non necessariamente bello, tra l'altro...) e quindi è innegabile l'esistenza del fortissimo fattore nostalgia.
Non leggo quasi più supereroi contemporanei perché li sento gelidamente distanti da me, non ho (più) nulla che mi faccia sentire parte di quel qualcosa che gli autori/autrici portano avanti e che evidentemente io non riesco, o non posso, cogliere.
Questa cosa mi ha anche portato a pensare che "i gusti" sono un po' come la conoscenza per certa antica filosofia: conosciamo solo ciò che già sappiamo, ci piace solo ciò che già amiamo. Inutile quindi polemizzare, cercare di convincere, offendersi come facevo io quando qualche ignorant... ehm, volevo dire quando qualcuno criticava gli autori - di fumetti in questo caso - che amavo... [2] . I gusti ce li scegliamo e nulla che esce dallo schema che ci siamo costruiti ci potrà mai far cambiare idea (sempre tranne rare eccezioni, s'intende).
Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Non è facile da spiegare, seppure sia spiegabile, questa cosa, questa sorta di intensissima partecipazione [oh, mò lo dico: certe volte mi è capitato di sbavicchiare durante la lettura, mi dimenticavo di deglutire...] ma sicuramente è collegata a qualcosa di molto profondo dentro di me.
E non ha nulla a che fare col realismo delle situazioni (o del disegno, visto che parliamo pur sempre di fumetti). Tornando a Tokimeki Tonight - Ransie la Strega, si tratta di una manga che tutto può dirsi tranne che realistico. E' magico, umoristico, romantico... e surreale. Certo, come tutte le opere racconta una storia e parla anche di altro, ovviamente parla di crescita e di sentimenti e di gestione di se stess* e delle proprie speranze.
La differenza tra i fumetti che leggo e che mi piacciono è un po', questa mi è venuta in mente proprio ora, come la differenza tra il Mito e le tragedie greche: io adoro, letteralmente, entrambi, ma mentre il Mito lo osservo da lontano ma non partecipe, seppur incantato e affascinato e persino costernato di fronte a tale potenza, le tragedie scritte duemilacinquecento anni prima che io nascessi mi pare parlino direttamente alla mia anima, pare che chi ha scritto quelle tragedie mi conoscesse intimamente... [3]
Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Non sto paragonando Ransie la Strega a Sofocle dài, non sono così sciocco. Nemmeno sto glorificando le emozioni, men che mai le emozioni fine a se stesse (e un tanto al chilo). Sto parlando d'altro, anche se non capisco bene di cosa.
Forse si tratta di abitare certi luoghi mentre per altri ci si limita a osservare la scena dalla porta.
Mi sento un po' in colpa perché ho parlato pochissimo di quella delizia che è il manga Tokimeki Night - Ransie la Strega, i cui primi due volumetti ho riletto diverse volte (tanto m'è piaciuto), ma ormai lo so già che quando scrivo qui, di qualsiasi cosa io parli, in realtà sto parlando di me stesso. Spero che non sia un banale parlarmi addosso, ma anche fosse... pazienza, evidentemente mi è utile.
Tra le cose che adoro di Ransie la Strega ci sono papà vampiro e mamma licantropa, una coppia litigiosissima e nel contempo innamoratissima che alterna momenti di puro caos con tanto di botte, morsi e lividi (mai troppo seri) a situazioni di commovente tenerezza. Due genitori-mostri dolcissimi e spesso maldestramente severi quando fanno i genitori, decisi quando si tratta di difendere la loro figlia, appassionati quando amanti: no, non ci sono scene sessuali nel manga, ma si capisce bene che la licantropa e il vampiro si amano ancora pazzamente e che l'uno senza l'altra non potrebbe vivere.
Tokimeki Tonight di Koi Ikeno |
Certo mi piace molto anche Ranze (Ransie), non il massimo della furbizia, ma così dolcemente umana nonostante i suoi poteri sovrannaturali, che scommetto abbandonerebbe senza pensarci un momento per amore. Dolce e tenerissima la figura del suo fratellino.
Come spesso accade nei manga - e forse anche nella vita reale - l'oggetto dell'amore di Ranze, il belloccio Shun Makabe, non è proprio il massimo della simpatia (anzi), ma si intuisce che nasconde dentro di sé cose interessanti e sono sicuro che andando avanti nella storia il personaggio si arricchirà di sfumature inaspettate.
Odiosa come da manuale - ma a me piace un sacco - la nemica-in-amore di Ranze, la perfida Yoko Kamiya, riccia come Sally Brown, figlia adoratissima di un gigantesco mafioso locale, tanto grosso e aggressivo col mondo, quanto tenerissimo con la figlia e impacciatissimo con la mamma di Shun, di cui è non segretamente innamorato.
Personaggi ancora abbozzati, ma per me già sufficientemente personalizzati, che si muovono in questo mondo, anzi in questi mondi - per Ranze e famiglia il Mondo Magico è reale e presente quasi quanto il mondo nostro - in modo impacciato e insicuro, mai certi dei risultati delle loro azioni, che spesso sono poco meditate e causano un sacco di guai. C'è molto amore in questo manga e, per me, non si tratta dell'amore mieloso e finto delle storie mal riuscite: nonostante l'abbondanza di cuoricini e stelline (è pur sempre uno shojo manga, no?) io lì dentro percepisco un bel tipo di amore, anche se solo raccontato. Comunque amore qui amore là e intanto il secondo volumetto finisce col progetto di un omicidio?!? Staremo a vedere.
Orlando Furioso (Marzo 2020)
Note:
[1] Né manga né supereroi: un altro fumetto che mi fa lo stesso effetto di affettività, pur essendo una strip antica, è Nancy e Sluggo di Ernie Bushmiller.
[1] Né manga né supereroi: un altro fumetto che mi fa lo stesso effetto di affettività, pur essendo una strip antica, è Nancy e Sluggo di Ernie Bushmiller.
[2] Bisogna anche dire che certe "critiche" dimostravano un'ignoranza così crassa e bassa che, davvero, il mio offendermi era completamente fuori luogo. Lo capii un giorno di una quindicina di anni fa in seguito all'episodio che vado a narrare.
Un mio graziaddio ex-collega mi chiese se la sera prima avevo visto un filmaccio, Rambo o che ne so. Io - ebbene caro Blog, risposi nel tono più sereno e tranquillo possibile dicendo semplicemente "no, non l'ho visto". Il mio graziaddio ex-collega, di punto in bianco!, mi aggredì verbalmente dicendomi "sì, di certo non l'hai visto perché a te piaceranno quelle merde di film francesi [sic] in cui non si capisce un cazzo, perché voi [chi?...] ve la tirate e non vi abbassate a guardare i film d'azione, eh?"...
Ok, era chiaro che aveva digerito male la colazione. Senza ribattere, stavo per voltarmi e uscire, quando quasi fisicamente mi spinse contro il muro continuando la filippica (io sempre in silenzio, eh): "perché a me non me ne frega un cazzo di quelle menate da intellettuali [dici a me?... IO SAREI UN INTELLETTUALE???????] e sai una cosa? Se a me non piace una cosa me ne sbatto se è famosa [sic], a me la Divina Commedia mi fa cagare! [Shiva perdonalo] E sai una cosa? Picasso mi fa cagare e non sapeva neanche disegnare!"
Qui mi sono sentito in dovere di blaterare un timido "...no guarda, veramente Picasso disegnava benissim..." "NON E' VERO! Non sapeva neanche disegnare! Han trovato le prove! Sono uscite delle lettere [sic] in cui dice che è riuscito a fregare tutti diventando il pittore più famoso del mondo senza neanche saper disegnare!!! [immaginare bava che svolazza nell'aere].
L'aggressione continuò: mi accusò di non so assolutamente cosa perché io i viaggi in India me li ero praticamente autorganizzati col gruppo di viaggio e invece lui "era andato nei club mediterranééé" o come cazzo si chiamano, perché non voleva certo prendersi le pulci [mai preso pulci in India, io!]. Insomma, ignorante e pure razzista e credo che mi accusasse di... una cosa tipo radical-chichismo, se avesse conosciuto il termine. Cioè, io ero andato in India vedendo circa il 16.000% in più di India rispetto a quella che aveva visto lui, spendendo oltretutto meno della metà della metà della metà (oh, i clubméd costicchiano eh!), per, non so; tirarmela o una cosa del genere...
Ecco, in quel momento capii che, davvero, non vale la pena sprecare un grammo della propria energia per discutere con chi ha i propri gusti così ben strutturati e non è caratterialmente o culturalmente disposto a fare un mezzo giro con la testa per prendere in considerazione - o anche solo per vedere - altro.
[3] Se t'interessa, caro Blog, la mia preferita tra tutte forse è l'Antigone di Sofocle, che mi fa versare lacrime ogni volta che la leggo.
Un mio graziaddio ex-collega mi chiese se la sera prima avevo visto un filmaccio, Rambo o che ne so. Io - ebbene caro Blog, risposi nel tono più sereno e tranquillo possibile dicendo semplicemente "no, non l'ho visto". Il mio graziaddio ex-collega, di punto in bianco!, mi aggredì verbalmente dicendomi "sì, di certo non l'hai visto perché a te piaceranno quelle merde di film francesi [sic] in cui non si capisce un cazzo, perché voi [chi?...] ve la tirate e non vi abbassate a guardare i film d'azione, eh?"...
Ok, era chiaro che aveva digerito male la colazione. Senza ribattere, stavo per voltarmi e uscire, quando quasi fisicamente mi spinse contro il muro continuando la filippica (io sempre in silenzio, eh): "perché a me non me ne frega un cazzo di quelle menate da intellettuali [dici a me?... IO SAREI UN INTELLETTUALE???????] e sai una cosa? Se a me non piace una cosa me ne sbatto se è famosa [sic], a me la Divina Commedia mi fa cagare! [Shiva perdonalo] E sai una cosa? Picasso mi fa cagare e non sapeva neanche disegnare!"
Qui mi sono sentito in dovere di blaterare un timido "...no guarda, veramente Picasso disegnava benissim..." "NON E' VERO! Non sapeva neanche disegnare! Han trovato le prove! Sono uscite delle lettere [sic] in cui dice che è riuscito a fregare tutti diventando il pittore più famoso del mondo senza neanche saper disegnare!!! [immaginare bava che svolazza nell'aere].
L'aggressione continuò: mi accusò di non so assolutamente cosa perché io i viaggi in India me li ero praticamente autorganizzati col gruppo di viaggio e invece lui "era andato nei club mediterranééé" o come cazzo si chiamano, perché non voleva certo prendersi le pulci [mai preso pulci in India, io!]. Insomma, ignorante e pure razzista e credo che mi accusasse di... una cosa tipo radical-chichismo, se avesse conosciuto il termine. Cioè, io ero andato in India vedendo circa il 16.000% in più di India rispetto a quella che aveva visto lui, spendendo oltretutto meno della metà della metà della metà (oh, i clubméd costicchiano eh!), per, non so; tirarmela o una cosa del genere...
Ecco, in quel momento capii che, davvero, non vale la pena sprecare un grammo della propria energia per discutere con chi ha i propri gusti così ben strutturati e non è caratterialmente o culturalmente disposto a fare un mezzo giro con la testa per prendere in considerazione - o anche solo per vedere - altro.
[3] Se t'interessa, caro Blog, la mia preferita tra tutte forse è l'Antigone di Sofocle, che mi fa versare lacrime ogni volta che la leggo.
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