giovedì 1 luglio 2021

OVERground

Posted: 27 Sep 2020 02:28 AM PDT

Antoine Wiertz's painting of a man buried alive - fonte dell'immagine


 

Netflics, Amazzone Primavideo, Ante-prima, Instagrammo, fakeboook... [1]

Per molte persone queste sono le uniche fonti di informazione e di "ricerca" di prodotti dei quali fruire: letteratura, fumetti, film ecc.

Faccio fatica, in quanto persona anziana pre-digitale e ancora frequentatore di biblioteche pubbliche, a comprendere la rinuncia a priori della ricerca di produzioni/opere altre, ovvero al di sotto dell'hype e di quello che chiamo OVERground, cioè del mainstream più hardcore.

Una sentenza molto comune recita che più importante della meta sia il viaggio e la vita spesso mi ha confermato questa massima. L'ho applicata, e cerco ancora di applicarla, nella mia ricerca di "cose" cioè di opere dell'ingegno umano delle quali io possa fruire.
Ciò non significa che io viva in una caverna né che io abbia rinunciato alla fruizione di opere mainstream: in questo momento sto rivedendo per l'ennesima volta tutte le stagioni di BTVS e ho appena terminato di leggere per la nona volta Sandman di Neil Gaiman, 
produzioni tutt'altro che sotterranee e leggo regolarmente comics e manga mainstream.

 

Tara e Willow, da Buffy The Vampire Slayer

Da quando ho cominciato a uscire dal bozzolo della famiglia, direi dai 12-13 anni in poi, ho sempre cercato anche fonti altre rispetto a quelle fornite ad esempio dagli organi istituzionali (tv, radio, giornali, riviste...). Da sempre ho cercato, quando potevo, quando riuscivo, di andare a vedere sotto e oltre le cose che mi venivano sbattute in faccia. 

Grazie a questo atteggiamento inquieto mi è capitato spesso di scoprire tesori che mi hanno cambiato la vita e quasi altrettanto spesso di sentirmi spaesato, senza radici, deluso. Ma il gioco ha sempre valso la candela.

Oggi una delle cose che mi colpiscono di più di questa globalizzazione è il fatto che tutt* leggiamo, ascoltiamo, guardiamo, mangiamo le stesse cose. E, grazie a Ichea, abbiamo anche le case arredate allo stesso identico modo.
Questo pare non causare problemi a nessuno e le rare volte che riesco ad impostare una discussione in merito le risposte che sento sono sempre le stesse: "Ma a me piacciono proprio quelle cose!" "Sono io che scelgo!" "Perché devo andare a cercare cose che non mi interessano?".

Non sto criticando nessuno, sto solo cercando di comprendere. Ognun* deve poter fruire di ciò che vuole senza impedimenti di sorta, ci mancherebbe.


                                 questo bel film di Pasquale Misuraca
                     intitolato
 Vita e morte e miracoli di Eftimios è su YouTube
                  https://www.youtube.com/watch?v=e5hreaIQvy4&t=3002s
                                               [VEDI NOTA 2. a fondo pagina]





Ma, mi chiedo... se non ci si pone mai il problema di uscire dai soliti canali mainstream (Netflics ecc.) le nostre scelte sono davvero scelte? Quando vado al ristorante io non scelgo cosa mangiare, io scelgo cosa mangiare tra quello che il ristorante mi propone.
Quindi, continuo a chiedermi, quanto la mia voglia di vedere un film dipende da me e quanto da ciò che mi viene proposto dai soliti canali?
Guardo quello che vorrei davvero guardare o guardo ciò che tutti guardano potendo muovermi solamente tra i canali in cui ci siamo ingabbiati da soli/e?

Mi chiedo ancora: è un caso che i vari Amazzone Primovideo ecc. non abbiano quasi nessun film dei miei registi preferiti (compresi registi ultrafamosi; o per lo meno, ultrafamosi un tempo)?
Qual è la mia vera scelta se mi limito a scorrere le proposte delle varie piattaforme, di qualsiasi tipo esse siano?
Non è un caso se su Spotifai manchino centinaia di band/artisti che adoro e che come me adorano decine di migliaia di persone.
Quella sì, però, potrebbe essere una vera scelta: come artista/band scelgo di non essere su Spotifai o su Musica Amazzone e se mi vuoi ascoltare devi cercarmi altrove.

Zoetrope: Amnesty (non cercatelo su Spotifai...)
https://www.youtube.com/watch?v=boo1bAR1jNQ

[VEDI NOTA 2. a fondo pagina]




La gioia dell'underground

Da un po' di tempo in casa nostra non si ascoltano più radio commerciali: ascoltiamo esclusivamente una radio istituzionale (Radio Tre) che ascoltiamo da sempre, e due radio completamente autogestite (Radio Onda Rossa e Radio Popolare). La differenza con le radio commerciali è enorme, sia per la musica trasmessa, ma soprattutto per i contenuti.

Abbiamo scelto di eliminare le radio commerciali dalla nostra casa perché non ne potevamo più della musica orrenda e degli altrettanto orrendi contenuti che trasmettevano, specialmente dopo l'acquisizione di alcune radio (e giornali, e riviste...) da parte di una certa famiglia italiana che un tempo produceva autoveicoli (e lo fa ancora, credo): oltre a tonnellate di pubblicità martellante (e mi viene in mente che il mio cervello registra tutto, sia che io coscientemente lo voglia o meno), la cosa più becera sono i "valori" - culturali, politici, umani ecc. - che vengono diffusi in modo apparentemente innocente e divertente.

SPEED DEMON, una delle fanzine cui ho collaborato.
QUI potete leggere l'intero numero 3

Non è un caso, di nuovo, se certi contenuti, informazioni, analisi, discussioni, proposte li ho sempre trovati quasi esclusivamente dentro produzioni cosiddette underground, autogestite, il più possibile al di fuori di logiche di profitto. Ne ho avuto anche esperienza diretta avendo partecipato nella mia vita pre-internet (e pre-pc) alla creazione, produzione e diffusione di varie fanzine: assicuro che i contenuti di quelle fanzine non si potevano trovare altrove.

Leggiamo, guardiamo, ascoltiamo le stesse cose: davvero va bene così? 

Cosa sto dicendo? Che tutto ciò che è mainistream è da buttare?
Ma no, proprio no: su Rai 5 trasmettono delle splendide opere liriche alle quali non vorrei mai rinunciare; su Rai Storia (ogni tanto...) trasmettono dei film difficili da vedere altrove e molto interessanti, fruisco e amo molte cose mainstream.

Sto solo esprimendo il mio stupore, e il mio dispiacere perché no, per la rinuncia da parte di molte persone a cercare - almeno ogni tanto - altro che non sia quello che ci viene propinato come unica scelta possibile. Sono pazzo per questo?

Mi sembra che la maggior parte delle persone voglia solo... essere intrattenuta, perché è giustamente stanca (lavoro, incombenze famigliari e burocratiche ecc.) e quindi desideri spegnere per un po' il cervello e non pensare.
Per me - lo ammetto, è una mia personale paura - spegnere il cervello e non pensare equivale a uno stato di pre-morte. Non voglio essere intrattenuto, voglio anzi che la mia curiosità sia perennemente stimolata e voglio continuare a imparare e cercare cosa c'è dietro e cosa c'è sotto.
Cosa c'è sotto l'OVERground.
Non sempre, ma spesso. Più spesso che posso.

Oggi, per me, underground ha un significato diverso da quello che aveva un tempo: per me è ciò che non ci viene calato addosso dalle "piattaforme" da cui siamo sempre più - felicemente? - dipendenti.

 

Pinopiloto di Marco Bailone

intrattenimento

(quanto segue è tratto da un'email scritta ad un'amica qualche tempo fa)

Per quanto riguarda il termine "intrattenimento", termine che come giustamente fai notare è assolutamente figlio dell'americanesimo nel quale viviamo immers*, io non lo uso mai se non con accezione negativa.
 
Magari sbaglio, ma a me "intrattenimento" fa venire subito in mente l'espressione "perdere tempo", "far passare il tempo", tutte cose che detesto, per svariati motivi.
Un po' per motivi politici: le sempre più massicce dosi di intrattenimento dalle quali veniamo talvolta letteralmente investit*, non sono certo casuali, così come non è casuale l'invenzione di fakeboo*k e dei vari social (guarda caso sempre inventati da maschi, bianchi, eterosessuali, di destra), ma servono appunto a... in-trattenerci, ossia a trattenerci dentro, ad evitare cioè il più possibile che si faccia altro, che si socializzi sul serio e che si contesti che si vada, appunto, oltre l'offerta imbonitrice dalla quale siamo schiacciat*.
 
Conosco persone che si sono letteralmente instupidite sui social, che pensano sul serio di fare la differenza con qualche click, che si sentono la coscienza a posto perché invece di andare a strillare in piazza, hanno "clickato" o "firmato una petizione online".
Questo è esattamente lo scopo per cui sono stati inventati i social.
 
Mi si potrebbe obiettare: "e la [cosiddetta] primavera araba?"
Rispondo io: mi fai cortesemente vedere che accidenti è rimasto della, anzi delle primavere arabe?
 
Young Frankenstein (1974, Mel Brooks)

 
I social sono strumenti del potere e mai e poi mai possono essere rivolti contro di esso. Se non, appunto, in modo del tutto illusorio.
Ma dio bonino, come accidenti si fa a pensare di usare uno strumento in modo "autonomo" o addirittura "rivoluzionario" quando a quello stesso strumento regaliamo tutti i nostri dati, i nostri segreti, i nostri gusti, la nostra socialità, la nostra vita?

L'intrattenimento è, da sempre!, l'oppio delle masse, non occorre essere marxisti per capirlo.
La gente va sempre meno in chiesa? Tranquill*, va sempre più sui social, che forse funzionano anche meglio della chiesa (delle varie chiese).
So di avere un'ottica piuttosto pessimistica, ma credo che la realtà sia ben poco ottimistica e/o piena di speranze.

Non sono certo un monaco o un asceta, ma cerco di intrattenermi il meno possibile, ossia quando usufruisco di un prodotto di intrattenimento, cerco di non farmelo passare addosso in modo acritico e cerco sempre di capire cosa c'è dietro e comunque di imparare qualcosa.
 
Un esempio: non so se hai presente The Big Bang Theory, la sitcom americana ambientata a Pasadena con protagonist* cinque nerd e tre ragazze; ebbene questa serie ha avuto un successo clamoroso, anche tra persone apparentemente politicizzate, ma ben poch* hanno sottolineato quanto questa serie sia maschilista (ad esempio) e quanto mostri le persone appassionate di qualcosa (qualsiasi cosa, ma principalmente fumetti, film, serie tv ecc.) come dei sociopatici però simpatici eh!, le quali persone diventano finalmente adulte quando mettono su famiglia (famiglie bianche ed eterosessuali, mi raccomando!).

Ma se faccio notare queste cose agli/alle amici/che divento pesante, pessimista, complottista, comunista (sì, grazie), noioso, nemico del divertimento ecc. ecc.
Quindi smetto di farlo notare, perché ho già perso in partenza.
Pazienza.
Continuo a leggere libri e fumetti e a guardare qualche telefilm e cerco di non farlo con la bocca aperta pronto a ingoiare qualsiasi cosa in modo acritico solo perché divertente. (D'altronde anche sul concetto di divertente ce ne sarebbero di cose da dire... c'è chi si diverte a dar fuoco ai senza tetto, per dire...).


"Siamo formati da quello che guardiamo quindi è difficile creare immagini nuove senza parlare di quelle che abbiamo già dentro; assorbiamo tanto materiale che è impossibile pensare di fare qualcosa di nuovo credendo di essere originali" (Ra di Martino, da il manifesto 26/09/2020)

https://www.youtube.com/watch?v=BzWRT-PAGQk&t=1892s

La meravigliosa colonna sonora durante la scrittura di quanto sopra
(infarcito da insopportabile pubblicità, of course...) [VEDI NOTA 2]


Orlando Furioso (Settembre 2020)

 

Nota:
1. I nomi delle piattaforme sono volutamente scritti in modo scorretto in modo che il maggiore, e monopolista, motore di ricerca in rete non le associ a questo scritto. 

2. Ho appena scoperto che nella versione per smartphone NON sono visibili i video caricati da YouTibe. Accidenti...