lunedì 14 giugno 2021

Doctor Strange n. 1

 Posted: 14 Jun 2016 12:18 PM PDT



Doctor Strange n. 1


Jason Aaron, storia
Chris Bachalo, matite & colori
Tim Townsend, Al Vey & Mark Irwin, chine


mensile, spillato, colore, 64 pag.


euro 3,30




Marvel - Panini Comics




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Per dire quant'è stato importante per me il personaggio del Doctor Strange ["doctor" è la nuova dizione; fino ad oggi, qui da noi, è sempre stato il "dottor Strange"; ma si sa, il Marvel Cinematic Universe impone non solo nuove origini e ambienbtazioni, ma anche nuove dizioni], creato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1963, mi tocca raccontare un aneddoto personale - tanto oramai lo sapete che questo blog in realtà è la mia autobiografia.
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Doc Strange disegnato da Steve Ditko nel 1965
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Era il 1972 e con un amichetto coetaneo, dodicenne pure lui, si voleva fare un fumetto del Dottor Strange. Non dell'Uomo Ragno e neppure dei Fantastici Quattro o di Thor, no: proprio del Dottor Strange, un personaggio pubblicato al tempo in appendice al quattordicinale italiano de L'Uomo Ragno. Dunque percepibile come personaggio "minore", dato che non aveva una testata a suo nome.
Il fatto è che nonostante amavassimo sia l'Uomo Ragno che Thor che i Fantastici Quattro, Devil, i Vendicatori e tutti gli altri, il Dottore aveva qualcosa di particolare che ci faceva sognare un pochino di più degli altri personaggi: era - letteralmente - magico.

Le sue avventure si svolgevano nel mondo dei sogni, governato dal terrificante Incubo, oppure in dimensioni così aliene dalla nostra realtà che non dovevamo neppure mettere in atto il meccanismo della sospensione dell'incredulità, in quanto, come dice il professor Milius in quel capolavoro di Dario Argento che è Suspiria:

"la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti, è creduta;
quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est"

Avete presente Harry Potter? Il suo incredibile successo non è dovuto alle qualità letterarie dei romanzi, che per altro sarebbero impercepibili dalle giovanissime lettrici/lettori, ma dal fatto che si parli di magia e la si mostri come assolutamente presente, quasi necessaria, qui e ora, nel nostro mondo. Non c'è bisogno di crederci, sembra quasi il messaggio di fondo, perché essa è.
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...questo era uno degli scenari meno strani in cui si trovava ad operare Strange (S. Ditko)
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Posso assicurare che per un dodicenne del 1972 la magia aveva un'attrattiva ancora maggiore di quella che può avere al giono d'oggi, ma a differenza di oggi non era un argomento così presente nella cultura di massa e dunque personaggi come il Dottor Strange e periodici come il Corriere della Paura supplivano egregiamente a quella carenza e soddisfavano pienamente il desiderio di magia - ossia di credere in qualcosa di diverso dalla realtà che ci circonda(va) - che avvolgeva noi e i nostri sogni di dodicenni.
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Per me immergermi nella lettura delle - pazzesche, è il caso di dirlo - avventure del Dottor Strange equivaleva a una vera e propria esperienza psichedelica in quanto venivo trasportato (quasi "di peso", direi) in dimensioni da vertigine e non era raro che durante la notte sognassi alcuni di quegli scenari.
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Il grandissimo Steve Ditko era un maestro nel descrivere graficamente ciò che era graficamente indescrivibile e non è un caso se Doc Strange nella seconda metà degli Anni 60 diventò un piccolo mito all'interno dei circoli della controcultura americana concentrata inizialmente tra gli studenti e le studentesse dei colleges.

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Strange ed Eternità... (S. Ditko)
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Prospettive assurde e avulse da qualsiasi pretesa di tridimensionalità, scenari di altre dimensioni che sarebbero piaciuti a Lovecraft, personaggi dai nomi impronunciabili pronti ad invadere la nostra dimensione per renderci schiavi per l'eternità - come Dormammu, il Signore della Dimensione Oscura e senz'altro il mio preferito - e, genialmente, personaggi che impersonavano Idee e Concetti Astratti, come Eternità e il Tribunale Vivente!
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Non c'erano chissà quali profondi concetti in queste avventure, che soprattutto inizialmente non duravano che poche pagine; eppure ogni lettore/lettrice poteva trovarci dentro qualcosa di personale e - perché no - di profondo. E poi c'erano gli irresistibili incantesimi di Dottor Strange - Per le Sacre Bande di Cyttorak! - e i suoi parafernalia che conoscevamo come le nostre tasche: l'Occhio di Agamotto, la Cappa della Levitazione, il suo Sancta Sanctorum... e la sua fidanzata Clea e il suo fedele "servitore" (così veniva presentato) Wong...
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il terribile Dormammu (S. Ditko)
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Ecco: sebbene io mi sforzi sul serio di evitare di ragionare e di "sentire" i fumetti attuali filtrandoli con improbabili nostalgie e sebbene, al contrario della vox populi, io pensi che i personaggi appartengano all'editore e ai creatori/creatrici che sono liberi di farci quello che vogliono (così come io sono libero di accettarne o meno le diverse interpretazioni), ebbene in questo caso mi devo proprio mordere la lingua per non sbottare in "Questo non è il "mio" Dottor Strange!".
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E dopo questo coming out, col quale vanno filtrate tutte le parole da me scritte in quest'articolino che come al solito tutto vuol essere tranne che "obiettivo", vado a raccontarvi qualcosa sul primo numero del Doctor Strange del Nuovissimo Universo Marvel (All-New, All-Different Marvel).
Comincio col dire che questa testata era quella da me più attesa: ciò significa che il livello di aspettative, benché non sapessi assolutamente cosa aspettarmi, era decisamente alto.
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Avevo reincontrato Stephen Vincent Strange - questo il suo nome completo - su Secret Wars dopo moltissimo tempo che non ne avevo notizie e non ne seguivo più le gesta. La caratterizzazione del Dottore fatta da Jonathan Hickman e Esad Ribic mi era piaciuta moltissimo e anche se ne avevo visto l'assassinio perpetrato da Victor von Doom, ero certo che l'avrei ritrovato nel Nuovissimo Universo Marvel.

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Doctor Strange e Victor von Doom (Dottor Destino) - da Secret Wars n. 4 - Panini Comics
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Una testata tutta per lui, per Doctor Strange, mi sembra un'ottima idea e una cosa molto desiderabile; inoltre tra poco uscirà il film che potrebbe fungere almeno un po' da traino per il fumetto (anche se in realtà credo che oramai avvenga proprio il contrario... ma la speranza è l'ultima a morire, come si dice).
Il Dottore è un personaggio che ha un grande potenziale e che si presta a un'infinità di letture e di avventure, di questo ne sono convinto. E soprattutto continuo a ripetermelo per cercare di evitare quel "Questo non è il "mio" Dottor Strange!" che comunque continua a rimbombarmi nella testa.
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Dunque: uno dei miei attuali autori preferiti - Jason Aaron (che scrive anche La Potente Thor e un altro bel po' di roba) insieme a un disegnatore che apprezzo parecchio - Chris Bachalo - re-interpretano Doctor Strange in un modo nuovo e diverso dal solito e io mi sto a lamentare come i vecchi brontoloni che si stizziscono perché l'Uomo Ragno non è più lo stesso di quando lo leggevano loro, cioè circa cinque decenni fa?!?

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da Doctor Strange n. 1 di Jason Aaron e Chris Bachalo
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Il Doc che ricordo io è un signore brizzolato serio, direi quasi serioso, e discretamente compassato (tranne quando combatte per la salvezza della nostra Dimensione, s'intende: in quei casi si lasciava un pochino - ma solo un pochino - andare), molto pudico e poco incline alle relazioni sociali; ha una personalità molto profonda ed è quasi schiacciato dal senso di responsabilità che il suo dovere di custode gli impone, tant'è vero che la maggior parte delle persone, che siano eroi, eroine o semplici passanti, non sospetta neppure quali pericoli minaccino la nostra Dimensione e quali immani fatiche deve affrontare il Dottore, sempre a rischio di dannare la sua stessa anima immortale...
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Ecco, il Doctor Strange di Secret Wars - quindi parliamo di qualche mese fa, non del 1963 - rispecchiava ancora abbastanza questo mio chiamiamolo pure pregiudizio.
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D'altronde la sua stessa origine è tutt'altro che ironica: Stephen Strange era un chirurgo di fama mondiale con un ego tanto sconfinato e una tale bramosia di guadagno e potere da abbandonare emozioni umane quali la compassione, la solidarietà e l'amore. Un incidente d'auto mise fine a tutto ciò danneggiandogli quanto di più prezioso possedeva: le sue mani. Distrutto nell'ego, menomato nel fisico e abbandonato da tutti, ridotto ai limiti dell'alcolismo e della miseria, Strange si mise in cerca di una leggendaria "cura" che avrebbe trovato, stando alle dicerie sussurrate in giro, tra le desolate (e occupate militarmente dalla Cina) lande del Tibet. Non trova cura per le sue mani, ma trova invece l'Antico che diventerà il suo Maestro e lo istruirà nelle Arti Magiche (magia nera compresa) sino a renderlo lo Stregone Supremo (dell'Universo Marvel).

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da Doctor Strange n. 1, di Jason Aaron e Chris Bachalo
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In questo primo numero di Doctor Strange non troviamo granché di tutto quanto detto finora. E s'intende che, per ora, non l'ho presa proprio benissimo.
Abbiamo, invece, un Doctor Strange che sembra molto più giovane, non porta più quella "ambigua calzamaglia" (battuta un po' infelice, non trova signor Scatasta?), ma invece come la metà degli eroi/eroine Marvel porta ormai dei Doctor(!)Martens ai piedi, - SPOILERlimona con le demonesse come se fosse la cosa più naturale del mondo - FINE SPOILER -, ha fama di gran seduttore e si ritrova al bar con le altre streghe e stregoni a "vantarsi con gli amici", battutine a non finire e via di questo passo. Insomma, proprio poco in comune col vecchio Doc.

Ciò è bene? E' male? E' colpa del Marvel Cinematic Universe? Sto invecchiando inesorabilmente? (Sull'ultima cosa ahimé non ci sono dubbi...). Ma soprattutto: perché tengo bene il colpo quando a "svecchiare" sono altri personaggi come Cap America, Thor, Ms Marvel, Wolvie e invece me la prendo così per l'evoluzione di un Doctor Strange che oltretutto non seguivo da decenni?

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...sì: è in mutande... (retro-cover del n. 1 di Doctor Strange)
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Ricordo una frase che lessi in merito al mio articoletto su Superior Spider-Man - chi proprio vuol farsi del male può leggerlo qui - che mi gasò molto e sovralimentò il mio già ipertrofico ego: qualcuno commentò su un social, in modo molto favorevole, che un "vecchio" lettore di Spider-Man (più "vecchio" che "lettore di Spider-Man", a essere onesti...) riusciva finalmente a godersi una storia senza frapporre ad essa i propri pregiudizi e le proprie chiusure mentali al "nuovo". Eh, in effetti... Aveva ragione, costui. Talmente ragione che quando Peter Parker tornò in possesso del proprio corpo e della propria mente, io ressi per soli tre numeri e poi abbandonai acquisto e lettura del Ragnetto.

Ma comunque, era per dire che - davvero - cerco di godermi le cose e le storie senza farmi troppo influenzare dalle mie passate letture. Non sto dicendo che esse non m'influenzano: dico solo che normalmente riesco abbastanza a gettare l'influenza nel cesso e a leggere divertendomi (e, se riesco, anche riflettendo sul mondo e la vita).

Beh, con questo primo numero di Doctor Strange non ce l'ho fatta a godermi la differenza, ma non sono pessimista e conto di proseguire nell'acquisto perché ci sono anche delle cose belle (stiamo per vederle) e anche perché dal prossimo numero dovrebbe cominciare la serie su Scarlet (ex Scarlet Witch, Wanda Maximoff), la strega mutante, e a scriverla è James Robinson che è un autore interessante e inoltre negli Usa la serie è Rated T+, ossia più o meno "vietato ai minori di 13 anni".

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da Doctor Strange n. 1 (Aaron - Bachalo)
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Dicevamo delle cose belle di questo primo numero di Doctor Strange: beh, prima di tutto i magnifici disegni di Chris Bachalo, forse l'autore più distante al mondo dai vari Steve Ditko o Frank Brunner (uno dei miei idoli, tanto per dire; il mio secondo Strange-disegnatore preferito, perchéil primo è:) o Gene Colan. Bene, va bene, va benone, svecchiamo l'imagine e via quella "ambigua calzamaglia" (...),ok, non puoi proporre alle persone giovanissime un mago vecchiotto e brizzolato, lo capisco.
Chris Bachalo è capace di inventare scenari intricatissimi, anche se forse più fantasy che mistici, ma comunque intriganti e divertenti.

Prevedo poi cose interessanti per Wong, personaggio che mi è sempre piaciuto, ma che ho sempre trovato un po' monotematico, e poi dava del "voi" al Maestro! Ora lui e Strange paiono amiconi e questo potrebbe aprire prospettive inedite ed avventure movimentate. Inoltre mi è piaciuta l'idea di mostrare la casa - il Sancta Sanctorum - di Strange in modo un po' (...) più approfondito del solito e mi attira, nonostante sia tutto tranne che originale, l'idea del "bar delle streghe e degli stregoni", già visto molte volte (Sandman, per dirne una; o Shadowpact), ma sempre un buon punto di partenza per giocarci sopra, a patto di farlo bene, naturalmente.

E poi ci sono i dialoghi, frizzanti [ok: per me un po' troppo frizzanti, decisamente poco mistici, ma che posso dire? Largo ai giovani!] e comunque la storia non è malissimo, anzi chi leggerà questo albo senza pregiudizi "antichi" lo troverà senz'altro avvincente e sarà divertente vedere Doctor Strange aver a che fare con una giovane ragazza molto più posseduta da demoni di quanto ella stessa non sospetti. Sarà divertente vedere la cucina di Wong - yeuch! - e, l'ho già detto, il tour del Sancta Sanctorum è impagabile e ok, va bene anche se c'è un po' troppa ironia in quel mistico luogo di meditazione e preghiere.

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Wong (chi altri?!)
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Tra la prima e la seconda storia - che sono connesse, si tratta solo di una divisione di albi americani - troviamo un interludio, disegnato da Kevin Nowlan, che inizia una sottotrama che promette di essere interessante (anche se chi, come me, è un amante di BTVS non potrà non notare una certa somiglianza con il perno narrativo sul quale ruota l'intera - meravigliosa - Quinta Stagione). Insomma, staremo a vedere.

Riassumendo le mie non-proprio-super-
entusiastiche considerazioni su questo primo numero riconosco però che esso ha le potenzialità per piacere a chi ancora non conosce il Dottore o a chi lo conosce poco o a chi l'ha appena conosciuto tramite Secret Wars e ne è rimasto invcuriosito/a (anche se qui troverà un Dottore ben diverso dallo sceriffo compassato e serioso al servizio di Destino); mentre i vecchi babbioni come il sottoscritto, quelli che "io leggevo l'uomoragno che tu ancora non eri nato/a!", avranno probabilmente da ridire e da brontolare e faticheranno non poco a ritrovare il "loro" Doctor Strange.

Ricordo inoltre che dal prossimo numero avremo Scarlet come comprimaria, quindi un motivo in più per dare un'ulteriore possibilità alla testata.

Che l'Onniveggente Occhio di Agamotto ci protegga!
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Orlando Furioso (Giugno 2016)


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Doctor Strange di Jason Aaron e Chris Bachalo

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Doctor Strange, tra le braccia di Dracula, disegnato dal divino Gene Colan (1972)
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Doctor Strange disegnato da Frank Brunner