domenica 6 giugno 2021

Concrete - Profondità

 Posted: 25 Mar 2013 02:36 PM PDT



Concrete
1 - Profondità (Depths)
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vol. brossurato, 208 pag. b/n
(contiene Concrete n. 1)
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€ 18.00
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Narra la leggenda che verso la metà degli Anni 80 del secolo scorso Paul Chadwick si sarebbe presentato all'allora editor-in-chief della Marvel, Jim Shooter, con l'idea di far vivere alla Cosa (dei Fantastici Quattro) avventure in solitaria, dense di risvolti psicologico-filosofici e poco o niente supereroistici, e che Shooter avrebbe decisamente rifiutato l'idea: Benjamin Grimm era allora un'idolo per i giovanissimi lettori Marvel e non poteva quindi essere "snaturato" in alcun modo. Ma lo stesso Shooter avrebbe consigliato al giovane Chadwick di perseverare con qualcosa di personale, senza pasticciare coi copyright altrui.
Fu così che, forse, nacque Concrete.


Chadwick evidentemente perseverò e il poetico omone di roccia fu quindi pubblicato per la prima volta nel 1986 (su Dark Horse Presents n. 1). Ringraziamo un po' anche Jim Shooter, dunque.
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Le storie di questo primo volume intitolato Profondità hanno tutte un elemento in comune: "l'andare sotto" (acqua o terra che sia).
"L'andare sotto" è, per chi è ricoperto da centimetri di spessa roccia, vitale: solo andando sotto la propria spessa, impenetrabile pelle si può sperare di scoprire ancora qualcosa di umano, dato che le sensazioni tattili del vecchio corpo non esistono più.
Concrete infatti è totalmente umano tranne che nella cosa più umana che esista, il corpo. Un'anima gentile intrappolata sotto una spessa crosta di roccia.
L'anima gentile però, poesia o meno, non può "sentire", non ha sesso (la sua zona pubica è piatta come quella di un vecchio bambolotto; "huh...! Non c'è niente! Tony, niente proctoscopia!"), ha una temperatura di circa 105 gradi e mangia sassi e fanghiglia per sopravvivere. In cambio, può fare grandi balzi alti qualche metro, ha una vista d'aquila e può trattenere il fiato per circa un'ora.

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Ma non è un supereroe, non è "L'Uomo Roccia" e non combatte supervillains.
Bensì "va sotto", in profondità, per scoprire mondi esterni e interiori, a dispetto dei continui esami e analisi cui deve sottostare in quanto "proprietà del governo americano" che - durante alcune storie siamo ancora in piena Guerra Fredda - intende impedire che i Russi se ne approprino.

Concrete era un uomo (lo è ancora?) e si chiamava (si chiama?) Ronald Lightgow, ex scrittore di discorsi senatoriali.

Vittima di un abduction aliena, Ronald Lightgow si ritrova trasformato in un gigante di pietra.
Nonostante l'origine del personaggio ricalchi i più triti cliché della fantascienza d'antan, il rapimento alieno pare vissuto da Chadwick - e quindi da Concrete - come un "incidente di percorso", come un cambiamento, radicale certo, ma non necessariamente (così) tragico. Un cambiamento che permette di riconsiderare tutto, proprio tutto, a partire dalla concezione stesa del "vivere".

Credo che stia proprio in questo la parte più interessante e coinvolgente del fumetto, ossia l'apprendere come di volta in volta l'omone di roccia si salverà dalla disperazione, come riconsidererà razionalmente ed emotivamente le sue nuove - seppure in se' tragiche - possibilità.

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Concrete, dicevamo, in questo primo volume "va sotto": nelle profondità terrestri o in quelle marine (può trattenere il fiato per circa un'ora, ricordate?) facendo di necessità virtù, dando cioè libero sfogo al suo antico e più che umano desiderio di avventura/e.
Suoi idoli sono infatti sempre stati, sin da quand'era ragazzo e di carne, i grandi avventurieri, gli impavidi esploratori.

"Mi servono pochissime attrezzature. Tanto da non aver bisogno di finanziatori. Questo corpo è il mio kit di sopravvivenza."

"E potrei sfruttare la mia esperienza di scrittore per guadagnare qualcosa. Che vita vivrei! Che libri scriverei!"

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Ma non solo avventure avventurose, ma anche feste di compleanno di bambini middle-class, vagabondaggi giovanili in autostop, partecipazioni a reazionari show televisivi o lunatiche rockstar minacciate da fan vendicativi.
Quest'ultima storia, quella sulla rockstar, intitolata "Una poltrona piena di dinamite", è l'unica che personalmente giudico un passo falso di Chadwick. Una storia brutta su dieci non inficia la bontà del volume (da farci la firma, insomma); sta di fatto che la storia è veramente brutta sia nel soggetto che nella caratterizzazione dei personaggi, stereotipatissimi al limite del ridicolo involontario; ed è anche confusionaria.
Gliela perdoniamo volentieri a Chadwick, visto che le altre storie sono una delizia per gli occhi e per la mente.

Le storie presenti in questo primo volume, che coprono un arco di tempo di dodici anni (dal 1986 al 2000), non sono presentate in ordine cronologico e sebbene ciò potrebbe creare un briciolo - non di più, dico sul serio - di iniziale confusione, alla fin fine questo piccolo, iniziale spaesamento risulta essere tutt'altro che negativo, anzi è utile per comprendere ancora più a fondo la psicologia e la ricchezza che ci sono dietro l'omone di roccia.
E' comunque presente la prima storia di Concrete pubblicata in assoluto - "La vita di chi è ricco e famoso".



A differenza della pesantezza del protagonista, le storie di Chadwick contenute in questo volume sono leggere - e spesso brevi - naturalmente non nel senso di superficiali, tutt'altro anzi,   nel senso che toccano argomenti di notevole profondità e spessore, come la pelle di Concrete, con un tocco leggero e felice, che talvolta suggerisce invece di spiattellare. Alcune storie contengono un grande tasso di drammaticità, ma la mano di Chadwick permette loro di essere sempre credibili e, come dire, affettuose col lettore.

Lo stesso è per i disegni, sempre delicati e piacevolissimi da guardare, una sorta di ligne claire americana che deve molto a molti dei grandi maestri del fumetto, reinterpretati però in maniera personale e originale.
Uno dei motivi che rendono affascinante il tratto di Chadwick è questo suo delicato viaggiare tra un uso preciso e, diciamo così, molto descrittivo del disegno fino a una dimensione più libera e sottilmente "underground". Stessa cosa dicasi per l'umorismo sottile che traspare spesso dal suo segno: bella tecnica usata con gioiosa libertà.
Le tavole di Chadwick pur mantenendo sempre un certo "ordine", sono sempre delineate con grande libertà e comprendono sia suggestive splash-page che gabbie con molte vignette (alcune con moltissime vignette) che arricchiscono la storia di molteplici e spesso originali punti di vista.

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Infine giusto un cenno agli altri personaggi della saga di Concrete, cioè la dottoressa Maureen Vonnegut (nessuna parentela con lo scrittore né col fisico) di cui Concrete è più o meno segretamente innamorato e l'apprendista scrittore Larry Munro, segretario personale di Concrete, segretamente innamorato di qualsiasi presenza femminile gli stia a meno di cento metri di distanza, tipica figura del nerd cresciuto e incompreso (ma tratteggiato da Chadwick con grande simpatia e umanità). E il senatore Mark Douglas, quello per cui l'ancora umano Ronald Lightgow scriveva i discorsi, prima di diventare quell'omone di roccia che è diventato.
Personaggi forse inizialmente un po' abbozzati, ma che pian piano cominciano a vivere di vita propria contribuendo ad arricchire quello splendido affresco che è Concrete.

Perché l'altro immenso motivo di interesse nelle storie di Concrete è proprio l'interazione tra i personaggi. L'imbarazzo è un'emozione spesso presente nelle storie, perché seicento kg di roccia vivente (in un universo che è il nostro, non quello dei Fantastici Quattro) con la sua stessa esistenza imbarazza le persone, per molti motivi, perché è umano ma non lo è, perché è nudo ma non ha sesso (ma ha desideri), perché è superforte ma non combatte (d'altronde inesistenti) supercriminali, perché è un uomo che può mettersi in contatto con la natura (coi fondali marini per esempio) in modi inimmaginabili per gli altri umani...



Certe letture viene naturale consigliarle a un certo tipo di pubblico: ebbene per Concrete è il contrario: non mi viene in mente un fumetto più "consigliabile a tutti".

Inizia il volume una bella introduzione dello stesso autore; termina il volume, aumentandone il valore, la prima parte di un intervista a Paul Chadwick condotta da Antonio Solinas, autore anche del breve e interessante articolo finale.



Orlando Furioso (Marzo 2013)




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