giovedì 3 giugno 2021

TIRAMOLLA 60

 Posted: 07 Nov 2012 10:19 AM PST

TIRAMOLLA 60
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di Roberto Renzi,
Giorgio Rebuffi,
Umberto Manfrin,
Egidio Gherlizza

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ragionata selezione del quadriennio 1953 - 1956,
mai ristampate sino ad ora
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a cura di Luca Laca Montagliani
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vol. brossurato, 336 pp.,
rigorosamente in bianco e nero
€ 12,00

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ANNEXIA



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Il nome di Tiramolla, il personaggio dei fumetti creato nel 1952, giusto sessant'anni fa, da Roberto Renzi e Giorgio Rebuffi, è nato da un classico modo di dire, anche se col significato di quel modo di dire ("essere un tira-e-molla") non ha nulla a che vedere. 
Anzi, a parte l'ovvia onomatopea, Tiramollail figlio del caucciù e della colla, è
  un personaggio giocoforza ultradinamico e dalle infinite possibilità narrative.
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La prima apparizione di Tiramolla (1952)
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Ecco che in questo bellissimo e ciccioso volume troviamo un bel po' di godibilissimi e pratici esempi sulle possibilità narrative di Tiramolla: diciannove storie che vanno dal 1953 al 1956. Un arco di tempo che permette di vedere le evoluzioni grafiche del personaggio e dei comprimari (Beppe, Cucciolo, i nipotini Tip Top Tap, Bombarda ecc.).
Il target dei fumetti di Tiramolla - e di tutti gli altri editori che pubblicavano fumetti umoristici - era indicativamente lo stesso di quello dei fumetti Disney, e nonostante si cercasse la ricetta per emularne, diciamo così, il successo, le storie contenute in questo volume sono completamente sopra le righe, ma proprio taaanto sopra le righe!
Non tanto per le tematiche, ma per il modo di affrontarle e di concepire l'umorismo: "duro", divertente, diretto, destabilizzante (questa è la frase delle "d", abbiamo capito), persino un po' maligno, se vogliamo... E' come se le botte e i botti di Tiramolla (e di Pugaciòff e di tutti questi magnifici personaggi non-disneyani) fossero più botte, più dure, più violente, di conseguenza più comiche nel senso slapstick-iano (evvài di neologismi!), più non-sense, quindi più "rivoluzionarie", in un certo senso [1].

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Insomma, a parte il sesso - inesistente come in tutti i fumetti "per bambini", specie nei Favolosi Fifties - per il resto in Tiramolla abbiamo  di tutto: armi da fuoco, esplosivi, situazioni (comicamente) horror e le immancabili e deliziose violenze insensate!

E a proposito di esperimenti: per citare una delle storie, i"Un racconto a tre dimensioni" (da Tiramolla n. 6 del dicembre 1953) oltre ad essere in pieno "metafumettismo", non mancano arditi - e divertentissimi - sperimentalismi grafici che diventeranno una specie di "marchio di fabbrica" dei disegnatori di Tiramolla e di Rebuffi in particolare (vedi molte delle storie del suo magnifico, mitico Pugaciòff).

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Oltre a tutto quanto detto sopra, e già ne avremmo per leccarci abbondantemente i baffi, il volumotto contiene: copertine di albi degli Anni '50 (tra cui quella del n. 1 che vedete proprio qui sotto), giochi, esperimenti grafici, pubblicità degli albi d'epoca e numerose altre chicche e delizie che il lettore vorrà scoprire da solo/a.
E ancora: interventi scritti del grande Alfredo Castelli, dell'ottimo Luca Boschi, schede sugli autori; non manca nulla per far diventare questo volume un pezzo imperdibile.
Lo so, parlo come un (pessimo) imbonitore... è solo l'amore che mi fa straparlare. Un amore che darei non so cosa affinché contagiasse quante più persone possibile. Perché il godimento quand'è condiviso è ancora più godurioso.



Copertina di Tiramolla n. 1 del 15 Luglio 1953
 
Ad ogni modo, a rischio di essere retorico, mi chiedo: ma perché, ad esempio, negli Usa ogni striscia, ogni comic (vogliamo dirlo? anche cose non propriamente memorabili...) risalente agli Anni d'Oro, che possono essere di volta in volta, e a seconda delle mode, i Trenta, i Quaranta, i Cinquanta ecc., ogni vecchio fumetto o quasi, si diceva, gode di edizioni di lusso, ristampe cartonate, raccolte, siti e blog dedicati da appassionati e collezionisti mentre qui da noi qualsiasi cosa non sia mainstream o non sia incensata dai soliti nomi à-la-page "gode" (...) della semi-dimenticanza generale?
Appunto, è una domanda retorica, che forse contiene in se' la risposta.

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Ma davvero vogliamo che una considerevole parte, gloriosa e - porca miseria - validissima!!!, del fumetto italiano muoia con noi vecchi babbioni che un piedino nella fossa ce l'abbiamo quasi già?!?
Come dice nel suo blog  Luca "Laca" Montagliani, curatore del volume e anima della Annexia edizioni: "il conclamato gravissimo disastro è quanto mai pericoloso.
Orrendamente acuito dall'inesistente cibo mentis dedicato al fanciullo.
I bambini non hanno niente da leggere = il futuro è morto".
Mi sento di sottoscrivere in pieno.
E, aggiungo, che uno dei modi migliori o almeno più divertenti per coltivare e curare al meglio la propria parte bambina - che se non la si ha più è come essere morti - è quello di immergersi in queste "vecchie" storie e godersele

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Infine: non voglio sentir parlare di "il Mr Fantastic Italiano"!
Casomai è Mr Fantastic ad essere "IL TIRAMOLLA AMERICANO" (solo che Reed è molto meno simpatico).


Sì: "in questo volume c'è un pezzo di storia del fumetto italiano". Oh!

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Orlando Furioso (Novembre 2012)
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Note:
[1] Oh, sia ben chiaro: non che qui si odiino Paperi & Topi, ma ci mancherebbe proprio! Qui si ama il fumetto tutto, ma si celebra anche la diversità dallo stereotipo di successo (che poi, attenzione! anche i fumetti comici non-disneyani vendevano un botto nei Fifties - Sixties - Seventies, eh), c'è forse un pizzico di affetto in più versi modi di raccontare altri rispetto a quelli perennemente citati, osannati e dati-per-scontati, come i Disney appunto.
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Link:
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Non fatevi scappare questo!
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Retronika, blog che parla spesso di fumetti umoristici italiani
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Luca Boschi, blog imperdibile che anche lui... come sopra
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Chico, idem, ma ahimé non più aggiornato da tempo

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