Posted: 07 Sep 2014 12:32 PM PDT
(nn. 1 – 11, in corso)
Dan Slott, testi
Christos Gage, testi
Camuncoli, Checchetto,
Ramos e Stegman, disegni
mensile
albi spillati, 80 pag. colore
Euro 3,30 caduno
.
Questo scritto è, per chi non ha mai letto Superior Spider-Man, un gigantesco SPOILER, perché per quanto io per primo non ami "rovinarmi le letture" con spoiler preventivi, non è materialmente possibile alcun tipo di discorso su questo fumetto senza partire da un grosso spoiler che è base e fondamento del fumetto stesso, senza il quale non mi sarebbe forse venuto in mente né di leggere né di parlare di Superior Spider-Man.
"Sono venuto a dire addio alla mia vecchia vita.
Una vita sprecata in malvagità e fallimenti...
...in cui la sola vittoria è stata ingannare la morte...
...scambiandomi di posto con il mio peggiore nemico."
Dunque Peter Parker, l’uomo sotto il costume dell'Uomo Ragno / Spider-Man sin dal 1962, da quando cioè lo crearono Stan Lee e Steve Ditko, è morto.
Uno Spider-Man volteggia ancora tra i cieli della New York dell'Universo Marvel
sfidando la forza di gravità a colpi di ragnatela ipertecnologica, ma
sotto quel costume, diventato con gli anni sempre più simbolico e
iconico nel nostro mondo (quello non-fatto di carta), non c'è più Peter Parker.
Tornerà,
questo è certo: in quel meraviglioso Universo fittizio quasi nessun
morto è destinato a rimanere tale per molto tempo (gli esempi dei
“ritornati dall’aldilà” sono numerosi: Capitan America, Thor, Johnny Storm dei Fantastici Quattro e altri/e ancora).
Una
cosa bella del raccontare storie è quella di poter giocare a essere
dio, anzi è esserlo "realmente" per quei personaggi di carta, giocando
con la (loro) vita e la (loro) morte senza dover rendere conto a nessuno
(se non alla dirigenza della casa editrice e alle vendite, s'intende).
Il Dio di Terra 616 – lo scrittore Dan Slott - ha deciso che sotto quel costume non ci sia più il buon, vecchio Peter Parker.
O meglio: c'è Peter Parker, ma non è esattamente lo stesso Frendly Neighborhood Spider-Man cui tante vecchie storie ci hanno abituato.
Il fisico è quello di Peter Parker, ma la mente è quella del suo più letale nemico: il malvagio dottor Otto Gunther Octavius, meglio conosciuto come Dottor Octopus (Doc Ock per gli amici, se mai ne avesse avuti)!
In un arco narrativo di Amazing Spider-Man che non ho letto, culminato con il n. 700, in punto di morte il vecchio Doc Ock riesce a ingannare la morte stessa trasferendo la sua mente dentro il corpo di Peter Parker, e la mente di Peter nel vecchio corpo morente del supercriminale.
Il risultato è uno Spider-Man super-malvagio che si appresta a conquistare il mondo?
(Per ora) no, perché durante il “trasferimento di menti”, dentro quella di Doc Ock è rimasta un po’ della “coscienza” e tutti i ricordi del buon vecchio Parker!
Otto Octavius
si considera uno dei più grandi geni del mondo, se non il più grande in
assoluto, e il suo immenso ego unito a quel pezzo di coscienza e ai
ricordi del Parker originale lo porta a desiderare fortemente di eccellere persino nel super-eroismo, di dimostrare quanto lui, Otto, sia immensamente superiore al vecchio Uomo Ragno – Superior Spider-Man, appunto.
Forse l’idea in sé forse non è originalissima, ma qui non siamo esattamente in territorio horror (“corpo posseduto”) né in quello puramente paranormale (“scambio di cervelli”) né tantomeno nel campo della “doppia personalità”: in realtà l’idea dello scrittore Dan Slott sottende tutte e tre queste componenti, ma le trascende per qualcosa di più originale, almeno nel campo dei fumetti mainstream.
Se, immagino, nel corso dei decenni ci sono stati casi di supereroi “posseduti” o nei quali “emergeva il lato oscuro” (si pensi alla kryptonite rossa di Superman o al suo sdoppiamento in due “entità elettriche”, o ancora al binomio Banner – Hulk, giusto per fare un paio di esempi su supereroi arci noti), non ricordo altri casi in cui si siano costruiti cicli di storie, con tanto di cambio di titolo della testata generale, basati sul presupposto di Slott… Tra l’altro si parla di una delle testate-simbolo del Marvel Universe, non di un titolo sull’orlo della chiusura affidato a un geniaccio inglese cui viene data la licenza di stravolgere tutto come e quanto vuole.
Intermezzo
Credo fosse la prima metà degli Anni 70 e in tv (ancora in b/n) c'era una trasmissione, forse settimanale, sui fumetti. Durò poco, se ben ricordo. Era presentata da un signore argentino (un fumettista anch'egli?) con un bel paio di baffoni che disegnava su una lavagna composta da grossi fogli di carta. Era un signore affabile che, lo si capiva, amava moltissimo i fumetti: ne parlava in modo sempre appassionato, certamente semplificando le cose affinché anche i più piccoli potessero capire. Pareva, insomma, un papà giovane o uno zio bonario.
Tranne, lo ricordo perfettamente, nella puntata in cui si parlò dei supereroi...
Con
l'espressione accigliata, anzi proprio aggrottata, parlò con vero e
proprio disprezzo di queste creature super-umane, tutte statunitensi,
che invece di dedicarsi a salvare il mondo da fame e guerre, vivevano
avventure impossibili, violente e che non portavano da nessuna parte e
nulla facevano per la gente.
Per me, ragazzino che "vivevo" per/di
quei fumetti, fu un colpo duro e odiai quel signore che non aveva capito
quanto potessero essere belle quelle avventure "impossibili" e
soprattutto nulla sapeva di quanto fossero importanti per me,
adolescente ancora terrorizzato dalla vita.
Ci volle qualche anno perché ripensassi, sempre con un po’ di fastidio e un pizzico di antipatia, a quella trasmissione e capissi che "l'analisi" sommaria fatta da quel disegnatore argentino era tutto sommato comprensibile perché, proprio in quel periodo, l'Argentina viveva uno dei suoi momenti più terribili con una dittatura sanguinaria probabilmente appoggiata dagli Stati Uniti.
I
supereroi sono sempre stati un potente simbolo: come lo erano per me,
così - ma con segno opposto - lo erano per quell'arrabbiato disegnatore
argentino; per me erano un simbolo che ancora non comprendevo appieno,
per lui forse erano uno dei simboli dell'oppressione.
Nessuno, però, spiegò a quel signore che anche se i supereroi avessero vissuto sulla carta avventure nelle quali sconfiggevano la fame nel mondo o mettevano fine a tutte le guerre, tutto ciò sarebbe avvenuto solamente... sulla carta! Nella realtà nulla sarebbe cambiato.
Fine intermezzo
Ecco, le storie contenute negli albi di Superior Spider-Man
e il mio frammentario ricordo delk “vecchio” Uomo Ragno, mi hanno
ricordato un po’ questa (falsa) dicotomia: l’avventura per l’avventura
col Peter Parker ancora possessore di una certa qual ingenuità,
scevro da altro che non fossero i suoi propri problemi personali
(talvolta molto gravi) e un generico, per quanto fortissimo, desiderio
di “proteggere” i deboli, derivato in gran parte dai suoi sensi di colpa
e dal suo senso di responsabilità (“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”);
il tentativo di “protezione globale”, e quindi per traslazione il
tentativo di “salvare il mondo”, anche in un’ottica diciamo così
“politica”, a qualsiasi costo e senza moralismi di alcun tipo, da parte
del(l’ex?…) malvagio Dottor Octopus, ora Superior Spider-Man.
Un
tipo di “realismo (anche) politico” oltre che ovviamente avventuroso
che non credo sia comunissimo nelle testate dedicate all’Arrampicamuri [1].
Lettura forzata dite?… Può darsi, anzi senz’altro; ma non riesco a vedere in quale altro modo un eroe di carta potrebbe salvare un mondo di carta, se non con una spietatezza e azioni degne della più gelida “realpolitik”
Oltre che parzialmente “politico” questo nuovo Superior Spider-Man è più mitologico della sua versione precedente.
Superior Spider-Man
è mitologico in un senso non propriamente "moderno"; non lo associo a
nuove divinità create nel XX secolo, ma a miti antichi, sogni e desideri
vecchi quanto l'umanità stessa.
Superior Spider-Man, e lo dichiara di propria bocca nel n. 1 [prima vignetta della prima pagina], ha sconfitto la morte,
ha realizzato ciò che ogni creatura umana sogna sin dalla notte dei
tempi, che non è né il volo né l'invulnerabilità né la telecinesi o la
facoltà di tramutare in oro tutto ciò che viene toccato, no: Superior Spider-Man,
cioè chi ne occupa il corpo, è l'unica creatura riuscita a tornare
indietro nel tempo (essere di nuovo giovane, con un corpo giovane e
bello), ma con la saggezza, la memoria e l'esperienza accumulata in una vita più antica.
Anzi, con l'esperienza e la saggezza di ben due vite: quella di Otto Octavius, una delle menti più brillanti del mondo, e quella di Peter Parker,
uno degli eroi più coraggiosi, intrepidi e dal cuore più puro che ci
siano (per quanto sia possibile avere il "cuore puro" oggi, seppure in
un universo narrativo fittizio...).
Uno dei sogni più grandi -
destinato senza alcun dubbio a restare tale - si fa realtà in un fumetto
e colpisce come uno schiaffo.
"Se solo potessi tornare indietro a quand'ero giovane... ma con la testa di adesso!".
Ecco quello che è successo.
Pare
che un po’ di gente si sia risentita, alcune persona in maniera
esagerata, per quella che io trovo invece un’idea geniale e coraggiosa
dello scrittore Dan Slott: molti dei vecchi fan, quelli affezionati a Parker-quello-vero, l’hanno considerata un’idea quasi blasfema, inaccettabile, troppo fuori dalle righe.
In parte posso capirli: il fan ragiona da fan e non desidera che il proprio personaggio venga manipolato troppo.
Ma per me, che non leggo regolarmente l’Uomo Ragno
dai primi Anni 90, l’idea di Slott è talmente pazzesca e coraggiosa
(per lo meno per un fumetto-icona-simbolo) che mi ha spinto a tornare a
leggere, divertendomi parecchio, un personaggio che non frequentavo da
una ventina d’anni.
Da un certo punto di vista quasi mi dispiace che – inevitabilmente e com’era probabilmente previsto e prevedibile – l’originale Peter Parker stia per tornare.
Il
bello della pura fruizione è che non bisogna faticare granché (a parte
per tirar fuori il denaro per l’acquisto) per potersi godere nel modo
che si preferisce il prodotto acquistato, la propria merce: nessuno può
imporre il modo di fruizione del proprio sacrosanto e sudato acquisto.
Come
fruitore ho la libertà di fare delle storie, dei personaggi ecc. l’uso
che meglio credo: se voglio abbandonare i miei stereotipi, le mie idee
preconcette e i miei pregiudizi lo posso fare, così come posso non farlo
per nulla. Una volta che l’opera riprodotta è tra le mie mani essa è
totalmente mia e ne faccio, materialmente o meno, ciò che voglio.
Io personalmente ho scelto di accettare con gran divertimento questo plot di Slott (scusate… non ho resistito!^^)
Divertente stupirsi di quanto sia diverso questo nuovo Uomo Ragno Superiore! Ha già ucciso e quando non uccide quasi ammazza di botte i criminali; è un vero duro, spietato, le prende sode dai Vendicatori (dei quali è, ricordiamolo, un membro) dopo aver però dato un cazzotto da paura a Cap. America, è pieno di disprezzo per gli eroi “buoni”, salvo ritrovarsi a fare le coccole a una bimba in pericolo di vita… E ancora: Superior Spider-Man usa supertecnologia, ha ingaggiato un esercito privato, possiede nanobot sparsi ovunque, ha una base assolutamente non-segreta tutta sua (gentile dono del sindaco)…
Devo proprio ringraziare di non essere un fan dell’Uomo Ragno, del vecchio Uomo Ragno intendo, perché me la sto davvero godendo alla grande!
Anche perché è qui che l’Uomo Ragno
dimostra tutte le sue potenzialità che, in quanto super-uomo, vanno al
di là del bene e del male. Potere, crepitante potere non più tenuto a
bada da scrupoli morali o sensi di colpa: l’Uomo Ragno pompato al massimo.
… o forse:
“Non ho mai ricevuto un premio così.
Mai avuto questo tipo di vittoria.
Essere un eroe? Mi… si addice.
Finalmente ho conseguito la grandezza per cui sono nato.”
…disse il terrificante Otto Octavius alias Doctor Octopus e attuale Superior Spider-Man dopo aver ricevuto un pinguino di pezza da una bimba che ha appena salvato!
Quindi?…
Al di là delle interessanti e divertenti sottotrame, è proprio questo per me il bello del nuovo Uomo Ragno: la lotta di una mente malvagia “inscatolata” dentro un corpo super-potente che ha scelto di assumersi le proprie responsabilità da supereroe. Una lotta che dà adito a trame e riflessioni assai interessanti.
Le “sottotrame” sono comunque interessanti e divertenti: il “nuovo Peter Parker” sta cercando di vivere la sua vita in modo radicalmente diverso da come faceva il vecchio (e autentico) Parker.
In queste storie c’è ancora la stupenda Mary Jane, con la quale fino alla storia Soltanto un Altro Giorno Peter era sposato; ci sono la zia May e suo marito (…di cui nulla sapevo), c’è la Gatta Nera; ma soprattutto ci sono nuovi personaggi, prima su tutti l’intrigante Anna Maria (no spoiler!). E ci sono i vecchi nemici: Goblin, Kingpin, l’Avvoltoio, l’Ammazzaragni, Boomerang, Speed Demon… e con loro, naturalmente, le botte elargite da Superior Spider-Man
assumono un significato del tutto diverso – e incredibilmente più
doloroso - da quello che avevano le precedenti botte elargite dal buon
vecchio Peter Parker (quello morto, intendo).
Stesso dicasi col rapporto con James Jonah Jameson, ora sindaco di New York: eh sì, le cose hanno preso una piega del tutto diversa da prima.
Però per quanto questo nuovo Superior Spider-Man sia cool e rappresenti il sogno più grande di tutti (condiviso da chiunque al mondo, mondo vero o di carta che sia), per lui non sono tutte rose e fiori. Nonostante il “buon” Dottore, ormai Peter a (quasi) tutti gli effetti, abbia scacciato i fantasmi del passato e pare abbia trovato persino l’amore, sembra non essere del tutto felice.
”Pensavo che imprigionare la mente di Parker nel mio corpo moribondo fosse la vittoria definitiva.
Ma ho iniziato a rendermi conto di aver imprigionato anche me stesso nel suo corpo. Nella sua vita. Mi impone miriadi di limitazioni.”
Già. Nonostante tutto questo divertimento per noi lettori/trici, sappiamo bene che prima o poi il Dottor Octopus farà la mossa sbagliata e il vero Peter Parker tornerà dal regno della morte…
Alla Marvel (così come in tutte le Case editrici mainstream, con bilanci milionari da salvaguardare) regna il diktat gattopardiano del “tutto deve cambiare affinché nulla cambi”.
Ok: però tutto questo cambiamento che alla fine forse non cambierà nulla avviene con un sacco di divertimento per noi.
Sarà interessante vedere come il vero Parker riuscirà a sistemare, o meglio a gestire i numerosi e rivoluzionari cambiamenti che il Dottor Octopus sta mettendo in atto nella “loro” vita.
Infine, se dovessi dire un numero degli 11 che ho letto che mi è piaciuto in modo particolare, direi senza indugio il n. 10 (“Il male necessario”, pt. 1 e 2), un albo che mi ha fatto esclamare “Ommadònna!!!” almeno quindici volte durante la lettura! E poi il n. 11, nel quale tutto quanto – in primis la vita di “Peter Parker” - comincia a prendere un piega piuttosto sinistra e decisamente sconvolgente…
Se già amate Spider-Man tutto quanto scritto fin qui non vi è di alcuna utilità; se Spider-Man non lo conoscete troppo e se non soffrite di aracnofobia, vi consiglio spassionatamente questa serie mensile, scritta da Dan Slott, talvolta coadiuvato da Christos Gage e disegnata splendidamente da Giuseppe Camuncoli, Humberto Ramos, Ryan Stegman, Marco Checchetto.
All’interno degli albi ci sono anche le avventure del Ragno Rosso (Scarlet Spider, faccende di cloni e di cloni-di-cloni…), scritte da Chris Yost e disegnate da Paolo Siqueira, Neil Edwards, Khoi Pham, Paco Medina, David Baldeon.
Storie cupe, piacevoli e ben disegnate, forse un pochino più
difficoltose per quanto riguarda la comprensione per un/a neofita (cloni
di cloni…). Magari ne parlerò un’altra volta; per ora mi sento di dire
che siamo comunque su altri livelli e su altri territori rispetto alle
storie del titolare della testata, Superior Spider-Man.
Orlando Furioso (Settembre 2014)
Note:
[1] …se non si vogliono considerare “politiche” le storie dei primissimi Anni 70 sugli scioperi studenteschi o quelle sulla droga…