domenica 13 giugno 2021

To Become An Immortal, di Lee - Kirby

 Posted: 25 Sep 2015 08:06 AM PDT


Il Mitico Thor
Per Diventare Immortali

(To Become an Immortal)

Stan Lee, storia
Jack Kirby, disegni,
Vince Colletta, inchiostrazione


1a pubblicazione italiana:
Il Mitico Thor n. 35 (ed. Corno, 1 Ago 1972);

1a pubblicaz. americana:
Thor 166 (Marvel, Gen 1966)


16 pag, col.

Lire 200

Editoriale Corno / Marvel Comics

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 Vi racconto, prendendola un po' alla larga, la storia di Thor che preferisco in assoluto.
Buona lettura.



1. Amore tormentato (eccome!)

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Ho fatto la conoscenza di Jane Foster, la bella infermiera assistente del dottor Don Blake, all'epoca l'alter ego umano del possente Thor, sin dal n. 1 de Il Mitico Thor (prima ediz. italiana 13 Apr 1971; prima ediz. americana su Journey into Mystery # 83, Ago 1962) e da allora non mi si è più tolta di mente.
Già da ragazzino avevo un'indole romantica che faceva sì che leggessi Il Mitico Thor quasi più per vedere come sarebbe andata a finire quell'impossibile storia d'amore che per le avventure dello stesso Tonante.

Sin dal n. 1 del mensile italiano (edito dalla mai dimenticata Editoriale Corno) apprendiamo infatti che il debole e claudicante dottor Don Blake, colui che in una caverna norvegese ha trovato il mistico martello Mjollnir trasformandosi così nella potente divinità norrena Thor, è segretamente innamorato della sua assistente Jane Foster.
Naturalmente il buon dottore pensa che una così bella e capace ragazza non potrebbe mai corrispondere l'amore di un mingherlino un po' sciancato:

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da Il Mitico Thor n. 1

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In realtà Jane prova qualcosa per Don Blake, anche se è - e come potrebbe non esserlo? - è decisamente più attratta dal possente Thor, che lei non immagina essere la stessa persona del suo datore di lavoro.

[Ok, lo schema è più o meno quello già sperimentato per esempio in Superman: Clark Kent innamorato di Lois Lane, la quale è innamorata di Superman, senza immaginare che i due sono la stessa persona. Interessante notare che alla Marvel abbiamo anche molti esempi opposti, come Betty Brant, prima fidanzata di Peter Parker e di lui innamorata, che odia l'Uomo Ragno non sapendo ovviamente che i due sono la stessa persona. Insomma, il "gioco a tre" è molto ben conosciuto e sfruttato in ambito supereroistico!]

Mi affascinava moltissimo leggere di quelle storie d'amore, in particolare proprio di quella tra Don Blake/Thor e Jane Foster, forse perché anch'io a 11 anni - quando leggevo queste storie per la prima volta - ero un po' "Don Blake", ma a differenza di lui non avevo nessun mistico martello che mi trasformava in un muscolosissimo bonazzo alto due metri e coi capelli hippy.

Certo, anche Jane ha i suoi alti-e-bassi: passa dal celato affetto e forse qualcosa di più per Blake al disprezzo in certi impietosi confronti con l'aitante dio del Tuono:
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da Il Mitico Thor n. 2
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2. Battibecchi d'amore
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D'altronde non solo alla Marvel, ma direi in tutta la società dell'epoca le donne venivano considerate sempre un po', come dire, volubili. Il fumetto femminista era decisamente di là da venire.

Nonostante l'eventuale "volubilità", l'affetto (nascosto, ma nemmeno troppo) che Jane Foster prova per il debole dottor Don Blake cresce nel tempo, mescolando spesso una sorta di "affetto materno" con qualcosa di più romantico. E Don spera e non spera, ma c'è sempre la sua identità segreta di Thor a frapporsi tra lui e l'infermiera...

Quando Don Blake non è occupato a curare semi-gratuitamente i suoi pazienti assistito dalla bella infermiera, il dottorino assume l'identità di Thor e va a spaccare un po' di culi comunisti (ehi, siamo in piena Guerra Fredda!) oppure a combattere contro il suo fratellastro Loki, dio del Male. In tutto ciò Jane Foster è sempre presente e, a proposito di Loki: forse neppure il dio del Male è del tutto ignaro di quel "qualcosa" che unisce il suo fratellastro e l'infermiera, tant'è che la donna viene da lui rapita e "condizionata" più d'una volta proprio per costringere Thor a esporsi per salvarla. Mi sa proprio che il maligno fratello aveva già capito tutto!

E nel frattempo il tira-e-molla continua. 
Don Blake sarebbe anche tentato di confidare a Jane il suo segreto, ma nel n. 3 del mensile italiano Odino in persona - il Re degli dei norreni - proibisce a Thor di rivelare la sua identità a chicchessia. (Anche Odino credo che avesse mangiato la foglia...)
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da Il Mitico Thor n. 6
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Ma anche la pazienza di un dio ha un limite e Don, sempre più innamorato, non ce la fa più a vedere Jane fare gli occhi dolci al muscoloso Thor: vuole trasgredire l'ordine di Odino e rivelare alla sua innamorata che lui e Thor sono la stessa persona.

A quel punto della storia sia Don Blake che Jane Foster sanno perfettamente cosa provano l'uno per l'altra, ma il buon dottore è troppo combattuto tra il suo amore e la lealtà ad Odino, al punto che la ragazza prende una terribile decisione:

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...ad un passo dalla rottura... (IMT n. 6)

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3. Amore rivelato!

Fortunatamente l'allontanamento di Jane dallo studio del dottore zoppo dura un solo numero e al suo ritorno i due possono tornare a tubare: lei oramai riconosce a se stessa che colui che ama veramente è proprio Blake e i due passano disinvoltamente dal "voi" al "tu" e ai rispettivi "caro" e "cara".

Siccome stiamo sempre parlando di un fumetto supereroistico è bene ricordare che nel frattempo Jane viene rapita sistematicamente quasi ad ogni numero, da Loki, da Mister Hyde e da qualsiasi cattivone ci sia in città. Tutti questi salvataggi all'ultimo momento non fanno che aumentare l'amore di Thor per la bella mortale sino a che - finalmente!!! - nel n. 25 dell'edizione italiana, in un'epica e indimenticabile sequenza di vignette, Thor svela a Jane il suo segreto! [1]

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da Il Mitico Thor n. 25
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Bisogna dire che Odino non è propriamente felicissimo del "tradimento" del suo figlio prediletto e mentre decide quale divina punizione affibbiargli, la novella fidanzata ufficiale di Thor non trova di meglio che flirtare con l'antipaticissimo Ercole, provocando una feroce scazzottata tra le due divinità. Tra l'altro, da quel momento il rapporto tra Thor ed Ercole sarà sempre improntato a una sana competizione ma anche a un grande rispetto reciproco, sebbene in futuro non saranno poche le battaglie - anche cruente - tra i due rampolli divini, così come saranno presenti i rispettivi salvataggi e una strana forma di virile amicizia che non verrà mai a mancare.
[Di lì a poco il Dio del Tuono compirà una grandissima prova in favore di Ercole, precisamente nel n. 29 della serie italiana: "Il Messaggio del Tuono", in cui il biondo asgardiano scenderà nell'Ade - l'oltretomba Greco - e combatterà col dio Plutone in persona per salvare l'olimpico amico-nemico.]

E' proprio durante la titanica battaglia tra Thor ed Ercole - nel n. 25 de Il Mitico Thor - che Odino decide la punizione per il suo disobbediente figlio: la forza del biondo asgardiano sarà dimezzata in modo che egli possa assaporare l'amaro sapore della sconfitta.
Ciò provoca una grande crisi nel dio del Tuono:

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dal n. 26 de Il Mitico Thor: sconfitto!
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Amore tormentato, sempre: il Tonante e Jane Foster non hanno ancora avuto modo di godersi un attimo di felicità da dopo la rivelazione...
Dopo altre fantastiche (e splendide!) avventure, compreso l'auspicato pentimento di Odino che restituisce a Thor tutta la sua forza, arriviamo finalmente al n. 35 de Il Mitico Thor (numero 166 dell'edizione americana), scritto da Stan Lee e disegnato da Jack Kirby, la bellissima, indimenticabile storia chiamata:
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.4. Per Diventare Immortali!
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La genesi degli eventi che porterà Jane Foster a calcare il sacro suolo di Asgard, la cittadella delle immortali divinità norrene, e a incontrare Odino in persona, parte nel numero 31 con l'ennesimo "rapimento" dell'infermiera (questa volta mascherato da un lavoro offertole) che la porterà a contatto con l'Alto Evoluzionario, a mio parere uno dei più affascinanti personaggi dell'intero Marvel Universe.
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l'Alto Evoluzionario (Il Mitico Thor n. 34)
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Una storia toccante quanto dinamica e piena d'azione, con un ritmo perfetto e un Jack Kirby in stato di grazia, inserita in un ciclo di storie meravigliose (Ego il Pianeta Vivente, Tana Nile e i Colonizzatori, persino Galactus...) che portano a quella che da 43 anni è in assoluto la mia storia preferita di Thor, da me riletta infinite volte e in un certo qual modo portata a... compimento con l'attuale run di Thor la Dea del Tuono, il titolo è Per Diventare Immortali (To Became an Immortal).
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Il Mitico Thor n. 35 - Per Diventare Immortali - tav. 1
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E' una storia tutto sommato molto semplice e lineare, che si risolve in sole 16 pagine, le quali a loro volta risolvono definitivamente - e in modo forse un po' affrettato - un amore appassionato nato, editorialmente parlando, ben quattro anni prima, una quantità di tempo lunghissima rapportata al target di lettori (e immagino ben poche lettrici) che la testata di Thor si proponeva di conquistare, cioè i ragazzini.

Ma allora era proprio così che funzionava, i comics supereroistici si reggevano sì su un canovaccio di Continuity atto a far affezionare il pubblico, ma la maggior parte delle storie iniziava e terminava in poco meno o poco più di una ventina di pagine.
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Jane Foster e Thor sul Ponte dell'Arcobaleno (Bifrost)
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Eppure, proprio come questa To Become an Immortal, sono moltissime le storie dell'epoca a essere scolpite per sempre nella mente di milioni di lettori: storie che pur nella loro semplicità e nel loro antico e ingenuo manicheismo, riuscivano a contenere elementi anche profondi e certamente interessanti e indimenticabili che hanno fatto sì che intorno ad esse si generasse un'affezione non così comunemente riscontrabile in altre forme di comunicazione di massa.
E tutto soltanto grazie alla genialità degli autori dell'epoca.

D'altronde ciò che oggi sembra così scontato - "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" - è stata invece una geniale, geniale pensata che ha permesso che le storie di supereroi/ne facessero un grande salto di qualità favorendo l'identificazione affettiva da parte del pubblico e rendendo i personaggi di quelle storie di carta infinitamente più realistici e a noi più vicini, nonostante i loro impossibili, fantastici poteri.
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Jane Foster incontra Odino
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Ecco ora il racconto, la trama della nostra storia.
Odino
ha finalmente concesso il matrimonio tra il suo diletto figliolo Thor e la mortale Jane Foster: persino il Padre degli Dei è stato alfine toccato e vinto dall'amore tra i due.

Il Tonante abbraccia la sua promessa sposa e facendo vorticare il suo mistico martello Mjollnir la conduce alle porte del magico reame di Asgard, collegato a Midgard (la Terra) tramite il Ponte dell'Arcobaleno chiamato Bifrost, alla cui infallibile guardia sta Heimdall, enorme nella sua potente armatura.

Proprio qui cominciano i guai, e non potrebbe essere altrimenti.
Lo spettacolo di Bifrost, dell'esercito di Asgard che ha appena catturato uno spaventoso Troll, della maestosità di Heimdall - non certo il più gioviale tra le divinità asgardiane - mette addosso alla mortale Jane Foster una forte ansia che prelude al vero e proprio terrore che tra poche pagine la colpirà inesorabilmente.
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Jane viene trasformata in dea...
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La piccola Jane - è il caso di dirlo, e non certo per maschilismo - si trova improvvisamente davanti a una dimensione completamente aliena, gigantesca, sovrumana nel senso più autentico del termine; una dimensione divina, impossibile da gestire per una mente mortale e umana.
Si capisce, vignetta dopo vignetta - con una scansione del tempo e delle emozioni da parte degli autori che non esiterei a definire perfetta - che in lei comincia a farsi strada qualcosa di, ahinoi, più forte dell'amore stesso, e cioè la paura.

Trovatasi al cospetto di Odino in persona, che la sovrasta non solo in divinità, ma anche in possanza (guarda la differenza tra le loro mani...), si vede già chiaramente che Jane Foster è oramai schiacciata da ciò che la circonda e dal suo stesso terrore: è evidente che ella vorrebbe essere ovunque tranne che in quel luogo spaventoso. 
Ma è troppo tardi.

Thor in quel momento è poco più di un'ombra, una presenza quasi marginale, visto che la storia si concentra interamente sulle spaventose emozioni provate dalla povera Jane Foster.
Dov'è la sua tenerezza, dove sono le sue braccia, dove la sua protezione? Proprio nel momento di maggiore bisogno Thor assume un atteggiamento quasi freddo, spronando la sua amata a vincere la prova, a fare appello al suo intimo coraggio, perché "il premio vale il rischio"!
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...davvero "il premio vale il rischio"?....
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Odino infatti dopo aver (momentaneamente) trasformato Jane in immortale, le ha donato il più stupido dei poteri: quello del volo.
E sarà solo armata di quel potere che per decreto di Odino stesso che ne vuole saggiare il coraggio e la forza, Jane Foster dovrebbe sconfiggere nientemeno che L'Ignoto, personificazione malefica del terrore stesso (forse delle proprie paure più ancestrali? Non ci è dato saperlo) essere talmente spaventoso che il solo richiamarlo tramite un mistico rebbio - una sorta di diapason gigantesco - provoca un enorme terrore all'emissario di Odino.
L'Ignoto è, nelle parole stesse dell'emissario: "così temuto che nessuno all'infuori di Odino ne conosce i pieni poteri!" e lo stesso emissario, che ricordiamo è pur sempre un asgardiano immortale!, dopo aver percosso il gigantesco rebbio di richiamo fugge terrorizzato.

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Jane non riesce ad affrontare L'Ignoto!
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Jane, momentaneamente immortale e col suo stupido potere del volo, viene rinchiusa da sola in una grotta buia dove, com'è logico che faccia, entra nel panico più totale, si dimentica che può volare e riesce solo a gridare il nome del suo amato!

Il quale arriva, in tre vignette e quattro martellate sconfigge (meglio: mette in fuga) L'Ignoto e, finalmente, dà prova di un briciolo di umanità andando ad abbracciare la sua fidanzata... no, veramente no: le poggia una mano sulla schiena e protesta con Odino perché ha sottoposto Jane a una prova eccessiva.

Eccessiva? No, risponde il Padre di Tutti: "Se vuoi che sia una dea - dice al figlio - deve possedere anche il cuore di una dea!"
Thor insiste: guardala, dice al padre, non è una dea, è "solo" l'essere gentile che lui ama, deve pur esserci un posto per lei in Asgard.
Ma la stessa preghiera di Thor, prima ancora che da suo padre viene rifiutata dalla stessa Jane Foster: "No! Non chiederglielo! Non voglio essere una dea! Non voglio rimanere su Asgard! E' troppo orribile, insopportabile! Non capisci?"
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Jane non desidera essere una dea né restare in Asgard...
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"Ella ha più saggezza di te, figlio mio - risponde Odino rivolgendosi a un Thor finalmente visibilmente sconvolto - Il suo posto è sulla... Terra!" e con un semplice gesto dell'onnipotente braccio riporta Jane Foster sulla Terra facendole dono dell'oblio: non ricorderà più né la sua visita ad Asgard e neppure l'amore che provava per il dio del Tuono; una nuova e serena vita è già pronta per lei, dono anch'essa del magnanimo Odino.

A quanto pare il Padre è più saggio del figlio, anche se ciò non basta certo a convincere Thor che tutto ciò non fosse già stato esattamente deciso e preordinato da Odino stesso.
Infatti Thor accusa apertamente il padre di essere sempre stato contrario al loro amore e di avere ordito tutto ciò già sapendo che la mortale non sarebbe stata in grado di affrontare la terribile prova crudelmente decisa per lei.

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panico nel volto di Thor
.La ribellione di Thor è violenta ed improvvisa, osa rivolgersi a suo padre impugnando il Martello e in preda alla collera lo accusa di crudeltà. Odino nega e anzi afferma che il suo cuore piange insieme a quello del figlio, ma Thor non gli crede.
Odino non può ammettere che simili atti di insolenza vengano perpetrati contro la sua persona e la sua autorità, neppure se provengono dal suo figliolo preferito: così in uno sfoggio di (onni)potenza umilia il dio del Tuono

Ma il suo amore di padre lo spinge a comprendere subito dopo lo stato d'animo del figlio e quindi a perdonare la sua giovanile arroganza, sfogo di un cuore ferito.
E' qui che, finalmente, al di là della collera il dio del Tuono dimostra la sua vera sofferenza, implorando il suo onnipotente genitore di concedere ancora una possibilità e pronunciando tenere parole si fa perdonare dal lettore per la freddezza dimostrata poco prima nei confronti della sua ormai ex-amata.
"Ma io l'amo lo stesso Padre! Anche se è debole e fragile... Non ho io la forza sufficiente per tutti e due?"
Ma sia Odino che lo stesso Thor sanno che la decisione presa è quella più giusta, soprattutto nei confronti della mortale Jane Foster.

Nel frattempo Jane sta entrando serenamente, anzi con entusiasmo, nella sua nuova vita, quella regalatale dal Padre di Tutti come ultimo dono.
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Un nuovo dottore di cui innamorarsi per Jane Foster
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Odino ha pronta una cura per le ferite d'amore del suo figliolo prediletto e manda quindi Thor  a Gundershelm, la Terra dei Cristalli, per combattere nientemeno che L'Ignoto che scorrazza libero per Asgard e deve essere catturato e sconfitto.

Nella sua divina onniscienza Odino sa che proprio in quel luogo Thor troverà una presenza che gli diverrà assai cara e che tanta importanza avrà per le storie a venire, anche se né il dio del Tuono né i lettori ne sono ancora a conoscenza: si tratta della dea Sif, bellissima guerriera asgardiana, sorella di Heimdall il guardiano di Bifrost, che il dio del Tuono conosceva quand'era bambina. Beh, ora bambina non lo è più e gli sguardi e le parole che si scambiano i due asgardiani preludono a qualcosa che presto accadrà tra loro, ma che ancora non è dato sapere né a noi né a loro stessi.

Jane Foster esce così dalla vita di Thor, ma non lo fa definitivamente perché nel corso degli anni la vedremo ancora molte altre volte, in altre vesti e con altri ruoli. Fino ad oggi, quasi a  chiudere un cerchio cominciato nel 1962...
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Thor e Sif
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Ho riletto questa storia di sole 16 pagine decine di volte eppure ogni volta provo forti emozioni, seppur ne conosco a memoria ogni singola vignetta (e questo per me è un'eccezione: non esiste altra storia di supereroi, per quanto altrettanto riletta, che mi si sia impressa nella memoria in modo così indelebile).

L'attuale run di Thor (di cui ho parlato QUI) mi ha spinto a raccontarvela e, con questa occasione, me la sono riletta e rigustata per l'ennesima volta.
Che non credo sarà l'ultima.
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Orlando Furioso (Settembre 2015)


Nota:

[1] In realtà c'era già stato - nel n. 17 dell'edizione italiana - un maldestro tentativo da parte di Don Blake di rivelare a Jane il suo segreto, ma per temporanei problemi tecnici la cosa non aveva funzionato e il tutto si era risolto con un'imbarazzante figuraccia del dottorino...

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un assertivo Don Blake...


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...fa una figuraccia!