Posted: 10 Apr 2016 02:51 PM PDT
Devil e i Cavalieri Marvel presenta:I MAESTRI DEL KUNG FU
di Haden Blackman, storia
Dalibor Talajic, disegni
Goran Sudzuka, chine
et alii
su Devil e i Cavalieri Marvel
nn. 49, 50 e 51
albi spillati, mensili, 80 pag, colore
euro 3,50 cad
Panini Comics
Qualche spoiler inside
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Facciamo così: dimentichiamoci del "vecchio" Shang-Chi, quello dei gloriosi Anni 70, scritto da Doug Moench e disegnato da Paul Gulacy, pubblicato in Italia dalla gloriosa Editoriale Corno...
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Dimentichiamocelo per un paio di motivi: il primo è che pur avendone tutti i numeri (ok, sarebbero del mio compagno, vecchio fan del personaggio, ma visto che siamo in "comunione dei beni" sono anche miei) non me li ricordo assolutamente, se non in modo molto vago, come oramai mi capita per la maggior parte delle cose lette oltre vent'anni orsono; il secondo è che questo Shang-Chi non solo è nuovo, ma è più che nuovo essendo le sue avventure ambientate su Battleworld, il mondo-collage formato da "pezzi" del vecchio multiverso Marvel (i cosiddetti Universo 616, quello dell'Uomo Ragno & Co., e l'Ultimate Universe, quello di Ultimate Spider-Man, gli Ultimates ecc., più varie altre Terre eventuali...) tenuto insieme dalla ferrea volontà di Destino (Doctor Doom), dio supremo e imperatore, a seguito dei drammatici eventi descritti dalla miniserie Secret Wars, di cui è in uscita da noi il n. 7.
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Dimentichiamocelo per un paio di motivi: il primo è che pur avendone tutti i numeri (ok, sarebbero del mio compagno, vecchio fan del personaggio, ma visto che siamo in "comunione dei beni" sono anche miei) non me li ricordo assolutamente, se non in modo molto vago, come oramai mi capita per la maggior parte delle cose lette oltre vent'anni orsono; il secondo è che questo Shang-Chi non solo è nuovo, ma è più che nuovo essendo le sue avventure ambientate su Battleworld, il mondo-collage formato da "pezzi" del vecchio multiverso Marvel (i cosiddetti Universo 616, quello dell'Uomo Ragno & Co., e l'Ultimate Universe, quello di Ultimate Spider-Man, gli Ultimates ecc., più varie altre Terre eventuali...) tenuto insieme dalla ferrea volontà di Destino (Doctor Doom), dio supremo e imperatore, a seguito dei drammatici eventi descritti dalla miniserie Secret Wars, di cui è in uscita da noi il n. 7.
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Quindi sì, il personaggio è sempre lui, lo Shang-Chi super-maestro delle Arti marziali, ma per esempio suo padre non è più Fu-Manchu, o meglio è sempre la stessa persona, ma ora si chiama Zheng Zu (anche perché i diritti sul nome/personaggio Fu Manchu non sono più in mano alla Marvel). In seguito ai cataclismatici - a dir poco - eventi di Secret Wars
tutti i pesonaggi Marvel sono... sono sempre loro sì, ma sono anche
cambiati radicalmente, soprattutto è stato riscritto, per ora almeno [1], il loro passato, i loro ricordi, le loro battaglie.
Dato che non ricordo granché del "vecchio" Shang-Chi, sono quasi nella posizione in cui si troverebbe un nuovo lettore, come se avessi cominciato ad entrare nel mondo Marvel proprio con la miniserie Secret Wars, quella che - ricordiamolo - termina il numero zero con questo statement:
L'UNIVERSO MARVEL1961 - 2015*L'UNIVERSO ULTIMATE2000 - 2015
Non
so ancora se una volta terminata la pubblicazione italiana di questa
miniserie scriverò le mie prescindibili opinioni in merito (al momento
ho letto 6 numeri su 9) ma posso anticipare che la scritta qui sopra,
che ok è marketing e operazione commerciale finché volete [2], mi ha scosso abbastanza e al termine del n. 1 mi sono - ebbene sì - commosso...
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Ma torniamo a questi tre albi che interrompono la serie regolare di Devil (la cui testata, con l'albo in uscita il 5 Maggio prossimo, prenderà la denominazione americana originale: Daredevil) per narrarci le avventure di Shang-Chi, maestro di Arti marziali che vive nascosto e reietto nel regno di K'un Lun governato con pugno di ferro proprio da suo padre Zheng Zu. Il regno fa parte di Battleworld e dal racconto si capisce che non deve avere molti collegamenti con le altre terre, gli altri regni (baronie, in realtà) del pianeta-puzzle dominato da dio Destino.
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La trama è semplice e lineare: Shang-Chi vive reietto da quando ha compiuto un crimine ordinatogli dal suo padre-imperatore-maestro; crimine per il quale non si da pace. Vige una grossa taglia sulla sua testa. Ogni tredici anni a K'un Lun viene indetto un torneo - di Arti marziali ovviamente - cui possono partecipare solo i maestri che abbiano una scuola e dei seguaci: da poco più di cento anni, però, nessuno/a riesce a sconfiggere l'imperatore Zheng Zu e a porre così fine al suo regime di terrore.
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Shang-Chi incontra fortuitamente una banda di reietti che vivono nascosti (visto che l'imperatore ha decretato la distruzione dei "deboli") e che sono dotati di poteri. Chi conosce l'Universo Marvel... pardòn: il vecchio Universo Marvel, non avrà difficoltà a capire che i reietti, guidati da una versione k'un-luniana di Kitty Pride degli X-Men, altri non sono che i Morlocks.
Mentre un gruppo di potenti sicari-maestri di Arti marziali continua la ricerca del rinnegato figlio dell'imperatore, Schang-Chi, aiuta i Morlocks a prendere coscienza dei loro poteri, li allena e fonda con essi una vera e propria Scuola.
Nel frattempo si avvicina la data della Battaglia delle Tredici Camere e Shang-Chi si presenta al cospetto del popolo e dell'imperatore suo padre: l'uno deciso a conquistare il trono per liberare K'un Lun, l'altro deciso a mantenere il suo trono centenario; tra tutti i partecipanti alla battaglia, avrà un ruolo fondamentale Rand-K'ai, il Primo Pugno, ossia - com'è ovvio - l'Iron Fist di K'un Lun.
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Tra i partecipanti alla lotta per il trono - oltre a Shang-Chi e a R'and-Kai - si riconoscono moltissime "versioni k'un-luniane" di altrettanti personaggi del "vecchio" Universo Marvel, da Namor a Pantera Nera alla Donna Ragno a molti altri.
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Comincia infine la Battaglia delle Tredici Camere, piena di azione, tradimenti, sorprese e soprattutto combattimenti, fino ad arrivare all'epilogo in cui, com'era altamente prevedibile, ed auspicabile direi, si trovano faccia a faccia padre e figlio, l'imperatore Zheng Zu e Shang-Chi.
Si potrebbe pensare che ho spoilerato troppo, ma non credo sia vero: ho raccontato una trama molto generica senza entrare in alcun particolare; anzi questa non è solo la trama di questi tre albi de I Maestri del Kung Fu, ma è una delle più antiche trame esistenti al mondo.
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La lotta padre-figlio, in cui il padre rappresenta il vecchio potere e il figlio il nuovo sistema che inevitabilmente lo sostituirà; la battaglia a "stanze", cioè a livelli, sempre più profondi - qualcuno direbbe "iniziatici" - e pericolosi, con avversari da sconfiggere mano a mano fino a ritrovarsi soli col proprio antagonista (ossia padre-figlio), è lo schema di base per innumeri e antichissimi racconti mitologici, sia occidentali che orientali.
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Forse è stata proprio la mia passione per la mitologia a farmi scegliere - tra le poche miniserie concomitanti a Secret Wars che sto seguendo - di raccontare qualcosa di questa miniserie di tre albi (tre albi in Italia; l'originale USA è formata da quattro albi), che seppur gradevole da leggere non ha in sé nulla di eccezionale.
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Oltre a ciò, de I Maestri del Kung Fu mi ha colpito favorevolmente la sua assouta leggibilità da parte di qualsiasi persona non sia addentro all'Universo Marvel, o a quel che ne resta dopo Secret Wars. Anzi, per la fruizione della miniserie non è neppure richiesta la lettura della serie-madre Secret Wars e questo, in un Universo supereroistico davvero troppo complicato da seguire per un/a qualsiasi neofita, potrebbe essere un pregio. O il più orribile dei difetti per i difensori della continuity.
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Gli autori di questa miniserie, ossia Haden Blackman ai testi, Dalibor Talajic ai disegni, Goran Sudzuka alle chine e Miroslav Mrva ai colori, sono a me del tutto sconosciuti a causa della mia suprema ignoranza in materia su nuovi e nuovissimi autori.
Fanno il loro lavoro più che dignitosamente, anche se né la sceneggiatura né i disegni mi hanno fatto gridare al miracolo. In effetti non penso che questa miniserie volesse essere uno dei prodotti di punta dell'era Secret Wars, ma - ripeto - si tratta di una lavoro piacevole e leggibile da chiunque senza dover avere lauree in marvel-ologia.
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A mio parere un difetto della miniserie è stata proprio la battaglia di Shang-Chi col padre-imperatore Zheng Zu che si è risolta in (troppo)poche pagine, correndo via veloce e dando la sensazione di una fine un po' troppo improvvisa e minor tensione di quella che avrebbe meritato. Ma è un peccato veniale che in fondo non rovina la fruizione della storia.
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Nulla ho invece da dire sulle altre storie contenute negli spillati italiani, cioè Ghost Racer (miniserie di quattro albi nella versione originale USA) e alcune brevi e brevissime storielle autoconclusive tratte dal Secret Wars Journal (e una tratta da Secret Love n. 1). Non ho apprezzato queste storie e in effetti ho acquistato gli albi solo per I Maestri del Kung Fu.
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Buona lettura.
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...c'è anche "Iron Fist" nel regno di K'un Lun, su Battleworld... |
Ma torniamo a questi tre albi che interrompono la serie regolare di Devil (la cui testata, con l'albo in uscita il 5 Maggio prossimo, prenderà la denominazione americana originale: Daredevil) per narrarci le avventure di Shang-Chi, maestro di Arti marziali che vive nascosto e reietto nel regno di K'un Lun governato con pugno di ferro proprio da suo padre Zheng Zu. Il regno fa parte di Battleworld e dal racconto si capisce che non deve avere molti collegamenti con le altre terre, gli altri regni (baronie, in realtà) del pianeta-puzzle dominato da dio Destino.
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La trama è semplice e lineare: Shang-Chi vive reietto da quando ha compiuto un crimine ordinatogli dal suo padre-imperatore-maestro; crimine per il quale non si da pace. Vige una grossa taglia sulla sua testa. Ogni tredici anni a K'un Lun viene indetto un torneo - di Arti marziali ovviamente - cui possono partecipare solo i maestri che abbiano una scuola e dei seguaci: da poco più di cento anni, però, nessuno/a riesce a sconfiggere l'imperatore Zheng Zu e a porre così fine al suo regime di terrore.
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Zheng Zu, imperatore di K'un Lun e padre di Shang-Chi |
Shang-Chi incontra fortuitamente una banda di reietti che vivono nascosti (visto che l'imperatore ha decretato la distruzione dei "deboli") e che sono dotati di poteri. Chi conosce l'Universo Marvel... pardòn: il vecchio Universo Marvel, non avrà difficoltà a capire che i reietti, guidati da una versione k'un-luniana di Kitty Pride degli X-Men, altri non sono che i Morlocks.
Mentre un gruppo di potenti sicari-maestri di Arti marziali continua la ricerca del rinnegato figlio dell'imperatore, Schang-Chi, aiuta i Morlocks a prendere coscienza dei loro poteri, li allena e fonda con essi una vera e propria Scuola.
Nel frattempo si avvicina la data della Battaglia delle Tredici Camere e Shang-Chi si presenta al cospetto del popolo e dell'imperatore suo padre: l'uno deciso a conquistare il trono per liberare K'un Lun, l'altro deciso a mantenere il suo trono centenario; tra tutti i partecipanti alla battaglia, avrà un ruolo fondamentale Rand-K'ai, il Primo Pugno, ossia - com'è ovvio - l'Iron Fist di K'un Lun.
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Shang-Chi combatte contro Namor |
Tra i partecipanti alla lotta per il trono - oltre a Shang-Chi e a R'and-Kai - si riconoscono moltissime "versioni k'un-luniane" di altrettanti personaggi del "vecchio" Universo Marvel, da Namor a Pantera Nera alla Donna Ragno a molti altri.
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Comincia infine la Battaglia delle Tredici Camere, piena di azione, tradimenti, sorprese e soprattutto combattimenti, fino ad arrivare all'epilogo in cui, com'era altamente prevedibile, ed auspicabile direi, si trovano faccia a faccia padre e figlio, l'imperatore Zheng Zu e Shang-Chi.
Si potrebbe pensare che ho spoilerato troppo, ma non credo sia vero: ho raccontato una trama molto generica senza entrare in alcun particolare; anzi questa non è solo la trama di questi tre albi de I Maestri del Kung Fu, ma è una delle più antiche trame esistenti al mondo.
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"Elektra"... |
La lotta padre-figlio, in cui il padre rappresenta il vecchio potere e il figlio il nuovo sistema che inevitabilmente lo sostituirà; la battaglia a "stanze", cioè a livelli, sempre più profondi - qualcuno direbbe "iniziatici" - e pericolosi, con avversari da sconfiggere mano a mano fino a ritrovarsi soli col proprio antagonista (ossia padre-figlio), è lo schema di base per innumeri e antichissimi racconti mitologici, sia occidentali che orientali.
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Forse è stata proprio la mia passione per la mitologia a farmi scegliere - tra le poche miniserie concomitanti a Secret Wars che sto seguendo - di raccontare qualcosa di questa miniserie di tre albi (tre albi in Italia; l'originale USA è formata da quattro albi), che seppur gradevole da leggere non ha in sé nulla di eccezionale.
.
Oltre a ciò, de I Maestri del Kung Fu mi ha colpito favorevolmente la sua assouta leggibilità da parte di qualsiasi persona non sia addentro all'Universo Marvel, o a quel che ne resta dopo Secret Wars. Anzi, per la fruizione della miniserie non è neppure richiesta la lettura della serie-madre Secret Wars e questo, in un Universo supereroistico davvero troppo complicato da seguire per un/a qualsiasi neofita, potrebbe essere un pregio. O il più orribile dei difetti per i difensori della continuity.
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2 covers americane |
Gli autori di questa miniserie, ossia Haden Blackman ai testi, Dalibor Talajic ai disegni, Goran Sudzuka alle chine e Miroslav Mrva ai colori, sono a me del tutto sconosciuti a causa della mia suprema ignoranza in materia su nuovi e nuovissimi autori.
Fanno il loro lavoro più che dignitosamente, anche se né la sceneggiatura né i disegni mi hanno fatto gridare al miracolo. In effetti non penso che questa miniserie volesse essere uno dei prodotti di punta dell'era Secret Wars, ma - ripeto - si tratta di una lavoro piacevole e leggibile da chiunque senza dover avere lauree in marvel-ologia.
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A mio parere un difetto della miniserie è stata proprio la battaglia di Shang-Chi col padre-imperatore Zheng Zu che si è risolta in (troppo)poche pagine, correndo via veloce e dando la sensazione di una fine un po' troppo improvvisa e minor tensione di quella che avrebbe meritato. Ma è un peccato veniale che in fondo non rovina la fruizione della storia.
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Nulla ho invece da dire sulle altre storie contenute negli spillati italiani, cioè Ghost Racer (miniserie di quattro albi nella versione originale USA) e alcune brevi e brevissime storielle autoconclusive tratte dal Secret Wars Journal (e una tratta da Secret Love n. 1). Non ho apprezzato queste storie e in effetti ho acquistato gli albi solo per I Maestri del Kung Fu.
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Buona lettura.
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Orlando Furioso (Aprile 2016)
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Note:
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Note:
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[1] Negli USA tutta la faccenda di Secret Wars
è già bella che terminata da qualche mese, ma non ho proprio idea di
quali ne siano stati gli esiti visto che sto evitando come la peste ogni
anche minimo spoiler. Certo, qualche mia personale ipotesi me la sono fatta: dal più banale "sarà tornato tutto come prima" ad altro che preferisco non dire ora...
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[2] Ricordo en-passant, per le persone distratte o un po' troppo romantiche e autocentrate, che Marvel (proprietà Disney) è una multinazionale il cui scopo è produrre merci per ricavarne denaro; dal che si deduce che OGNI fumetto, ogni singolo albo Marvel è un' "operazione commerciale".
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[2] Ricordo en-passant, per le persone distratte o un po' troppo romantiche e autocentrate, che Marvel (proprietà Disney) è una multinazionale il cui scopo è produrre merci per ricavarne denaro; dal che si deduce che OGNI fumetto, ogni singolo albo Marvel è un' "operazione commerciale".
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