giovedì 3 giugno 2021

DEADMAN

Posted: 29 Oct 2012 02:57 PM PDT



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DEADMAN n.1
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collana UNIVERSO DC n.2
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di Paul Jenkins, testi
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DC Universe presents 1-5
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volume brossurato,
16,8×25,6 -120 pp, colore
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€ 11,95

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RW - Lion Edizioni
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Senza tema di smentita si può affermare che Deadman è uno dei personaggi più affascinanti dell'intero parco-character della DC Comics.

Sono le sue caratteristiche peculiari a renderlo tale, in modo quasi indipendente dagli autori che ne producono le storie. Deadman è un morto-vivente che ... vive di vita propria, si potrebbe dire. E' lontano dalla classica iconografia dei suoi colleghi non-morti, zombie, vampiri  o  fantasmi che siano; è anche lontano dalle motivazioni che sostengono i suddetti nella loro terribile e minacciosa non-vita.
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Deadman fu creato nel 1967 da Arnold Drake e Carmine Infantino: il trapezista Boston Brand - questo il nome mortale del nostro eroe - fu ucciso durante il suo numero al circo, da un killer conosciuto come Hook (l'Uncino).
Per Boston Brand la morte non fu la fine di tutto, ma fu invece l'inizio di una nuova forma di (non)vita: la divinità femminile Rama Kushna gli diede la possibilità di riscattare la sua morte con la cattura del suo stesso assassino e infine di essere una sorta di punto di equilibrio tra il Bene e il Male... 

Il nome della divinità protettrice di Deadman è costituito dall'unione dei nomi di due degli déi hindu più popolari e amati (Rama + Krishna, qui in un'evidente storpiazione del nome), tale da renderlo immediatamente riconoscibile come "orientale".
Negli Stati Uniti degli Anni 60, in ambito prima controculturale e poi sotto-culturale, si era sviluppata una fortissima fascinazione per "la cultura orientale" [1], consumata e fruita di terza o quarta mano e solo nei suoi aspetti più appariscenti e folkloristici, in un milieu di banalità decontestualizzate.
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Nulla di più naturale, quindi, della nascita di personaggi dei comics con caratteristiche flebilmente "mistiche" e, diciamo così, "orientaleggianti".

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Ma al di là di effimere mode, Deadman è ancora (non)vivo e (non)vegeto, presente nel DC Universe di ieri e di oggi e presente anche nell'editoria italiana di ieri e di oggi, pur essendo da sempre considerato un personaggio "minore".
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La mia personale conoscenza dell'avventura editoriale italiana recente - con conseguente innamoramento verso il personaggio dal colletto più ampio dell'intero regno supereroistico, comincia nel 1989 con All American Comics, la rivista edita dalla Comic Art di Rinaldo Traini: Deadman viene pubblicato sin dal n. 2 della rivista (dal n. 1, se se contiamo una storia ironico-satirica tratta dal National Lampoon Magazine n. 34 del 1973).
Fino al n. 5 la rivista bella e rimpianta (da me lo è eccome) pubblica una miniserie in quattro parti uscita negli Usa nel 1986, scritta da Andrew Helfer e disegnata magistralmente da Josè Luis Garcia Lopez, che sarà ripubblicata in italia nel 2007 da Planeta-DeAgostini (con in più la storia Death and the Maiden, di Vance e Garcia Lopez) in un unico cartonato.
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All American Comics (AAC per gli aficionados) pubblicherà Deadman - e gli farà l'onore di comparire spesso in copertina - fino al n. 19, l'ultimo in cui la splendida rivista pubblicherà materiale DC.
Oltre al cartonato di cui sopra, Planeta-DeAgostini pubblicherà un bel volumone col Deadman di Neil Adams, un volume con quello di Mike Baron e dell'inquietantissimo disegnatore Kelley Jones, e la miniserie Batman - Deadman di Robinson e Estes.
Insomma, pur non essendo Batman o Superman, il nostro Morto preferito non è stato del tutto trascurato dall'editoria italiana! [2]
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E finalmente arriviamo a oggi, al nuovo Deadman e alla prima pubblicazione che la RW - Lion dedica al nostro defunto eroe.
Che, diciamolo subito, è un ghost-hero un po' diverso da quello cui eravamo abituati.
Non è cambiato il suo potere, quello cioè di "abitare" corpi viventi, prendere in prestito brani di vite altrui, usarli come momentanei abiti di carne e sangue, sempre e solo per fare del bene s'intende. Solo "possedendo" viventi può interagire concretamente con la realtà, la realtà fisica.
In questo primo ciclo di storie conosciamo un Deadman più duro e determinato del solito, forse meno misticheggiante e più "Vertigo-oriented", con angeli e demoni a svolazzargli intorno e soprattutto un'inaspettata Rama Kushna che ci apparirà molto, molto diversa da come ce la siamo sempre immaginata. La dea sarà costretta a mostrare aspetti terrifici e motivazioni che seppure parzialmente imperscrutabili (è pur sempre una divinità) s'intuiscono non necessariamente inclini alla "bontà".
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Abbiamo sempre pensato a Rama Kushna come alla benevola divinità che misericordiosamente offre all'arrogante ed egoista - e vivo - Boston Brand una possibilità di riscatto nella morte, purché egli si dedichi all'amore e agisca non più per un proprio guadagno personale, ma per compassione verso il prossimo. E soprattutto purché non venga messo in discussione il volere, quindi il potere, della divinità. Questa è, come dire, la base, il sostrato che fa da sfondo a tutte le avventure che finora l'eroe morto ha "vissuto".
Ebbene pare che sotto ci sia ben altro.
Oltre a noi lettori è Deadman stesso che comincia a sospettare che il suo continuo "samsara" [3] di possessioni non abbia propriamente il benefico scopo illustratogli originariamente da Rama Kushna. E così che il Morto oserà sfidare la dea...
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Tramite una catena di possessioni e la visita a un particolarissimo e tutt'altro che tranquillo "club" - il Moonstone - frequentato da creature non propriamente umane (è qui che si sente maggiormente il richiamo alle vecchie e bellissime serie Vertigo), Boston Brand entra in contatto con potenti e pericolosissime Entità Cosmiche che possono infine condurlo da Chi possa rispondere alle sue domande.
Inutile dire che ogni cosa ha un prezzo da pagare e più una cosa è preziosa e più il prezzo da pagare sarà alto. Persino se sei già morto.
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Venti Domande s'intitola il ciclo di storie contenuto in questo primo volume, magistralmente scritto da un Paul Jenkins in splendida forma - e certo non nuovo ad atmosfere vertighiane - e illustrato da un bravo Bernard Chang, del quale, appunto, riconosco e apprezzo la bravura e la perizia tecnica, e pure l'efficacia, seppure disegna con uno stile abbastanza lontano dai miei gusti di lettore anziano; è infine un po' troppo "moderno" per i miei gusti e certamente potrà migliorare nella descrizione di atmosfere ultraterrene, area nella quale pecca un po'.
Il connubio tra i due autori produce comunque un continuum efficacissimo, la scrittura di Jenkins soprattutto, offre una storia avvincente nella quale un certo, non banale spessore filosofico convive agevolmente con mostri, action, sparatorie ed Entità Cosmiche. E una certa dose di humor intelligente. Si tratta di una storia che pone domande profonde e che è allo stesso tempo divertentissima quanto appassionante.
Menzione per la magnifica copertina di Dave Sharpe.
Non potevano essere poste meglio le basi per questo nuovo Deadman.

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Orlando Furioso (Ottobre 2012)
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Note:

[1] "Cultura Orientale" è un termine che di per sé non sta a significare nulla, calcolando che "l'Oriente" è un concetto inventato dagli Europei per raggruppare culture diversissime tra loro, accomunate tra esse solamente dal fatto di... non essere "Occidentali"!

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[2] Anche le bellissime riviste Horror e DC Comic Presents, sempre di Traini (Comic Art) e dirette dall'ottimo Luca Boschi, hanno pubblicato alcune storie di Deadman.
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[3] «Coloro che conquistano i mondi celesti con il sacrificio, l'elemosina, l'ascesi, costoro entrano nel fumo, dal fumo [passano] nella notte, dalla notte nella quindicina della luna calante, dalla quindicina della luna calante nel semestre in cui il sole si muove verso il Sud, da questo semestre nel "mondo dei Mani, dal mondo dei Mani nella luna. Giunti che siano alla luna, essi diventano nutrimento e gli dei quivi se ne cibano come si cibano della luna con le parole ""Accresciti, riduciti!"". Poiché questa [sosta] è per essi terminata, allora ritornano nello spazio, dallo spazio passano nel vento, dal vento nella pioggia, dalla pioggia sulla terra. Giunti che siano sulla terra, diventano cibo e di nuovo sono sacrificati in quel fuoco che è l'uomo e rinascono in quel fuoco che è la donna. Giungendo ai diversi mondi, continuano così il loro ciclo. Ma coloro che non conoscono queste due vie, rinascono come vermi, insetti e tutte le specie che mordono.»
(Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad. VI, 2, 16)