Posted: 29 Jun 2014 09:46 PM PDT
di Marco Bailone
vol. brossurato (Grande formato)
con bandelle
80 pag. b/n
euro 10
Marco Bailone ha realizzato un opera a fumetti molto più vasta della dimensione delle pagine o dello spessore del volume. Una sensazione di vastità cosmica pervade infatti la storia di Fondobosco. Sono da sempre appassionato di Miti e credo di saper riconoscere un contesto mitico
quando lo incontro: un pizzicorino all’altezza dello sterno, le
dimensioni e i confini che improvvisamente diventano relativi, la
sensazione di poter trascendere limiti che ci siamo auto-imposti per
tuffarci in un Onda ben più vasta di quanto si possa immaginare, onnicomprensiva…
Naturalmente sto parlando di lasciarsi andare con la fantasia, nulla di realmente concreto, per carità.
Fondobosco col suo bianco e nero denso e potente, ha il potere di lasciarmi intravedere un qualcosa d’altro, un di più e un al di là (che nulla c’entra con l’Aldilà),
un qualcosa di molto simile allo stato di stupore che provavo da
bambino quando qualcuno mi leggeva una storia fantastica, o come quando
me la leggevo da solo, imboscato sotto l’enorme tavolo della cucina.
Per un po’, anche dopo che la lettura era terminata, mi ritrovavo in una sorta di “metà-strada”, tra il qui-e-ora e un Altrove di cui, sebbene non esista (…), ero riuscito a intravedere un pezzetto, a respirarne un po’ dell’atmosfera.
Fondobosco mi ha portato di nuovo Là, in Quel Posto cui non credo, ma nel quale mi rifugio più spesso di quanto io stesso non voglia ammettere; Fondobosco è una storia a fumetti che contiene un “di più” in simboli, magia, follia. E anche Morte e Rinascita, certamente, come ogni opera magica deve contenere. Molti simboli sono riconoscibili da chi mastichi un po’ di Queste Cose; altri forse esistono solo nella fantasia dell’autore, ma non per questo sono meno efficaci.
La storia di Fondobosco racconta di quel che successe a Giuseppe Pellegrino detto Pinot
quando, una mattina, volle andare ad abbattere un vecchio larice. Forse
osò toccare l’albero sbagliato, forse era il suo destino da sempre, ma Pinot incontrò uno Spirito…
Non solo la sua vita cambiò, ma si può anche dire che da quel momento
finì e ricominciò per diventare un tramite tra le potenze della Natura e
una sorta di Ragnarok senza Dèi che prelude a un nuovo mondo privo di male.
Il radicale cambiamento di Pinot
non poteva essere accettato da coloro che un tempo erano suoi pari e
così venne rinchiuso in modo che non potesse nuocere. Ma le potenze
della Natura hanno molti modi per aiutare Pinot a portare a termine il
suo sacro compito.
Fondobosco
è la storia di un uomo, ma soprattutto è una storia di spiriti dei
boschi e della Natura tutta, di animali e visioni cosmiche, di morte e
rinascita e infine di trasformazione della realtà tutta. Un’opera che
pur senza avere in sé nulla di pretenzioso (è un complimento) persegue e
a parer mio raggiunge un obiettivo ambizioso. Giocare con simboli e
miti può portare, e spesso lo fa, a risultati pacchiani o freddi; ma
quest’opera a fumetti di Marco Bailone contiene un tasso talmente alto di sincerità e amore che non si corrono rischi di quel tipo.
La breve introduzione del risvolto di copertina saggiamente recita: “…siete
sulla soglia di una selva inestricabile di ispirazioni, rimandi,
suggerimenti… Dovete perlustrarne i meandri, aguzzare la vista,
riconoscere le tracce…” e così è, la lettura si fa esperienza intensa, misteriosa e magica…
Forse sembrano parole “grosse” per un fumetto di 80 pagine? Beh, miti e simboli sono
cose grosse e a saperli maneggiare bene si ottengono grossi risultati.
Parlo – come sempre - da un punto di vista prettamente emotivo, ma
ritengo che anche da un punto di vista squisitamente tecnico l’opera sia
ben riuscita e meritevole di lettura.
I disegni di Bailone, spigolosi e suggestivi di per sé, mi hanno ricordato qualcosa del da me molto amato Matteo Guarnaccia, forse per alcuni ricorrenti motivi spiraleggianti (le nuvole, il vapore…) e nella descrizione grafica degli Spiriti, così alieni nonostante la loro forma ricordi in parte quella umana.
Non so spiegare il perché, e comunque non voglio che nessuno pensi che i disegni di Bailone manchino di originalità (così assolutamente non è), ma mi è venuto anche alla mente il grande e rimpianto Vaughn Bodé, che avrebbe potuto essere la vera Rockstar del Fumetto se solo non ci avesse lasciato così dannatamente presto (nel 1975 a soli 34 anni…). Non so se l’autore di Fondobosco conosca l’opera di Bodé o se sono solo io a intravedere qualche punto di collegamento tra loro; sta di fatto che anche in questo caso il mio vuole essere un complimento.
Ho apprezzato moltissimo i disegni di Fondobosco, specialmente le tavole o le grosse vignette raffiguranti gli animali (raffigurati in modo davvero potente, totemico, archetipico) e ho trovato particolarmente belle, suggestive e profondamente emozionanti l’ultima ventina di tavole, colme grandiosità e di magia, benefici abbagli per occhi e mente.
L’opera a fumetti di Bailone
oltre al suo essere magica e fantastica, contiene in sé anche una
profondissima critica sociale verso un sistema di cose incentrato
esclusivamente sul profitto (di pochi) ed è permeata da un panteismo e
di un ecologismo hardcore che personalmente ho trovato dolce e tenero.
Il
finale della storia per certi versi spietato, oltre a presupporre
chissà quante altre potenziali storie a partire da esso, dà adito a
numerose interpretazioni e farà certamente arrabbiare più d’una persona,
specie chi pone la persona umana come centro immoto e significato
ultimo dell’Universo.
Consiglio a chiunque si sia
sentit* un minimo attratt* dalle tematiche sopra citate, e dalle
sensazioni che ho cercato di descrivere, di leggere Fondobosco; a me stesso auguro di poter presto leggere altre opere a fumetti del suo autore.
.
“…Ecco l’Aprile
il fiore della vita
che l’aria è piena
di soave odor…”
Orlando Furioso (Giugno 2014)
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