Posted: 23 Mar 2014 06:56 AM PDT
Oggi sono in ferie – vol. 1
(Kyou wa kaisha yasumimasu)
di Mari Fujimura
(serie in corso in Giappone)
josei, sentimentale, slice of life
tankobon con sovraccoperta,
pag. non dichiarate, b/n
euro 4,95
Goen – collana Shojo GO! / Romance
.
Per quel che ne sappiamo delle usanze culturali e sociali del Sol Levante, “laggiù” una ragazza di trentatré anni che non si sia ancora sposata è considerata una specie di vecchia zitella.
Ma una ragazza di trentatré anni che non abbia mai avuto una relazione né una qualche esperienza sessuale immagino debba essere poco più che una pariah!
“Trentatré anni e ancora vergine”: questo dunque il presupposto di Oggi sono in ferie di Mari Fujimura.
Nonostante il presupposto possa far pensare – almeno qui da noi, Paese altrettanto maschilista quanto il Giappone - a certe malizie, quando non a crasse situazioni “comiche” da bar o da film “scollacciato”, la storia in questo primo volume ha uno svolgimento delicato e direi molto normale.
E’ il giorno del trentatreesimo compleanno di Hanae Aoishi, occhialuta e graziosa trentatreenne, impiegata in un’azienda e ancora convivente con la madre.
L’sms di auguri ricevuto da un’amica è un’ulteriore occasione per Hanae di riflettere un po’ malinconicamente sulla sua situazione sentimentale, o meglio sulla totale assenza di una qualsiasi situazione sentimentale.
L’unica occasione avuta, risalente ormai ai tempi dell’università, Hanae se l’è lasciata scappare per il timore di fare un passo troppo avventato…
In effetti è strano che negli anni che sono trascorsi dall’università al suo trentatreesimo compleanno la protagonista non abbia mai più avuto un’occasione, un corteggiamento, un invito, una conoscenza casuale… ma dopotutto stiamo parlando di un fumetto, una fiction, se tutto fosse filato liscio non ci sarebbe alcuna storia da raccontare, no?
Dunque, proprio il giorno del compleanno di Hanae accade una sorta di “miracolo” tra lei e Yuto Tanokura, il bel ventunenne universitario che lavora come stagista part-time nella sua stessa azienda.
Tanokura in breve tempo mette fortemente in discussione il ferreo sistema di “analisi del prossimo” messo continuamente in atto da Hanae per tutelarsi da delusioni (e da qualsiasi ipotesi di relazione, si direbbe).
Da qui parte la vera e propria storia, che si preannuncia densa di ambiguità, dubbi, fraintendimenti, ma anche di batticuori, romanticismo e una marea di rossori. Ci sono ben (…) dodici anni di differenza tra Hanae e Tanokura e questo viene visto dalla ragazza come un insormontabile ostacolo per una relazione serena, felice e duratura.
Inoltre il comportamento di Tanokura, benché apparentemente ineccepibile, presenta non pochi lati ambigui, se non addirittura oscuri…
La storia è godibilissima e scorrevole e i sentimenti romantici – veri protagonisti - sono trattati in modo realistico anche grazie agli indovinati primi piani che descrivono bene gli stati d’animo dei personaggi e questo è un dato che conferisce credibilità al manga ed estrema facilità di identificazione da parte di chi legge, facendo così aumentare il piacere della lettura.
Non posso certo dire che l’ideologia sottesa sia tra le più “avanzate” o condivisibili (anzi…): il fatto che una ragazza di trentatré anni debba sentirsi “non realizzata” solo perché la sua vita sentimentale e sessuale non è “adeguata” allo stereotipo dominante, o più banalmente perché è “senza un uomo”, non depone a favore della stima delle donne che l’autrice dimostra di avere.
A meno che nei prossimi volumi non ci vengano presentati elementi che sovvertano questo pregiudizio, cosa che personalmente accoglierei più che volentieri.
E’ comunque interessante ciò che ci viene presentato: l’estremo pudore delle donne, scalzato esclusivamente quando le stesse abusano di alcool; la quasi-incapacità di “parlar chiaro” (forse è una caratteristica della cultura orientale?), ovviamente questo vale per le donne, mentre agli uomini è concessa quasi qualsiasi esternazione.
Le donne vengono “guidate” dagli uomini (capi, fidanzati, mariti, ma anche solo colleghi o compagni occasionali di bevute) e pare che la timidezza estrema sia considerata per loro imprescindibile virtù.
D’altronde nessuno chiede a una storia di fiction di adeguarsi o perpetrare idee o situazioni “politicamente corrette”: il politicamente corretto, per quanto mi riguarda, lo pratico nella vita reale.
Passando a qualche considerazione prettamente grafica: il disegno di Fujimura è semplice ed essenziale, non particolarmente originale e fa molto uso di stereotipie. In sostanza si tratta di un disegno di sintesi, ma comunque dotato di una sua peculiare eleganza e di una indiscutibile delicatezza.
Ho notato che svariate vignette sono riempite da scritte, onomatopee, piccoli particolari, insegne di locali, abbondanza di retini: è un usanza non rara tra certi manga e di primo acchito, e a voler essere maligni, verrebbe quasi da pensare che l’autrice non volesse “sforzarsi troppo”… Ma in realtà, leggendo il manga, si nota come la storia scorra bene anche dal punto di vista del disegno, come se la sua essenzialità fosse un dato importante della narrazione. Niente da dire quindi sullo storytelling che dà un risultato funzionale e scorrevole, insomma: “riesce bene”.
Fujimura ha un uso molto vivace e costantemente cangiante della struttura delle tavole: vignette orizzontali, verticali, oblique, intersecanti le une nelle altre… la varietà è notevole. Questo particolare tipo di struttura della tavola aumenta la sensazione del tempo (veloce o lento che sia, a seconda del momento narrato) e non inficia minimamente la semplicità di lettura, anzi a differenza di altri manga, la scansione temporale è perfettamente intellegibile e ben costruita.
Infine: non ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma semplicemente a un manga molto piacevole e divertente.
Mi sento di consigliare questo manga agli/alle amanti del josei e dello slice of life: personalmente l’ho trovato godibilissimo e sono curioso di vedere come andrà a finire la storia, ma non so se Oggi sono in ferie abbia sufficiente appeal per poter conquistare anche chi già non sia “portato/a” verso questo genere di storia e di disegno.
“Che vergogna! Ho trentatré anni e mi viene il batticuore per queste cose.” (Hanae Aoishi)
Orlando Furioso (Marzo 2014)
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