Posted: 10 Nov 2014 01:51 PM PST
di
A. Romagnoli, N. Tonelli,
G. Valletta, E. Menini,
B. Concordia, A. Gentili,
F. Barbera
feat. A. Baronciani
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one shot
vol. brossurato cm 10,5x15,
192 pag. b/n su carta rosa,
stampa in offset
euro 7 - richiedibile QUI
Siccome il volume di cui vado a parlare non si trova esposto in bella vista ad ogni edicola nazionale, ma è necessario richiederlo agli indirizzi linkati accanto al titolo lì in alto, l’intenzione dichiarata di questo scritto è quella di convincere a fare quella piccola “fatica”, quel minimo sforzo (per altro ottimamente ripagato) che consiste nel procurarsi un volume a fumetti che non si trova in edicola o in fumetteria.
Ogni uscita del collettivo Incubo alla balena è sempre stata contrassegnata da una specifica tematica: l’incubo la prima uscita, la rabbia la seconda, mentre in questo terzo, di nuovo splendido volume – o meglio fanzine, come la chiamano le autrici/gli autori - si parla e si racconta d’amore.
Sette storie d’amore, inframezzate dalle belle tavole di Alessandro Baronciani, presentatore non-neutro e autore egli stesso di una “storia tra le storie”, la cui protagonista è una ragazza che potrebbe rappresentare ognuna/o di noi che leggiamo, con ospite d’onore un certo Ratigher…
La prima storia della fanzine, senza titolo, è di Alessandra Romagnoli [1].
Grazie
ai suoi suggestivi e bellissimi disegni “a carboncino” ci si ritrova
immediatamente in un’atmosfera non completamente definita, “nebbiosa” in
un certo senso, certamente magica e romantica. E straziante.
Chiunque
al mondo, senza esclusione, può identificarsi coi dubbi e i sentimenti
della protagonista, o di uno/a qualsiasi dei personaggi della storia.
Personaggi che non si limitano alle persone, perché Romagnoli con i suoi disegni sceglie di far parlare
ogni oggetto, ogni elemento della natura che compare nelle sue tavole.
Inquadrature, particolari, volti, alberi e, sì, persone, non hanno
bisogno di molte parole per farci entrare in uno stato d’animo che sta a
metà tra un’estrema malinconia e una specie di distacco, come un
osservare dall’alto per subito reimmergersi in un’atmosfera di
coinvolgimento. Magia, come ho già detto e un finale che apre infinite
possibilità per altre infinite storie che starà a noi decidere se vivere
o meno. Le parole-chiave della storia di Alessandra Romagnoli, per
quello che mi riguarda, sono atmosfera, e ricordo.
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La seconda storia, intitolata Week-End, è opera di Niccolò Tonelli. Una storia ambientata in estate, anche se di spiagge ed ombrelloni non ne vediamo l’ombra. Una storia d’amore tra improvvisi turni di lavoro, amori dichiarati e/o solo immaginati, con due punti di vista che si alternano e, anche, si contraddicono. Quotidianità e sogno. E’ una storia un po’ a spirale e dalle molteplici interpretazioni. Non sono così tutte le storie d’amore?
I disegni di Tonelli
sono duri e graffiati, definiti in ogni loro linea, semplici da un
certo punto di vista, cartooneschi, non per questo meno espressivi. La
sua scelta è nella maggior parte dei casi quella della splash-page, forse anche per questo i disegni e i personaggi sono così penetranti.
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Il titolo della terza storia, quella di Gianluca Valletta, è Niente. Storia breve non tanto per il numero di pagine di cui è composta, quanto per la secchezza, la durezza e la velocità di cui è permeata. Pare che finisca in un attimo, ma nelle dodici tavole di Niente c’è molto, invece.
Uomo
e corvo e una donna in lontananza, un ricordo di donna che è però
ancora una presenza importante che fa dire all’uomo, e poi al corvo,
frasi dure che alternano colpe e dolori e ricordi d’amore. Il corvo è un
simbolo molto potente, così come lo è il segno di Valletta.
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Marea è la storia, la quarta del volume, di Elisa Menini.
Lei,
che potrebbe sembrare la protagonista di un manga con quegli occhioni
grandi e lo chignon, è una ragazza decisa e dinamica e ha un sorriso che
conquista; lui ha una maglietta dei Devo
(cosa, questa, che me lo rende immediatamente simpatico) e molta voglia
di accontentare, o assecondare, lei. Una giornata estiva – di nuovo:
l’estate… – e voglia di andare a pesca.
Amore e pesci,
una dolcezza struggente di fondo, il mare ingannevole, qualche lacrima,
una ferita (non grave!), insieme in scooter e una delle dichiarazioni
d’amore più originali.
I disegni di Menini mi
ricordano un po’ certi manga, non solo per la presenza massiccia di
retino (digitale, suppongo) ma per l’espressività dei personaggi a metà
tra realismo e cartoonesco. Mi sono molto piaciuti e la storia mi ha
intenerito moltissimo. Anche se sono contrario alla pesca :)
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E’ poi la volta di He di Beatrice Concordia, autrice che già mi aveva tanto colpito nei precedenti volumi de L’Incubo alla balena.
Tanti
disegni, o meglio tanto disegno, e tante parole per un racconto tra
donne in cui ci sono un amore mancato e un amore presente e
probabilmente rivalutato. Certe volte, così ho capito/interpretato io,
l’amore non è necessariamente un fuoco che divampa di
passione sfrenata, ma può essere altro. Meno intenso? Chi lo sa. Come si
misura il grado di intensità di un amore?
Cos’è una “occasione mancata”? La storia, bella, intensa e divertente, mi ha fatto pensare anche più di quanto avrei voluto.
Mi affascinano incredibilmente i disegni di Concordia
con quel tratteggio a un tempo delicatissimo e potente, realistico,
espressivo e contemporaneamente simbolico, pieno di particolari e
dettagli che mi fanno scorrere lo sguardo più e più e più volte su ogni
tavola, ogni vignetta. La prima vignetta è una semplice tazza di tè con
una teiera accanto: beh, mi ci sono perso dentro per interi minuti! Il
suo fitto tratteggio rende la realtà come fosse ovattata e circondata da
una ragnatela sottilissima e impalpabile, ma la sua storia è così
terribilmente… reale e comprensibile, straordinaria pur nella sua
“normalità”. (L’ho scritto così, su due piedi…).
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La penultima storia è di Annamaria Gentili e si chiama Non preoccuparti.
E’ una storia che mi ha colpito molto. (Ok, oramai l’avrete capito che tutte le storie contenute in Ricci d’amare
mi hanno colpito molto). E’, questa, la storia di un amore che si rompe
o meglio che si blocca sul nascere, è la storia di un’indecisione e di
un cuore strappato (e poi restituito) e di solidarietà amicale.
E’ romantica e triste e crudele, ma anche così comune – e proprio per questo così ficcante e, in un certo senso, disturbante. Le ragioni di lui e di lei sono messe a nudo e non c’è tifo per l’una o l’altra parte anche perché la quantità di sofferenza è probabilmente equamente distribuita. O forse no, in amore non c’è mai nulla di “equamente distribuito”. La tristezza è palpabile e il finale è aperto, ognun* di noi lo immaginerà come più gli/le piace. I disegni di Gentili sono deliziosamente fumettistici, nel senso migliore del termine ovviamente; molto simbolici e con dei volti incredibilmente espressivi e la sua costruzione della tavola si differenzia da quella delle altre autrici e degli altri autori presenti sul volume: sceglie infatti spezzettamenti d’immagini e inquadrature mai banali, anche su dettagli apparentemente poco importanti, ma invece fondamentali per l’equilibrio, delicato, della storia.
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Chiude il volume la storia di Flavia Barbera che si intitola Lo Scimmiotto – Ricordi di Rachele. Devo essere onesto: sin dalla prima uscita di Incubo alla balena mi sono sentito in qualche modo legato a Flavia, in sintonia. Adoro il tratto che ha scelto di usare in Incubo alla balena e in La rabbia del canarino e non faccio eccezione per questo Ricci d’amare: il suo tratto è così potente, sfacciatamente “underground”, espressivo e libero che proprio non posso fare a meno di amarlo.
Trovo il tratto di Barbera – sempre, ma forse maggiormente su questo lavoro - sontuoso e sensuale, straordinariamente comunicativo e, per quanto mi riguarda, emozionante. Non vedo l’ora di poterla leggere su una distanza un po’ più lunga (o anche molto più lunga) perché mi piace davvero il suo stile.
Lo Scimmiotto
è una storia d’amore, certo, e di sesso. Lo Scimmiotto è, forse, un
simbolo del sesso come gioia ed espressione, godimento, piacere. Questo
non necessariamente elimina la componente romantica, che c’entra? Sesso
opposto ad una concezione sessuofobica e colpevolizzante della vita. Ci
ho visto troppo?…
Il giovane Scimmiotto incontra la giovane Rachele,
passano dieci anni e ciò che resta sono i ricordi ed essi non sono solo
“sentimentali”, ma anche e soprattutto carnali. Il tempo passa, certo,
ma restiamo donne e uomini di carne e sangue (e peli) grazie al cielo, e
la carne è importante come l’anima (l’una perlomeno sappiamo per certo che esiste!). I disegni di Barbera, la costruzione della tavola, lo storytelling,
mutano con l’avanzare della storia: l’autrice sperimenta segni diversi,
anche molto diversi tra loro, il tutto all’insegna di una palpabile
libertà espressiva che si preoccupa di narrare e comunicare in modo personale e, di nuovo, libero. Vero Fumetto, un mare di emozioni. (E grazie Flavia, grazie a te!).
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Infine: su Alessandro Baronciani cosa si può dire se non che disegnasse anche la lista della spesa sarebbe comunque un’emozione leggerlo? Baronciani, come accennavo poco sopra, è narratore partecipato
alle storie, i suoi intermezzi legano le storie l’una all’altra dando
loro una continuità narrativa che va al di là dell’essere tutte nello
stesso volume. La ragazza legge, ascolta, giudica, si emoziona, e noi
con lei. E col suo Ratigher…
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Con
questo volume si entra in un mondo e in un modo di fare fumetto
diverso, autentico, profondamente emozionale ed emozionante e si godere
di un piacere che non si trova facilmente ad ogni angolo. Se
ragionassimo a stellette saremmo a cinque su cinque.
Buona lettura!
Orlando Furioso (Novembre 2014)