giovedì 3 giugno 2021

INCUBO ALLA BALENA

 

Posted: 01 Oct 2012 10:51 AM PDT

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brossurato cm10,5x15, b/n, pag. 176 - autoprodotto

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€ 7,00 comprensive di spese postali
richiedibile qui o mandando un mess. pvt qui








Quanto può valere un fumetto?
Non so bene perché mi faccia questa domanda, comunque sempre soggettiva; sospetto che abbia a che fare col libro a fumetti di cui vorrei raccontare oggi, e anche con un mio personale senso e momento di confusione.
In due sole sere susseguenti sono entrato, al limite del viaggio psichedelico, in una delle passate epopee di un qualsiasi supereroe e in un libriccino piccino ma con tante pagine che aspettavo con ansia e che ho finalmente trovato nella buca delle lettere: Incubo alla balena.

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16 Luglio - Alessandra Romagnoli
 
Quindi: quanto può valere un fumetto? E' una frase confusa, una suggestione. Grazie al cielo - e soprattutto agli autori - che sono ancora in grado di suscitare suggestioni forti, potenti.

E' anche vero che quando aspetto qualcosa con interesse difficilmente resto deluso, perché c'è qualcosa dentro di me che "è-come-se-sapesse" che quel qualcosa, se mi interessa e mi incuriosisce, quasi certamente mi piacerà. Sono in una fase leggermente mistica.
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Avevo letto qualche tempo fa una recensione di Incubo alla balena, non ricordo nel dettaglio la recensione e nemmeno ho intenzione di rileggerla almeno fino a che non avrò finito di scrivere le righe che seguono, ma ho questa impressione che il giudizio fosse, diciamo così, cauto. Ma l'impressione che ricordo come più forte, vedrò poi quando rileggerò quella recensione se corrisponde al vero o no, è che mentre la leggevo pur comprendendo bene (per lo meno "in astratto", visto che il fumetto non l'avevo ancora letto) le motivazioni del recensore, contemporaneamente e proprio per le stesse motivazioni pensavo "a me questo fumetto dovrebbe piacere da matti!".
Infatti.
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L'incubo? - Niccolò Tonelli
 
Proprio come dice il sottotitolo: sette incubi. Otto fumettisti. In formato tascabile.Il tema è dichiarato ed è affascinante e spaventoso (ad esempio chi se lo ricorda quel meraviglioso librino a tema, sottile ma pesante, di Rick Veitch? Non per far paragoni, ma  per assecondare la coscienza che scivola così). Affrontato da ognuno/a dei/delle fumettisti/e con un approccio, se vogliamo, canonico: dato un incubo, io fumettista lo descrivo.
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Il contenitore di urla - Beatrice Concordia

Sembrerebbe, così descritta, un'operazione innocua, vero? "Ti racconto un incubo".
Ognun di loro col proprio stile, s'intende, il proprio storytelling, i propri strumenti tecnici, l'uso o meno di parole, didascalie o fumetti discorsivi.
Eppure qui c'è ben poco di innocuo, il tutto ha un gusto, riconoscibile, di completezza, che esula dall'ovvio accostamento tematico (gli incubi, proprio perché tali, sono tutti sgradevoli); non è neanche la comunanza della bicromia bianco-e-nero né il comune contenitore-formato.
In Incubo alla balena io che leggo respiro un'atmosfera che una qualche profonda parte di me riconosce istintivamente. Ne sono catturato ed affascinato, in modo molto intimo e, di nuovo, molto profondo.

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Interno 15 - Annamaria Gentili

Dopo un'introduzione di Alessandro Baronciani (uno dei pochissimi fumettisti giovani per i quali, quando penso a lui, mi viene spontanea la parola "artista") che fornirà anche tutti gli altri raccordi tra un incubo e quello successivo, parte 16 Luglio di Alessandra Romagnoli: bellissime matite, molte vignette e pochissime didascalie per raccontare un incubo di bambina che, proprio come i veri sogni, si trasforma nello spazio e nel tempo per terminare su un particolare che, per quel che ne sappiamo, potrebbe rappresentare l'equilibrio del mondo intero. Storia bellissima e magica.

Dopo due splendide tavole di Baronciani ecco che L'incubo? di Niccolò Tonelli arriva a sconvolgere più di qualche certezza. Quanto diverso dal precedente, questo racconto scritto a biro nera, alterna tavole in cui posso quasi sentire l'ossessivo coprire con le sottili righe della penna  quanto più spazio bianco possibile (cric cric cric) a tavole in cui il segno della biro riempie appena qualche vuoto. Segni graffiati e volutamente gonfiati si alternano a segni descrittivi precisi, proprio come nei sogni, meglio ancora negli incubi. La sua storia è incongruente, strana, mi mette a disagio: il racconto di episodi scollegati tra loro e una senso di coscienza alterata al di là dell'incubo... Lo rileggo da qualche giorno e ogni volta mi piace e mi emoziona.
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Il primo posto - Elisa Menini
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Le 14 toccanti tavole de Il contenitore di urla di Beatrice Concordia mi ricordano altrettanti disegni espressionisti. Ma soprattutto mi ricordano stati d'animo conosciuti e affrontati in infiniti incubi e in altrettante veglie. Ciò che racconta Beatrice non mi sembra un incubo, mi sembrano, quelle, purtroppo, sensazioni di ultralucidità che scavano solchi interni e addolorano. Ma fanno anche prendere coscienza, sono passi di necessaria consapevolezza.
Guarda lì sopra il disegno di Beatrice: è un breve ma efficace riassunto. Siamo di nuovo così lontani dall'intrattenimento. Finalmente.

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In Interno 15 Annamaria Gentili non ha bisogno di parole per narrare ciò che nessuna parola dovrebbe poter descrivere. La dolcezza di un bellissimo segno acquarellato contrasta con la violenza e la disperazione dell'incubo raccontato. Un uomo e una donna, o un ragazzo e una ragazza, o un bambino e una bambina, o un padre e una figlia... Due persone delle quali l'una cerca di negare lo stato di persona dell'altra, riuscendo a provocare il dolore di un intero mondo. Una banale storia di violenza. Peccato che, Gentili ce lo ricorda con questo incubo, nessuna storia di violenza è mai banale. Specialmente quando a morire è una donna.

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Apnea - Gianluca Valletta
 
Il primo posto di Elisa Menini parla di un bambino scomparso. Ancora un bambino. Forse perché i bambini, specialmente i bambini di una volta come quelli di questa storia, sono le creature più vicine agli incubi e nello stesso tempo più vulnerabili ad essi. I bambini possono anche essere portati via dagli incubi, sparire dentro di essi. I disegni di Menini mi hanno colpito molto, giochi di luci ed ombre (all'inizio, solo ombre alla fine...), il sole che sembra scottare sulle guance dei bambini che giocano, i bambini del ghetto coi loro nasi che immagino rossi e un po' umidi dal correre mentre giocano a nascondino. E poi c'è Riccardo che si nasconde così bene, ma così bene che...
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I neri profondi di Gianluca Valletta sono inevitabili, dato il titolo del suo incubo: Apnea.
Non un tratto fotografico, ma come nelle vecchie fotografie in bianco e nero gioca coi negativi e coi positivi, riuscendo bene a saturare la luce rendendo tutto così visivamente forte, letteralmente abbagliante. Peccato non poterlo raccontare qui (così come per gli altri incubi); ma d'altronde se fosse possibile farlo, raccontarlo qui, non ci sarebbe bisogno dei fumetti. Di certi fumetti invece ho bisogno perché mi ricordano che si può raccontare in cento modi diversi facendomi provare cento emozioni che non hanno prezzo. L'incubo narrato da Valletta, così onirico e straniante, mi precipita nel finale in un angoscia e in una commozione che mi fanno sentire vivo. Profondamente.

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Ignoto n° 86 - Flavia Barbera, Antonio Coletta
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Due tavole di Baronciani introducono l'ultimo incubo: Ignoto n° 86 di Flavia Barbera e Antonio Coletta. Incubo nel quale si viene scaraventati, protagonista e lettore insieme, in situazioni fluttuanti e incongruenti, flusso di coscienza violento, sesso e morte, calcio e birra, incubo che non finisce col risveglio. Il tratto graffia forte, riempie ogni spazio, cambia continuamente punto di vista, gira la testa a leggerlo in fretta, quest'incubo. La mia empatia di lettore, qui, è più astratta, ma non per questo meno cosciente o più lieve. L'astrazione di concetti, anche se confusi, non ha nulla da invidiare alla descrizione, in quanto a sentimento. Amo particolarmente il tipo di tratto con cui è illustrato quest'ultimo incubo della raccolta.
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Allora: quanto vale un fumetto?
Questo fumetto vale tantissimo, per me; e non sto parlando di denaro, lo si è abbondantemente capito.
E' difficile per me parlare di questo bellissimo libro, il timore è quello di non riuscire a trasmettere nulla se non banali riassuntini. Ma il non parlarne mi era impossibile.
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Orlando Furioso (Ottobre 2012)
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Incubo alla balena: minivideo di presentazione



Flavia Barbera - Antonio Coletta - Beatrice Concordia - Annamaria Gentili - Elisa Menini -
Alessandra Romagnoli - Niccolò Tonelli - Gianluca Valletta