lunedì 28 giugno 2021

Ragazze cattive, di Ancco

 Posted: 19 Jun 2018 06:07 AM PDT

ragazze cattive

di Ancco

Canicola edizioni  -  QUI tutte le info sul volume



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La lettura di questo nuovo volume uscito per i tipi della sempre ottima Canicola edizioni arriva dopo un paio di giorni di immersione nel miele di manga come Anna dai capelli rossi, delizioso e di puro intrattenimento (di cui ho intenzione di parlare non appena la serie sarà conclusa in Italia): dopo giravolte nei prati, occhioni sbrilluccicanti e tanti, tanti fiori ragazze cattive è un violento pugno sul muso, doloroso ma molto utile. Per tornare a terra e sulla Terra.
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Mi accade molto spesso di costruirmi delle idee pregiudiziali su culture e Paesi lontani; mi è capitato con l'India (of course) che ho avuto la fortuna di visitare per due volte - e queste due visite hanno cancellato molti dei miei pregiudizi, specialmente quelli fantasioso-positivi... - e mi è capitato e ancora mi capita con Paesi e culture che non conosco se non in minimissima parte e in modo mediato.
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E così ad esempio il Giappone per anni è stato, nella mia mente, un Paese pressoché perfetto, pieno di dolcezza e gentilezza, in cui chiunque poteva camminare tranquillamente per la strada senza timore alcuno e nel quale la principale fonte di emozioni era lo sbocciare dei fiori di ciliegio.
Allo stesso modo la mia "conoscenza" della Corea (del Sud, naturalmente) è basata esclusivamente sulla qualità dei telefoni cellulari e sui film e le serie televisive che Netflix mi propina oramai a valanga, in cui tutti hanno grosse automobili (Hyundai) e vivono in belle case, parlando ad altissima voce con una deliziosa cantilena.
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Non sto cercando di fare del pessimo spirito: i pregiudizi imbottiscono il nostro cervello perché ciò di cui non abbiamo conoscenza diretta, quello che non sperimentiamo personalmente, la nostra mente se lo costruisce da sé con quel poco che ha.

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E' molto più semplice lasciarsi incantare - e "credere" - ad antiche storie di spadaccini, principesse ereditarie, magie o banditi fichissimi che viaggiano su auto fichissime che non alle squallide e violente realtà che, in ogni angolo del globo seppur con caratteristiche autoctone, accomunano anche chi non guida lussuose Hyundai e non vive in belle case spaziose.
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ragazze cattive - attenzione - non è una storia ambientata in squallidi slums e non è un racconto exploitation: narra invece la storia di persone normali che vivono in luoghi normali, frequentano scuole normali ed è proprio da quella normalità che vengono prodotte violenza, noia, ribellione e in molti casi abbruttimento.

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In quarta di copertina della pregevole edizione Canicola è riassunto efficacemente quanto sto cercando di dire:
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"Una storia di abusi, aspra e delicata, in un paese nel pieno di una crisi economica e morale dove la violenza è la normalità"
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Siamo negli Anni 90 in un quartiere di Seoul e Chinju è un'adolescente cattiva, beve e fuma, torna troppo tardi a casa e poi non è certo una brava studentessa. E' anche incredibilmente coraggiosa, o sprovveduta, perché il suo comportamento le attira addosso la dura violenza fisica degli insegnanti e quella molto più dura del proprio padre.

Ancco ce la presenta subito nel più crudo dei modi: ancora sanguinante dopo un crudo pestaggio da parte del padre avvenuto solo un'ora prima. E' così che facciamo la sua conoscenza, è da lì che inizia il racconto della sua storia.
Chinju scappa, torna, scappa ancora e viene picchiata ancora e ancora, eppure non odia suo padre.

Proprio qui, con questa sconvolgente ammissione di non-odio ho personalmente compreso quanto la violenza faccia parte integrante di certi luoghi, fisici e non e ho anche pensato che forse in certi luoghi la violenza assume un valore diverso da quello che noi, qui e ora, le attribuiamo. Nessuno chiama la polizia, non intervengono i servizi sociali, le ferite vengono medicate e, almeno apparentemente, dimenticate. Questo mi ha sconvolto.

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In quel luogo, in quel tempo, la violenza è parte integrante della vita delle persone adolescenti - e forse anche delle loro madri... - insomma una cosa "normale" che non cancella le risate e le sbruffonerie di quelle ragazze...
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E poi Chinju incontra Jeong-ae e diventano amiche, sentimento che passa anch'esso attraverso la violenza perpetrata da bulle verso le alunne più giovani della scuola (che devono anche ringraziare, sempre e con rispetto, le loro persecutrici). 
Così ragazze cattive diventa una storia (anche) di amicizia; un'amicizia basata su valori che non sono necessariamente condivisibili e che continuerà se non nella frequentazione, nei rispettivi cuori delle ragazze cattive.
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Violenza, amicizia, risate, alcol, sesso, crescere molto, molto in fretta, bruciare le tappe e perdersi, ma non per sempre: la perseveranza e la presa di coscienza, una forza di volontà grande e qualcuna potrà salvarsi.

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ragazze cattive è pieno di momenti e situazioni drammatiche, quasi disperate, ma a salvare (la vita?) vi si alternano momenti ironici.
Questi momenti di ironia - ok, certe volte ironia da disperazione, ma certe altre vera ironia, quasi comicità, da scassarsi dalle risate - sono un piccolo scandalo all'interno di questo bellissimo fumetto, perché proprio quelli sono i momenti nei quali si fa strada l'idea che nonostante le situazioni brutali, nessuna sarà interamente, e veramente, perduta.
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L'arrendersi totalmente non è contemplato e le ragazze, future donne, subiranno e patiranno ancora, ma non ci sarà mai una resa e questo sentimento è una cosa di una tale importanza, e così difficile da raccontare... Ancco ci riesce, la narrazione coinvolge in una maniera totale - rabbia e commozione compresa - e i suoi disegni, così secchi, asciutti e incredibilmente espressivi e "mobili" (le scene in cui il padre picchia selvaggiamente Chinju sono così forti che pare di sentire il dolore su se stess*) quasi espressionisti ai miei occhi.

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Tante campiture nere nei disegni di Ancco, tanto nero e non sempre ha a che fare con la notte. Il nero è un colore che, al di là della cultura, è comprensibile sempre e da chiunque.
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Non voglio che chi non ha ancora letto ragazze cattive pensi sia una storia "strappalacrime" o "dark", perché non si tratta di questo.
Pur attraverso storie dolorose si può arrivare a un riscatto personale che sebbene non possa prescindere da ciò che è stato [anche se Chinju finirà per ammettere che alcune di quelle brutte storie sono state "cancellate dalla memoria"...] può comunque garantire un proseguimento della vita in cui ciò che conta veramente - ciò che ha peso - sono le scelte autenticamente personali, che se non garantiscono (sempre) la felicità, garantiscono però autonomia di pensiero e giudizio.
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ragazze cattive di Ancco è un volume prezioso, intenso e coinvolgente, immerso in una realtà a noi lontana solo geograficamente, ma vicinissimo alla nostra mente e al nostro cuore, ai nostri sentimenti, parola quest'ultima sempre più disprezzata e invece sempre più importante per la sopravvivenza di tutt* noi in questa merda che da nord a sud e da est a ovest ci circonda e cerca di sommergerci.

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I sentimenti sono una delle cose più difficili da rappresentare - e probabilmente anche da vivere - in una situazione di brutalità e povertà affettiva: sono anche una delle cose più interessanti dal punto di vista narrativo e fumettistico di ragazze cattive, perché credo sia molto difficile mantenere il giusto distacco/coinvolgimento [perché non so se è dichiarato, ma io credo proprio che nella storia di Chinju ci sia parecchio della storia di Ancco... ma potrei clamorosamente sbagliarmi e tutto sommato è, questa, la cosa meno importante di ragazze cattive...] e credo sia anche molto difficile l'evitare di discendere nel lacrimevole e nel patetico. E nel ridicolo.
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Tutti questi difetti sono completamente assenti in ragazze cattive, neanche a dirlo.
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L'ultimo complimento è per la confezione del volume, quindi per Canicola che ha fatto un ottimo lavoro per la carta, la stampa, la copertina lucida, la brossura, un bellissimo volume davvero.

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Orlando Furioso (Giugno 2018)
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