sui piedi di Gesù
Prostituzione e
obbedienza religiosa nella Bibbia
di Chester Brown
cartonato
bianco e nero
280 pagine
traduzione di
Michele Foschini
e Leonardo Favia
Bao Publishing
Ricordo come fosse ieri la sorpresa, e la gioia, provata durante la lettura della prima opera a fumetti di Chester Brown pubblicata in Italia (Non mi sei mai piaciuto, edita nell'ormai lontano 1999 da Black Velvet): sono passati 18 anni e continuo a sentire un fascino immenso provenire da quella narrazione dimessa, tutto il contrario dell'esplosione di colori (e spesso di sciocchezze) di cui erano pieni i fumetti di supereroi che all'inizio di quel decennio avevo ricominciato a frequentare.
Quest'autore ha segnato per me - in modo del tutto casuale (sempre ammesso che esista il caso) - una sorta di spartiacque nelle mie letture fumettistiche ed ha perciò nella mia mente una certa, probabilmente irrazionale importanza.
Il motivo principale per cui amo lo stile di Chester Brown è proprio il suo essere fumettistico, nella migliore accezione del termine, io amo molto i fumetti che sembrano (perché sono) fumetti; questo è l'unico, soggettivo, se volete ingenuo motivo per cui non ho mai amato disegnatori iperrealistici come ad esempio Alex Ross, tecnicamente eccelso ma che non mi emoziona e mi dà la sensazione di leggere un patinato fotoromanzo, più che un fumetto.
Nella nostra realtà nulla - per esempio - ha i bordi neri come nei fumetti. Quando leggo i fumetti di Superman cerco un "qualcosa" che, ovviamente, non esiste nella realtà, sono le emozioni che chiedo di provare che devono essere "realistiche", voglio leggere fumetti in cui si veda bene che si tratta di fumetti e contemporaneamente io mi senta trasportato in un "altro mondo".
Il modo di disegnare, ad esempio, di Alex Ross, che mi mostra impietosamente (giudizio mio) le pieghe del costume di Superman - o le sue rughe - fa l'esatto contrario, ossia trasporta nella mia realtà vera persone e situazioni che sono impossibili e, in quel caso, la mia "sospensione dell'incredulità" fa una dannata fatica a funzionare; talmente tanta fatica che lascio perdere e, quasi a priori, non leggo fumetti "iperrealistici".
Naturalmente apprezzo moltissimo anche il modo di raccontare di Chester Brown - il suo storytelling - la sua scansione regolare della tavola i suoi bianchi-e-neri senza compromessi.
Per farla brevissima - necessariamente banalizzando la questione - a mio modo di vedere la prostituzione non è quasi mai (in realtà penso che non lo sia mai) una "scelta" da parte delle donne. Per Chester Brown invece, il rapporto sesso per soldi è naturale e anzi non solo accettabile, ma preferibile a una relazione monogamica duratura.
Accetterei senza problemi questo discorso se il prostituto fosse lui, Chester Brown il quale per pura e consapevole scelta praticasse la prostituzione per il desiderio di avere rapporti sessuali con più persone, per denaro e senza coinvolgimento affettivo.
Il fatto è che la maggior parte delle prostitute sono sottoposte invece a un dominio mafioso, maschilista, criminale e spesso estremamente pericoloso. Le prostitute, ovunque, non hanno diritti, spesso non sono considerate nemmeno persone ed è ben raro che qualcuno voglia avere una prostituta come amica o vicina di casa o partner affettiva.
Non ho motivo di dubitare dell'onestà, della buona fede e della gentilezza di Chester Brown come persona, ma -viste anche le sue ultime opere a fumetti, tutte incentrate su questo tema - credo che sia un tantino ossessionato dalla prostituzione, proprio allo stesso modo in cui altr* saranno ossessionat* dalla monogamia.
Opera bella, certo (è pur sempre Chester Brown) ma non esente da difetti; un'opera che da un lato mi è molto piaciuta, dall'altro mi ha fatto anche arrabbiare [Cosa che, detto tra noi, mi sembra positiva. Leggere cose "carine" e magari tranquillizzanti va bene, ma ogni tanto, magari anche spesso, fa bene leggere cose che fanno arrabbiare.]
Cominciamo dai pregi di quest'opera: come dicevo, i disegni e lo storytelling di Chester Brown sono sempre accattivanti e Maria pianse... non fa eccezione. Qui l'autore sceglie di raccontare le sue storie - con l'eccezione di quella inserita tra le note (ci arriviamo tra un po') - sempre con la stessa gabbia di quattro vignette rettangolari verticali per pagina.
Anche grazie a questa scansione i racconti appaiono fruibilissimi, senza "buchi" di alcun genere, semplici da leggere senza alcuna accezione negativa al termine "semplici". I protagonisti, i personaggi, pur essendo a loro modo già strutturati da oltre un paio di migliaia di anni, sono ripresi dall'autore in un modo che è rispettoso delle fonti (la Bibbia) ma anche emotivamente, affettivamente personale. Questo, da lettore/lettrice, lo si sente molto e il risultato è una lettura calda e partecipata, a prescindere dalle ideologie religiose o anti-religiose di ognun*.
Maria pianse sui piedi di Gesù è composto da undici storie tratte dalla Bibbia (perché ovunque si parla di "nove" storie? Sarò io che con l'aritmetica non vado d'accordo, ma ne conto undici; contate con me: Caino e Abele, Tamar, Rahab, Rut, Betsabea, Maria madre di Gesù, I Talenti, Maria di Betania, Matteo, Il Figliol Prodigo e - tra le note - Giobbe.
Qui sopra ho grassettato e sottolineato la parola "note" perché è a mio parere si tratta di uno dei punti fastidiosi del libro.
Cito dall'intervista sul blog Smokyland:
"[...] fai sempre più affidamento alle note testuali finali che aggiungono commenti e informazioni sulle tue vignette e tavole al fumetti. È stata una scelta consapevole?
Chester Brown: Ho inserito delle annotazioni finali già nel mio adattamento del Vangelo di Marco del 1987, per cui non è una novità per me. Il cambio di formato dagli albetti al libro mi ha probabilmente fatto capire che, se avessi voluto, avrei potuto approfondire maggiormente i temi trattati utilizzando delle note scritte.
Che riscontri hai avuto? Sei soddisfatto dei risultati?
Chester Brown: Tendenzialmente, ai “puristi” del fumetto non piacciono mentre agli altri sì. Credo che i puristi pensino che col fumetto si possa raccontare e trattare qualsiasi argomento per cui un graphic novel dovrebbe contenere soltanto… fumetto. Personalmente credo che ci siano cose che funzionano meglio a fumetti e altre in prosa per cui… perché non utilizzare entrambi gli strumenti?"
So che non è bello prendere frasi di qualcuno e commentarle senza che l'autore posso a sua volta ribattere, ma non avendo il numero di telefono di Chester... (e avendo una conoscenza dell'inglese che probabilmente non mi consentirebbe un'intervista con lo stesso...) eccomi qui a chiosare [e chiocciare] e contestare.
Forse Chester Brown intende questa sua opera come uno studio critico, e se così è a mio parere lo studio non è riuscito. Il fumetto è molto riuscito e, come detto sopra, è molto bello; ma se fosse inteso come studio o dimostrazione di una tesi, non ci siamo. E la cosa la si fa anche un po' troppo "pagare" al lettore/lettrice.
Due sono le idee principali sostenute dall'autore di Maria pianse sui piedi di Gesù: una di esse è accattivante ma non dimostrata e anzi un po' naive, l'altra - a mio giudizio - si basa su congetture magari affascinanti, ma completamente assurde. Entrambe, secondo l'autore, sono deducibili dalla lettura della Bibbia:
1) Dio, il dio biblico s'intende, preferisce le persone "liberamente pensanti" invece di quelle "ciecamente obbedienti"; idea "progressista", ma sfatata da centinaia di passi e dell'Antico e del Nuovo Testamento.
2) La madre di Gesù era evidentemente - proprio ovvio e acclarato, secondo l'autore - una prostituta.
Questa teoria così affermativa mi ricorda un certo, vetusto, anticlericalismo ottocentesco italiano che per quanto ideologicamente comprensibile (da me, per lo meno) spesso otteneva l'effetto contrario di quello sperato, suscitare ilarità invece che l'auspicata diffusione di un anticlericalismo cosciente e politicamente efficace...
Io non sono cristiano quindi l'ipotesi/idea che la madre di Gesù (la cui esistenza di entrambi i personaggi è tutt'altro che storicamente accertata) fosse una prostituta non mi scandalizza né mi offende in alcun modo. Il mio interesse " storico culturale" per le religioni è tutt'oggi intensissimo - e essendomi associato per motivi di studio qualche anno alla, diciamo così, "estrema sinistra" del cristianesimo, ho praticato assai la Bibbia e un po' di studi biblici fatti con estrema serietà e scevri da qualsivoglia fanatismo o fondamentalismo.
Questa mia idea non ha nulla a che vedere con "regole morali" o cose del genere, tanto meno col negare un tipo di sessualità "non convenzionale" o col voler imporre la monogamia come regola generale. Questa mia idea ha invece a che fare con lo sfruttamento, con un concetto maschilista e utilitaristico della donna [vergine, madre o puttana: ricordate?... No che non ricordate, siete troppo giovani...], con l'orribile senso di "appestate" che, volenti o nolenti, circonda la maggior parte delle prostitute in queste nostre società attuali. Le prostitute, oggi e in queste società capitalistiche, sono merce. Dove sta la "libertà di scelta"?
A dimostrazione e integrazione delle sue idee Chester Brown colloca alla fine di Maria pianse sui piedi di Gesù quasi cento pagine di note.
Le note, infine, non sono segnate come normalmente avviene, ossia con un riferimento visibile sito nel passo (vignetta) che si sta leggendo e che rimanda, magari con una certa precisione e un numeretto, alla nota, ma sono invece collocate al fondo del libro, dopo la postfazione e i ringraziamenti e la lettura del fumetto alternata alle note risulta niente affatto agevole, se non proprio fastidiosa.
Essendo poi il volume di piccole dimensioni - dimensioni per altro perfette per il tipo di narrazione contenute in esso - le quasi cento pagine di note risultano difficilmente leggibili per chi, come il sottoscritto, soffre di anzianità e vista-non-proprio-perfetta...
Ma quindi, alla fine, lo consiglio o no Maria pianse sui piedi di Gesù di Chester Brown?
Certo che sì, perché come ho detto sopra come fumettista Chester Brown è capace di raccontare in modo originale, affascinante e accattivante; perché le nove storie si bevono d'un fiato e fanno riflettere; perché le note, per quanto soggettivamente le abbia trovate eccessive e collocate non proprio nel modo migliore, sono comunque uno strumento che superato il disagio, può diventare utile per l'approfondimento, la riflessione e anche per contestare le idee proposte dall'autore.
Sono consapevole che Maria pianse... non è un libro per tutti/e, l'argomento trattato e il modo di affrontarlo - e anche di narrarlo - possono non essere a prima vista così attraenti per un certo tipo di pubblico... ma fumettisticamente parlando, si tratta di un'opera esteticamente molto bella e pienamente riuscita e l'argomento, per quanto non popolarissimo e forse non particolarmente adatto a persone giovanissime, è assai interessante.
Orlando Furioso (Luglio 2017)
Nota:
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Tiberio_Giulio_Abdes_Pantera
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