Posted: 15 Sep 2015 07:43 AM PDT
THOR
di Jason Aaron (testi) e
Russel Dauterman (disegni)
mensile, 48 pag. colore
euro 2,90
Panini Comics
"Chiunque impugnerà questo Martello, se ne sarà degno, avrà il potere di... THOR!"
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Thor (con i Fantastici Quattro) è stato un "evento" che ha mutato per sempre la mia vita.
I suoi albi da 48 pagine, pubblicati dal 1971 in Italia dall'Editoriale Corno con la cura di Luciano Secchi, Maria Grazia Perini e le altre persone dello staff Corno, hanno modellato per sempre una parte importante della mia fantasia, della mia immaginazione, persino della mia sensibilità alle cose.
Per anni Thor è
stato il mio personaggio preferito: scelta facile per uno che fin
dall'età di cinque anni è stato totalmente affascinato dalla Mitologia, e
dalle mitologie tutte.
Purtroppo, e lo dico senza ironia alcuna, non sono un nerd, ossia - per come la intendo io - uno specialista.
I nerd sanno tutto sui loro personaggi preferiti. Sono gli specialisti
delle loro passioni e, credo, si divertono e se la godono più dei comuni
mortali.
Questo è ciò che io intendo per nerd.
E posso assicurare che ho conosciuto molti e molte nerd di splendido aspetto, senza ombra di brufoli, brillanti in società e con una regolare vita sessuale.
Io, invece, sono un tipo da "un po' di questo e un po' di quello",
un'infinità di "buchi" (nelle collezioni, nelle informazioni, nella
conoscenza, nella costanza delle letture...), una memoria che fa acqua
come un colabrodo - da sempre, non solo per questioni di sopraggiunta
senilità - e dunque sono solo innamorato, ma non specializzato.
La specializzazione è una qualità, che certamente costa fatica (e denaro!), che ho sempre invidiato molto.
Ma,
insomma, io questa qualità non ce l'ho e credo di non esserci proprio
portato, quindi parlo di cose - di supereroi-supereroine in questo caso -
che conosco sì, ma non in modo così specialistico come vorrei.
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Ma forse è anche/proprio il mio non essere nerd, quindi non specialistico e specializzato, che mi permette questa sorta di "double-face", ovverosia il comprendere perfettamente, e ammirare e apprezzare molto, il lavoro degli amici di Blue-Area (e della loro meravigliosa rivista on-line), alfieri della Continuity e
contemporaneamente trovarmi a mio agio con la attuale "assenza" di
Continuity, o meglio con la sua costante e continua modifica che
prevede anche, ad esempio, l'adeguamento dei fumetti ai cinecomics, ossia alla più importante e sostanziosa fonte d'introito che procurano oggi "i Supereroi".
Il mio tenere il piede in due scarpe non è, credo, frutto di poca convinzione nell'una (pro-Continuity) o nell'altra (chissenefrega-della-Continuit y)
"ideologia": sono, anzi, profondamente convinto di entrambe le
posizioni, sento profondamente le ragioni dell'una e dell'altra e... le
sposo, amandole, entrambe!
Non mi sto arrampicando sui vetri e non sto mentendo a me stesso: godo veramente di entrambi i privilegi e non necessito, in realtà, di nessuno dei due in quanto mi godo le ristampe (nessuno potrà mai togliermi il piacere delle vecchie storie che non verranno mai cancellate da nessuna ret-con: ho i volumi a casa, concreti nella loro quadricromia, le loro pagine non diventano bianche né mutano ad ogni ret-con!) e mi godo anche le nuove storie.
Il tutto, ripeto, forse è frutto della mia ignoranza, dei miei colossali buchi di lettura, del mio non essermi sempre concentrato al 100% sulla tessitura dei fili di quel grande arazzo che - piaccia o meno - è la Marvel.
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Non mi sto arrampicando sui vetri e non sto mentendo a me stesso: godo veramente di entrambi i privilegi e non necessito, in realtà, di nessuno dei due in quanto mi godo le ristampe (nessuno potrà mai togliermi il piacere delle vecchie storie che non verranno mai cancellate da nessuna ret-con: ho i volumi a casa, concreti nella loro quadricromia, le loro pagine non diventano bianche né mutano ad ogni ret-con!) e mi godo anche le nuove storie.
Il tutto, ripeto, forse è frutto della mia ignoranza, dei miei colossali buchi di lettura, del mio non essermi sempre concentrato al 100% sulla tessitura dei fili di quel grande arazzo che - piaccia o meno - è la Marvel.
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Thor n. 1 ed. Play Press - Febbraio 1991 |
Altre
critiche, invece, non le comprendo, non per una qualche mia
contrarietà, ma semplicemente perché non le vivo, non le vedo e di
conseguenza non le capisco.
Recentemente persone che so amare i fumetti di supereroi quanto e più di me (quindi parecchio!) sono rimasti profondamente delusi da alcune letture e ne hanno spiegato i motivi che si riassumono - giocoforza qui sintetizzo e quindi banalizzo - soprattutto con la mancanza di aderenza alle caratteristiche "base" di un certo personaggio o gruppo e "ret-con" troppo aggressive.
Alcuni di quei fumetti li ho letti anch'io e sebbene non intenda smentire le osservazioni fatte - ovverosia gli autori hanno effettivamente variato, anche di molto, le caratteristiche "di base" del/dei personaggi e si sono lasciati andare a ret-con azzardate - su di me non hanno avuto l'effetto delusione, anzi, ho comunque apprezzato moltissimo storie e disegni.
Tra i fumetti che ho letto recentemente e che mi sono goduto parecchio c'è proprio Thor: il nuovo THOR.
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Recentemente persone che so amare i fumetti di supereroi quanto e più di me (quindi parecchio!) sono rimasti profondamente delusi da alcune letture e ne hanno spiegato i motivi che si riassumono - giocoforza qui sintetizzo e quindi banalizzo - soprattutto con la mancanza di aderenza alle caratteristiche "base" di un certo personaggio o gruppo e "ret-con" troppo aggressive.
Alcuni di quei fumetti li ho letti anch'io e sebbene non intenda smentire le osservazioni fatte - ovverosia gli autori hanno effettivamente variato, anche di molto, le caratteristiche "di base" del/dei personaggi e si sono lasciati andare a ret-con azzardate - su di me non hanno avuto l'effetto delusione, anzi, ho comunque apprezzato moltissimo storie e disegni.
Tra i fumetti che ho letto recentemente e che mi sono goduto parecchio c'è proprio Thor: il nuovo THOR.
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A seguito di un evento recentemente accaduto nell'Universo Marvel - una saga in quattro volumetti chiamata Original Sin (Peccato Originale) - il Thor che conosciamo, che conosce anche chi non ne ha mai letto un solo fumetto, grazie ai due film prodotti da Marvel Studios - Paramount Pictures, insomma quel bel ragazzone grande, grosso e biondo, non è più degno di fregiarsi del titolo di Dio del Tuono.
Thor Odinson figlio di Odino (Odinn è il "Padre di Tutti", il dio supremo della mitologia norrena) non riesce più a sollevare il martello magico Mjollnir, fonte del potere sul Tuono e della divinità stessa di Thor. Non riuscire a sollevare Mjollnir equivale a non esserne degno, a non poter più comandare il Tuono, a non essere più quindi... un dio!
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Nell'Universo però "deve sempre esserci un Thor" ed ecco che nella desolata landa lunare in cui giace a terra il mistico Mjollnir, una delle più potenti armi del creato, un braccio femminile ne afferra l'impugnatura e sollevatolo in alto ne viene rivestita di divino potere: è nata Thor la Dea del Tuono!
A seguito di un evento recentemente accaduto nell'Universo Marvel - una saga in quattro volumetti chiamata Original Sin (Peccato Originale) - il Thor che conosciamo, che conosce anche chi non ne ha mai letto un solo fumetto, grazie ai due film prodotti da Marvel Studios - Paramount Pictures, insomma quel bel ragazzone grande, grosso e biondo, non è più degno di fregiarsi del titolo di Dio del Tuono.
Thor Odinson figlio di Odino (Odinn è il "Padre di Tutti", il dio supremo della mitologia norrena) non riesce più a sollevare il martello magico Mjollnir, fonte del potere sul Tuono e della divinità stessa di Thor. Non riuscire a sollevare Mjollnir equivale a non esserne degno, a non poter più comandare il Tuono, a non essere più quindi... un dio!
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Nell'Universo però "deve sempre esserci un Thor" ed ecco che nella desolata landa lunare in cui giace a terra il mistico Mjollnir, una delle più potenti armi del creato, un braccio femminile ne afferra l'impugnatura e sollevatolo in alto ne viene rivestita di divino potere: è nata Thor la Dea del Tuono!
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Nel corso della sua cinquantatrennale esistenza fumettistica (fu creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1962) Thor ha cambiato più volte armatura, aspetto, hairdo e persino alter-ego terrestre, ma mai era stato osato un tale stravolgimento: una donna che prende il posto, il nome, i poteri, la divinità del figlio di Odino, divenendo ella stessa Thor la Dea del Tuono!
Si può ben immaginare quanto questo sconvolgimento sia stato "ben accolto" (...) dalla maggior parte dei fan i quali, prima ancora dell'uscita del primo numero della nuova serie, si erano già ampiamente espressi in materia, spesso molto negativamente.
Eh certo, Thor, proprio lui, un simbolo della mascolinità e della virilità estreme, divinità non estranea a certi culti riconducibili a ideologie di dextra estrema o, più prosaicamente, ispirazione per nuovi movimenti religiosi certamente non progressisti come la Íslenska Ásatrúarfélagið , trasformato - sebbene solo in un fumetto - in "indegno" e per di più sostituito da una donna!
Anche in Italia si sono ovviamente potuti leggere sui social commenti pregni del maschilismo più retrivo e degni di un medio evo più oscurantista del vero Medio Evo, accanto a più pacati - ma quasi mai positivi - commenti in cui veniva espresso dissenso per la nuova Thor (spesso senza averne ancora letto neppure una riga).
Bisogna però sempre rendersi conto che gli "attivisti" (non a caso uso il maschile) fumettofili dei forum e dei social sono una esigua minoranza rispetto a chi fruisce dei fumetti e si "limita" a quello.
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Ciò non significa che la nuova - e certamente temporanea - Dea del Tuono debba necessariamente e obligatoriamente piacere a tutt* (ma ci mancherebbe!); a me comunque è piaciuta moltissimo e sono felice di questa svolta, coraggiosa e inaspettata, che l'autore Jason Aaron ha fatto compiere al fumetto, insieme al suo sodale disegnatore Russell Dauterman.
La Dea del Tuono entra in azione improvvisamente e senza spiegazioni: semplicemente lei è in grado non solo di sollevare il mistico martello Mjollnir, ma anche di farlo agire (volare, colpire, fargli compiere elaborate traiettorie ecc.) in modi che il "vecchio" Thor non era in grado di padroneggiare in modo così disinvolto:
Non sono solo i fan che faticano ad accettare la nuova Dea del Tuono: non ci si poteva certo aspettare che il "vecchio" Thor subisse il suo nuovo status senza protestare e infine combattere?
Senza più il suo braccio sinistro, perso in battaglia contro il maligno e potentissimo re elfo Malekith, sostituito da una protesi di uru (lo stesso mistico metallo con cui fu forgiato Mjollnir) e armato dell'ascia Jarnbjorn, il "vecchio" Thor affronterà la nuova Thor in un duello emozionante che avrà risultati inaspettati (e che non voglio rovinare con inutili spoiler).
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Ma "l'alternanza" dei Thor non è l'unico cambiamento recente tra la comunità divina asgardiana: durante l'esilio di Odino, il "Padre di tutti", sua moglie Freyja (matrigna di Odinson) ha governato la nuova Asgardia formando insieme alle dee Idunn e Gaea un triumvirato chiamato "la Madre di Tutti".
Pare che ultimamente in Asgardia il matriarcato abbia un certo successo.
Ma ora Odino, più scorbutico che mai - che godimento quando nemmeno lui riesce a sollevare Mjollnir! - è tornato e vorrebbe ripristinare il precedente status quo. Io sono tra coloro che spera non ce la faccia.
Esemplificativo questo dialogo tra il Padre di Tutti e la Madre di Tutti davanti al figlio che non riesce più a sollevare il Martello:
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Thor la Dea del Tuono indossa una maschera che le copre il volto lasciandole scoperta soltanto la bocca: nessuno per ora sa chi si nasconda dietro la maschera [1] e l'armatura. Lei stessa non è ancora del tutto conscia di quanto le sta accadendo, o meglio: dai suoi pensieri si capisce che è sì sorpresa di quanto le sta accadendo, eppure non così sorpresa come si potrebbe immaginare.
E' interessante, e divertente, la dicotomia nei suoi stessi pensieri, in quanto pensa "da asgardiana", da dea, ma anche da mortale, sentendo la contraddizione e domandandosi lei per prima da dove le derivi il potere, perché proprio lei è stata scelta e da chi.
Ciò però non le impedisce di essere la vera Thor e di combattere la sua prima, immensamente impegnativa battaglia contro tre minacce che stanno mettendo in pericolo l'intero pianeta: la Roxxon, una multinazionale governata da Dario Agger, un mostruoso (letteralmente) amministratore capace di trasformarsi in una potentissima bestia mitologica; i Giganti del Ghiaccio e il malefico e pericolosissimo Malekith, re elfo oscuro.
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La Dea del Tuono affronta le battaglie con enorme coraggio, tenuto anche conto che non ha ancora presente la reale portata dei suoi poteri; ciò nonostante si getta nella lotta come una furia non essendo minimamente certa dell'esito. Direi anzi che si getta nella battaglia anche con una certa... gioia.
Trovo molto comprensibile questo sentimento: chi, al di là di qualsiasi altro legittimo sentimento (timore, stupore ecc.), non proverebbe un'incontenibile gioia nell'essere una divinità che comanda il tuono, può volare, è superforte e possiede Mjollnir?!?...
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Mi è sempre piaciuto l'approccio che Jason Aaron, al timone del mensile Thor dal 2013, ha con il dio, o la dea, del Tuono: sia esso puramente mitologico e guerresco come nella bellissima run precedente (in cui era accompagnato ai disegni dal meraviglioso Esad Ribic che, ammetto, mi manca un po', pur essendo questo nuovo Russell Dauterman molto bravo e godibilissimo), o "ecologico" e maggiormente "fantasy" come in questo nuovo ciclo.
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Al di là dello sgradito spoiler [una parte di me continua a sperare che il suddetto sia una bufala] che mi ha tolto parte del divertimento dell'elucubrazione, delle ipotesi culminanti con la finale scoperta della sua identità, trovo che la nuova Thor abbia, grazie alla guida di Jason Aaron, tutti i numeri per diventare un personaggio importantissimo all'interno del Marvel Universe, ma soprattutto credo che si siano poste le basi per la costruzione di splendide storie.
Forse, come sempre accade (o accadeva?...) il "vecchio" Thor prima o poi si riprenderà Martello, poteri e dignità con buona pace di quegli haters che in questi mesi hanno infestato la rete coi loro commenti sprezzanti e pieni di astio. O forse no, chi lo sa?
Questa nuova storia di Thor - insieme ad altre storie, di cui spero di poter parlare quanto prima - mi fa riscoprire il divertimento nel leggere un genere fumettistico mai così bistrattato, e forse un bel po' in crisi, come in questi anni recenti.
Avventure fantastiche che parlando di eroi, eroine e superpoteri continuano a parlare anche un po' di noi stess* e a fornirci - o per lo meno a fornire a me - quella indispensabile razione di mito(logia) che così tanta e grande parte ha nel nostro - o per lo meno nel mio - pensiero, fantastico o meno che sia.
Buona lettura.
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THOR, la Dea del Tuono |
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Nel corso della sua cinquantatrennale esistenza fumettistica (fu creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1962) Thor ha cambiato più volte armatura, aspetto, hairdo e persino alter-ego terrestre, ma mai era stato osato un tale stravolgimento: una donna che prende il posto, il nome, i poteri, la divinità del figlio di Odino, divenendo ella stessa Thor la Dea del Tuono!
Si può ben immaginare quanto questo sconvolgimento sia stato "ben accolto" (...) dalla maggior parte dei fan i quali, prima ancora dell'uscita del primo numero della nuova serie, si erano già ampiamente espressi in materia, spesso molto negativamente.
Eh certo, Thor, proprio lui, un simbolo della mascolinità e della virilità estreme, divinità non estranea a certi culti riconducibili a ideologie di dextra estrema o, più prosaicamente, ispirazione per nuovi movimenti religiosi certamente non progressisti come la Íslenska Ásatrúarfélagið , trasformato - sebbene solo in un fumetto - in "indegno" e per di più sostituito da una donna!
Anche in Italia si sono ovviamente potuti leggere sui social commenti pregni del maschilismo più retrivo e degni di un medio evo più oscurantista del vero Medio Evo, accanto a più pacati - ma quasi mai positivi - commenti in cui veniva espresso dissenso per la nuova Thor (spesso senza averne ancora letto neppure una riga).
Bisogna però sempre rendersi conto che gli "attivisti" (non a caso uso il maschile) fumettofili dei forum e dei social sono una esigua minoranza rispetto a chi fruisce dei fumetti e si "limita" a quello.
Freyja, la Madre di Tutti |
Ciò non significa che la nuova - e certamente temporanea - Dea del Tuono debba necessariamente e obligatoriamente piacere a tutt* (ma ci mancherebbe!); a me comunque è piaciuta moltissimo e sono felice di questa svolta, coraggiosa e inaspettata, che l'autore Jason Aaron ha fatto compiere al fumetto, insieme al suo sodale disegnatore Russell Dauterman.
La Dea del Tuono entra in azione improvvisamente e senza spiegazioni: semplicemente lei è in grado non solo di sollevare il mistico martello Mjollnir, ma anche di farlo agire (volare, colpire, fargli compiere elaborate traiettorie ecc.) in modi che il "vecchio" Thor non era in grado di padroneggiare in modo così disinvolto:
"Apri gli occhi! Non puoi aggrapparti a qualcosa che hai già perso!"
"Cosa ti rende così degna? Chi sei sotto quella maschera?!"
"Sono colei che brandisce il martello! Chi sei tu?"
Non sono solo i fan che faticano ad accettare la nuova Dea del Tuono: non ci si poteva certo aspettare che il "vecchio" Thor subisse il suo nuovo status senza protestare e infine combattere?
Senza più il suo braccio sinistro, perso in battaglia contro il maligno e potentissimo re elfo Malekith, sostituito da una protesi di uru (lo stesso mistico metallo con cui fu forgiato Mjollnir) e armato dell'ascia Jarnbjorn, il "vecchio" Thor affronterà la nuova Thor in un duello emozionante che avrà risultati inaspettati (e che non voglio rovinare con inutili spoiler).
.
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Ma "l'alternanza" dei Thor non è l'unico cambiamento recente tra la comunità divina asgardiana: durante l'esilio di Odino, il "Padre di tutti", sua moglie Freyja (matrigna di Odinson) ha governato la nuova Asgardia formando insieme alle dee Idunn e Gaea un triumvirato chiamato "la Madre di Tutti".
Pare che ultimamente in Asgardia il matriarcato abbia un certo successo.
Ma ora Odino, più scorbutico che mai - che godimento quando nemmeno lui riesce a sollevare Mjollnir! - è tornato e vorrebbe ripristinare il precedente status quo. Io sono tra coloro che spera non ce la faccia.
Esemplificativo questo dialogo tra il Padre di Tutti e la Madre di Tutti davanti al figlio che non riesce più a sollevare il Martello:
"Strillare non serve a niente, caro marito. Forse potresti provare a parlare, una volta tanto."
"Immagino vorresti che viziassi il ragazzo, Freyja, come hai fatto tu. Ecco cosa succede quando una Madre di Tutti diventa reggente di Asgard. Sono stato via troppo a lungo."
"Eppure le mura di Asgardia non sono cadute in polvere. Qual stranezza."
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Odino, il Padre di Tutti |
Thor la Dea del Tuono indossa una maschera che le copre il volto lasciandole scoperta soltanto la bocca: nessuno per ora sa chi si nasconda dietro la maschera [1] e l'armatura. Lei stessa non è ancora del tutto conscia di quanto le sta accadendo, o meglio: dai suoi pensieri si capisce che è sì sorpresa di quanto le sta accadendo, eppure non così sorpresa come si potrebbe immaginare.
E' interessante, e divertente, la dicotomia nei suoi stessi pensieri, in quanto pensa "da asgardiana", da dea, ma anche da mortale, sentendo la contraddizione e domandandosi lei per prima da dove le derivi il potere, perché proprio lei è stata scelta e da chi.
Ciò però non le impedisce di essere la vera Thor e di combattere la sua prima, immensamente impegnativa battaglia contro tre minacce che stanno mettendo in pericolo l'intero pianeta: la Roxxon, una multinazionale governata da Dario Agger, un mostruoso (letteralmente) amministratore capace di trasformarsi in una potentissima bestia mitologica; i Giganti del Ghiaccio e il malefico e pericolosissimo Malekith, re elfo oscuro.
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Minotauro |
La Dea del Tuono affronta le battaglie con enorme coraggio, tenuto anche conto che non ha ancora presente la reale portata dei suoi poteri; ciò nonostante si getta nella lotta come una furia non essendo minimamente certa dell'esito. Direi anzi che si getta nella battaglia anche con una certa... gioia.
Trovo molto comprensibile questo sentimento: chi, al di là di qualsiasi altro legittimo sentimento (timore, stupore ecc.), non proverebbe un'incontenibile gioia nell'essere una divinità che comanda il tuono, può volare, è superforte e possiede Mjollnir?!?...
.
Mi è sempre piaciuto l'approccio che Jason Aaron, al timone del mensile Thor dal 2013, ha con il dio, o la dea, del Tuono: sia esso puramente mitologico e guerresco come nella bellissima run precedente (in cui era accompagnato ai disegni dal meraviglioso Esad Ribic che, ammetto, mi manca un po', pur essendo questo nuovo Russell Dauterman molto bravo e godibilissimo), o "ecologico" e maggiormente "fantasy" come in questo nuovo ciclo.
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Thor e Malekith |
Al di là dello sgradito spoiler [una parte di me continua a sperare che il suddetto sia una bufala] che mi ha tolto parte del divertimento dell'elucubrazione, delle ipotesi culminanti con la finale scoperta della sua identità, trovo che la nuova Thor abbia, grazie alla guida di Jason Aaron, tutti i numeri per diventare un personaggio importantissimo all'interno del Marvel Universe, ma soprattutto credo che si siano poste le basi per la costruzione di splendide storie.
Forse, come sempre accade (o accadeva?...) il "vecchio" Thor prima o poi si riprenderà Martello, poteri e dignità con buona pace di quegli haters che in questi mesi hanno infestato la rete coi loro commenti sprezzanti e pieni di astio. O forse no, chi lo sa?
Questa nuova storia di Thor - insieme ad altre storie, di cui spero di poter parlare quanto prima - mi fa riscoprire il divertimento nel leggere un genere fumettistico mai così bistrattato, e forse un bel po' in crisi, come in questi anni recenti.
Avventure fantastiche che parlando di eroi, eroine e superpoteri continuano a parlare anche un po' di noi stess* e a fornirci - o per lo meno a fornire a me - quella indispensabile razione di mito(logia) che così tanta e grande parte ha nel nostro - o per lo meno nel mio - pensiero, fantastico o meno che sia.
Buona lettura.
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Orlando Furioso (Settembre 2015)
Nota:
[1] ...stendo un pietoso velo su quanta diarrhea ho augurato di produrre a quelcensura che ha spoilerato su un social l'identità della nuova Thor...
Non posso negare che saperlo mi ha rovinato parecchio la sorpresa, ma
non mi ha impedito di godermi le storie. Alla faccia di quel censura.
[1] ...stendo un pietoso velo su quanta diarrhea ho augurato di produrre a quel
Thors... |
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