sabato 19 giugno 2021

Kekko Kamen di Go Nagai

 Posted: 10 Jul 2017 08:32 AM PDT


Kekko Kamen

di Go Nagai


shounen manga ecchi-comico

data originale di pubblicazione:
settembre 1974 - febbraio 1978

serie conclusa, 3 volumetti,
brossura con sovracoperta, 
b/n pag. non numerate


euro 9,90 cad


J-POP






Il mio rapporto col maestro Go Nagai non è stato dei migliori negli ultimi anni.

Sono riuscito a perdermi alcune uscite fondamentali (come Violence Jack, tanto per nominarne uno) che impiegherò parecchio tempo e denaro per recuperare. 
Scelte di acquisti, anzi di non-acquisti, decisamente poco oculate hanno fatto il paio col mio associare le produzioni nagaiane a una persona decisamente sgradita (e grazie a Shiva uscita per sempre dalla mia vita alcuni anni fa) hanno avuto la conseguenza di portare nella mia biblioteca domestica una scelta di opere del maestro di Wajima ancora miserrima. [1]

Naturalmente ho tutte le intenzioni di recuperare, stipendio permettendo.

Ebbene un'opera, forse non la più importante, ma decisamente tra le più divertenti, sono riuscito a recuperarla in questa nuova edizione J-Pop: si tratta di Kekko Kamen, uscita originariamente nel 1974 in Giappone e in Italia per la prima volta nel 2008. 
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Kekko Kamen nella nuova edizione J-Pop
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Umorismo, non maschilismo?

Al tempo della prima uscita di Kekko Kamen in Giappone, qui da noi si era già in fase di piena esplosione del fumetto erotico per adulti che in mezzo a tonnellate di spazzatura ha prodotto anche opere fumettistiche interessanti e artisticamente valide [vedi p. es. qui].
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La maggior parte dei fumetti erotici italiani per adulti - che erano avidamente fruiti non solo da questi ultimi, ma anche da qualsiasi minorenne riuscisse a impossessarsi di qualche albo, magari con la tacita complicità di qualche barbiere [2] - narravano storie in cui nessun non-adulto avrebbe potuto identificarsi. Ed erano fondamentalmente, quando non ostentatamente, maschilisti, sessisti e omofobi. Tranne eccezioni, poche direi.
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Kekko Kamen, invece, è un manga comico-erotico dichiaratamente rivolto ai ragazzi e pur non presentando mai scene di sesso esplicito (inteso come penetrazioni varie o rappresentazione di organi genitali) abbonda in quanto a violenza e nudità femminili: ogni pretesto narrativo ha la finalità di mostrare nudità femminili: in primis quelle della protagonista, la studentessa Mayumi Takahashi, e poi quella della sua salvatrice, la supereroina Kekko Kamen, che agisce indossando abbigliamento (...) composto da: maschera per coprire l'identità segreta, sciarpa, guanti e stivali. Oltre a questo striminzitissimo abbigliamento (...) Kekko Kamen ha sempre con sé una frusta con la quale dispensa abbondanti punizioni ai cattivi di turno.
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Nonostante queste premesse io personalmente in Kekko Kamen non ci ho visto né sessismo né in particolare maschilismo (se non la dose minima in quanto fumetto scritto negli Anni 70 da un maschio giapponese). Sono troppo accondiscendente verso il maestro Nagai? Può essere. Ma entriamo nel particolare.

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è lei, la misteriosa e svestitissima Kekko Kamen!
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Nell'Istituto Sparta, scuola dove loschi insegnanti umiliano quotidianamente gli studenti nei modi più bizzarri, fa la sua comparsa l'eroina Kekko Kamen! Coperta solo da maschera, sciarpa e stivali, la svestita paladina della giustizia si ergerà a difesa dei poveri studenti!  [plot fornito dalla Casa editrice]
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Questa la trama di base della storia di Kekko Kamen, costituita sostanzialmente da episodi autoconclusivi, collegati da una ferrea e coerente continuity interna.
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Sottolineo che la coerenza è, appunto, tutta interna, in quanto la storia poggia su basi assurde e probabilmente proprio per questo ancora più divertenti: l'assurdità dell'assunto di base permette a Nagai di scatenarsi con decine e decine di gag che in una situazione "realistica" sarebbero improponibili.
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A cominciare dall'ambientazione: l'Istituto Sparta (nome scelto non a caso) è una fortezza impenetrabile situata in mezzo a chissà quale boscaglia; esso ospita, a carissimo prezzo, studentesse e  studenti i quali con discutibilissimi mezzi vengono "formati" per passare gli esami più difficili e poter così entrare nelle migliori scuole del Giappone.
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Gli insegnanti scelti per questo compito sono praticamente dei criminali sadici che più che insegnare godono a infliggere agli studenti, anzi preferibilmente alle studentesse, le peggiori punizioni corporali; il tutto sotto l'occhio bavoso e pervertito del preside, chiamato Unghia del Piede di Satana, perennemente coperto da una maschera da demone con un cappuccio da giullare.

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il preside dell'Istituto Sparta: Unghia del Piede di Satana
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Come esaurientemente spiegato dalle note che concludono tutti e tre i volumi della J-Pop, tutti i nomi dei personaggi di Kekko Kamen sono storpiature e/o parodie di personaggi di altri manga, alcuni dello stesso Go NagaiIl traduttore italiano, Fabiano Bertello, fa letteralmente i salti mortali per mantenere anche nella nostra lingua il significato - o almeno parte di esso - degli spassosi nomi giapponesi e, pur essendo la cosa in taluni casi impossibile, svolge davvero un ottimo lavoro.
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Dall'Istituto Sparta è impossibile non solo fuggire, ma anche solo entrare in contatto col mondo esterno, famiglie degli studenti e studentesse comprese! Nessuno quindi è al corrente delle nefandezze sadico-sessuali che si consumano all'interno della fortezza.
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La studentessa più sfortunata, perenne preda degli appetiti sadico-sessuali del preside e dei criminali insegnanti, è la già citata Mayumi Takahashi, studentessa del primo anno, pura di cuore e di sentimenti - o così sembrerebbe - gentile e disponibile e forse proprio per questo vittima designata dell'accozzaglia di depravati che gestisce lo Sparta... 
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Ogni scusa è buona per punire Mayumi nei modi più crudeli e quando la scusa è assente, Unghia del Piede di Satana e collaboratori la costruiscono ad hoc per potersi divertire.

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una delle "tipiche situazioni" in cui si trova Mayumi Takahashi
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Mayumi rischierà più e più volte la sua stessa vita, ma sempre arriverà a salvarla la sua amatissima e misteriosa Kekko Kamen.
Non saranno sempre vittorie scontate, anzi, come in tutte le narrazioni di battaglie che si rispettino, spesso e volentieri l'eroina nuda avrà inizialmente la peggio, talvolta anche la molto peggio... ma ovviamente, essendo la serie intestata a suo nome, la vittoria finale dovrà pur sempre essere la sua.
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Oltre a escogitare punizioni sempre più sadiche ai danni delle allieve, e di Mayumi in particolare, Unghia del Piede di Satana e i suoi diabolici collaboratori avranno di che progettare sempre nuovi escamotage - a base di sesso e violenza, s'intende - per cercare non solo di catturare Kekko Kamen, ma anche e soprattutto di scoprire chi si cela sotto la sua maschera.
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Così un episodio dopo l'altro, tra torture e abusi, ragazze spogliate - soprattutto Mayumi - e violenza che diventa sempre più estrema (o che cerca di diventare tale), tentati omicidi, tradimenti, doppi giochi e una marea di giovani seni e sederi al vento e sospetti su chi si celi dietro la maschera della vendicatrice Kekko Kamen, si arriva al gran finale, denso di combattimenti e salti scosciati (il colpo segreto e micidiale della nostra eroina, col quale mette la propria vagina praticamente in faccia all'avversario di turno); un finale epico e sacrosanto, che lascerà comunque molti dubbi irrisolti...

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Eccolo il primo "salto scosciato", arma terribile di Kekko Kamen!
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Dunque: come mai poco prima mi sto a lamentare della "eticità" di un fumetto e ora esalto un manga classificato come "ecchi" con abbondanti dosi di "fan service"???
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Perché c'è una differenza enorme tra un manga odierno in cui una ragazzina viene resa schiava da un adulto [che alla fine certamente se la sposerà, perché si sa: la donna non è tale se non moglie e madre...] e un manga di oltre quarant'anni fa in cui ogni cosa, dalle tette ai culi alle frustate alle torture alle botte all'iperviolenza, è manifestamente ironica, anzi proprio comica, e tutto quanto è, in modo dichiarato, una satira ad altri, ben più drammatici, manga.
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La differenza è davvero abissale!
Non so se il maestro Nagai sia femminista o meno, e francamente non mi interessa, ma so che in Kekko Kamen non ho trovato maschilismo [se c'è e non l'ho visto io, per favore ditemelo, sul serio. Grazie], anzi ci ho visto il contrario.
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L'umorismo e la comicità possono - eccome - essere "schierati", con buona pace dei qualunquisti, ma in questo manga la comicità è solo (e tanto) divertente e anzi prende pesantemente in giro istituzioni "sacre" come:
la scuola giapponese, ultra competitiva quasi a livello di disumanità; 
la presunta "superiorità" dei maschi sulle femmine; in questo manga la totalità dei maschi fa proprio un po' schifo, mentre la maggior parte delle femmine sono personaggi decisamente più positivi; 
l'imbarazzo per situazioni che sarebbero naturali (nudità), ma che vengono invece ufficialmente stigmatizzate, mentre privatamente e con le peggiori scuse ci si sbava abbondantemente sopra; 
un tabù che da qualche migliaio d'anni imbarazza terribilmente tutti quanti, i maschi soprattutto, ovverosia la vagina. Altro che "invidia del pene", ma per favore...

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la nostra eroina se la cava anche coi nunchaku
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Leggendo Kekko Kamen i giovanottini - e le giovanottine lesbiche s'intende - si saranno anche chiusi in bagno quarant'anni fa (e magari anche oggi, se dio vuole), ma il quid principale di questo manga, la cosa che lo rende realmente e gioiosamente fruibile oggi, non sono le tette e i culi, o per lo meno non sono loro la cosa principale: la cosa - le cose - che lo caratterizzano sono il divertimento sfrenato, la comicità prorompente, la satira pungente valida quarant'anni fa come ancor oggi, la gioia della ribellione all'autorità ingiusta (anzi, proprio criminale... ciò mi rammenta qualcosa... situazioni a noi molto più vicine nel tempo e nello spazio...), l'assenza di moralismo, gli elementi positivi di amicizia e solidarietà, il disinteresse dell'eroina. 
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Insomma, un mucchio di cose positive, che comunque si possono anche tranquillamente ignorare per fruire Kekko Kamen anche "solo" come fonte di risate e gioioso divertimento, grazie alle decine di divertentissime gag, azione ultra-dinamica e iperviolenza. A proposito della quale ricordiamoci che un corpo sanguinante e prostrato, esattamente tre vignette dopo è sano, riparato e senza cicatrici: ciò a dire che non è la violenza l'elemento centrale del manga, ma ci serve solo come escamotage per parlare d'altro, divertendo(ci). 
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Ciò non toglie che le numerosissime scene di bondage siano fatte veramente ma veramente bene e chi apprezza il genere ne resterà, ne sono convinto, più che soddisfatt* .

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tranquilli/e: un paio di vignette e Mayumi Takahashi sarà come nuova!
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La risposta alla domanda che mi facevo all'inizio di questo scritto è senz'altro: sì, umorismo, non maschilismo. Questo indipendentemente dalle idee personali di Go Nagai, alle quali ripeto di non essere interessato; non in questo contento, almeno.
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Mi sono anche detto, a rigor di correttezza (nei miei stessi confronti, intendo) che essendo io un uomo, sono scarsamente adatto ad identificarmi con le vittime dei criminali "insegnanti" dell'Istituto Sparta; allora ho pensato alla stessa storia in cui le vittime siano uomini gay di mezz'età e beh, credo che mi sarei divertito ancor di più! :)
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Per quanto riguarda lo stile del maestro Nagai, sapete già che o lo si ama o lo si odia, è decisamente difficile restare indifferenti; io - neanche a dirlo - faccio parte di coloro che lo stile del maestro lo amano.
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L'edizione J-Pop l'ho molto apprezzata: bello tutto, dalla carta alla stampa alle sovracoperte e se c'è chi potrebbe lamentarsi del prezzo, faccio notare che i tre volumi sono belli cicciotti e il tempo di lettura di ciascuno è tutt'altro che breve, quindi sì, promosso anche il prezzo.
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Iiil suooo voltooo nessun conosce però...iiil suooo corpooo... tutti conoscono!Kekko Kamen la nostra paladina! Che gran donna è!...
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Orlando Furioso (Luglio 2017)

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Note:
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[1] Possiedo attualmente solo Devilman, La Divina Commedia, Mao Dante, Shin Mao Dante e Ufo Robot Goldrake. Ho letto a scrocco, molto tempo fa, i primi volumi di Violence Jack, tutto Mazinsaga e tutto Getter Robot Saga.
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[2] Sia sempre santo il barbiere di piazza S. che, dal 1968 al 1971, mi permise di leggere tonnellate e tonnellate (e tonnellate) di Kriminal, Satanik, Jacula, Isabella, Terror, Jolanda, Vartàn... e un sentito "grazie!" anche al barbiere di via P. che dal 1971 al 1974 continuò a permettere la mia formazione culturale con altre tonnellate di Oltretomba, Rolando del Fico, Wallenstein, HessaDe SadeBonnie, Goldrake Playboy (che non è una versione erotica del robottone di Nagai), LuciferaLando, Il Montatore e mille altri ... 
Per la cronaca, dai 14 anni non ebbi più proibizioni di sorta nelle mie letture, segno non tanto della liberalità del genitore, quanto del suo dichiararsi sconfitto sapendo benissimo che avrei comunque letto, di nascosto, ciò che desideravo leggere. Grazie papà. E grazie anche a Voi e a Voi.
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Go Nagai: "Kekko Kamen" - J-Pop