giovedì 3 giugno 2021

La mattina di Esopo, di Carmelo Calderone

 Posted: 20 Dec 2012 12:41 PM PST

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La mattina di Esopo
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di Carmelo Calderone
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introduzione di 
Enrique Breccia

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vol. cartonato, cm 24,5 x 34,5,
56 pp, b/n

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€ 17,90
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001 Edizioni
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Caro Carmelo,
l'avevo detto che prima o poi ti avrei scritto l'email con i commenti al tuo nuovo volume La mattina di Esopo.
Lo so, Lucca è passata da mo', ma devi avere pazienza: le cose alla fine le faccio, ma sempre coi miei tempi dilatati(ssimi).
Eppoi, ho pensato, casomai per domani c'avessero ragione i Maya, mica posso farti lo sgarro!
Già il fatto di non averti mai (o "ancora", siamo ottimisti, via!) parlato del tuo Fondo di Magazzino - che quello l'ho letto da molto tempo! - mi ha sempre fatto sentire in colpa... e appunto non volevo rischiare, tra fine del mondo e pigrizie varie, di non poterti far sapere cosa penso di La mattina di Esopo.

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Ti starai chiedendo: "Ma questo che fa? Io gli avevo solo chiesto di farmi sapere via email cosa ne pensasse del volume e lui scrive pubblicamente i commenti su un blog?!?".
In effetti questa soluzione non è granché rispettosa della privacy, ma è anche vero che qui siamo protetti e al caldo, non smuoviamo le masse e, insomma, le persone amiche sono poche e fidate.
Soprattutto poche, ma andiamo avanti.

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Inoltre dato che nei miei commenti, causa tontaggine e ignoranza, scrivo più o meno le stesse cose, almeno questa volta sono un po' più originale, non trovi? Il commento sotto forma di email "pubblica" non l'avevo ancora mai usato! (E pensa che t'è andata pure bene: avessi deciso di scriverti in rima? Sai l'imbarazzo?!?...)
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Bene, ora la smetto di tergiversare [1] e vado dritto al punto, anzi, ai punti.
Inutile che ti dica che non potrò essere obiettivo in questo mio commento. Ci siamo conosciuti, ci siamo simpatici, su molte cose la pensiamo allo stesso modo, siamo diventati amici. Quindi l'obiettività non solo non è raggiungibile, ma per quanto mi riguarda non mi sono neppure sforzato di cercarla.

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La prima cosa che devo dirti, che sarà anche la più difficile da spiegare, è che in certi punti il tuo volume mi ha commosso.
Sai che le favole di Esopo le conoscevo già, le ho lette molte volte e non mi hanno mai commosso.
Perché invece il tuo volume è talvolta riuscito a farlo?
Forse perché - dirò una banalità - tu sei riuscito, e nella mia personale esperienza ci sei riuscito per primo - a dare un volto, un aspetto, una forma all'universale  tragedia che sottende le favole di Esopo.
Sei riuscito a trasformare, ad esempio, "la Volpe delle favole di Esopo", quindi direi la volpe per antonomasia, in una Creatura vera e piena di emozioni. E di emozione per chi legge.
Grazie al tuo lavoro, un gracchio, animale anonimo e del tutto assente dai miei abituali pensieri, mi è diventato così familiare e intimo da farmi - oh, lo dico e mi sputtano e pazienza - scendere le lacrime perché ho sentito la sua tragedia per come è realmente, non per come lo stereotipo mi aveva finora insegnato.

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Non so se fosse il tuo scopo o meno, ma io ne La mattina di Esopo non ho visto un'abusata e un po' trita trasposizione metaforica "bestia - persona umana", ma ci ho visto qualcosa d'altro. Ci ho visto un'affresco che comprende un mondo fatto di bestie e persone e natura e sentimenti, tragedia e commedia e ironia. In poche parole, ci ho visto la vita in tutta la sua drammaticità.

Inizialmente ho sentito il dispiacere per l'assenza del colore, non te lo nascondo. Mi sembrava, pensavo, che con l'uso del colore avresti potuto "riempire" ulteriormente la mia mente di lettore. Inizialmente mi sono detto "mi piace, peccato per il bianco e nero, ma andiamo comunque avanti!" e dopo un po' il colore non mi è mancato più, perché il tuo bianco e nero non è necessariamente limite, così come limite non sono le storielle brevi, perché tutte concatenate e sapientemente inserite in una cornice temporale che ognuno conosce (il mattino) e in un luogo che ognuno capisce (il mondo fantastico, il mondo reale, un incrocio tra i due, il mondo interiore, il mondo della leggenda...).
Il colore, questa volta, me lo faccio da me, si forma nella mia testa mentre leggo le storie di Esopo e se proprio in certi momenti mi manca troppo mi riguardo per l'ennesima volta la copertina, che di colori è piena, non ne manca proprio nessuno.

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Capisco che ti farebbero piacere, e ti servirebbero senz'altro di più, dei commenti un po' più, come dire, "specialistici", ma quelli sai già che da me non li puoi avere. Io ti posso solo dire che i tuoi disegni mi piacciono perché sono così marcati, pieni di particolari, densi e caratterizzanti: come dire, il leone, la rana, il topo sono proprio loro, avrei dovuto scriverli con l'iniziale maiuscola come scrivo con la maiuscola il mio nome o il tuo. Mi sono piaciute le facce e le espressioni degli animali, nelle quali ho visto l'intera gamma dei sentimenti e delle emozioni. In certi momenti sei stato più spietato di Esopo stesso (ma decisamente meno moralista), in certi altri hai giocato su elementi quasi-horror.
Mi piace come hai costruito le tavole, anch'esse dense e piene di movimento; ho trovato memorabili alcune sequenze mute...
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Mi è piaciuto il fatto di percepire più piani di lettura nel tuo volume: posso regalarlo a un bambino e se lo godrà perché ci sono gli animali e le loro storie; posso godermelo io perché ci vedo e ci sento le mie tragedie e le mie commedie e rido dove forse non dovrei e piango come certamente un bambino non farà.
Mi è piaciuta anche l'introduzione di Enrique Breccia, ma di questo tu non hai colpa :)

Le favole di Esopo le conosciamo tutti. Così come le hai disegnate tu non le avevo mai viste e mi sono piaciute davvero tanto.

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Bravo Carmelo.
Con affetto,



Orlando Furioso (Dicembre 2012)
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Note:
[1] Tergiversare in realtà è la mia principale occupazione. "La morte lo colse mentre ancora tergiversava", potrebbe essere il mio epitaffio. [Tiè! Non si sa mai.]