Posted: 22 Feb 2016 05:46 AM PST
Remi Tot in Stunt
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di Martoz
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volume brossurato con bandelle,
320 pagine a colori
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euro 22
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MalEdizioni / collana ConSequenza!
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PRIMA DOMANDA
"PERCHE' MAI UN MOTOCICLISTA DOVREBBE PRECIPITARE DALLA TROPOSFERA?"
Anche se siamo solo a Febbraio, so già che questo sarà uno dei miei volumi a fumetti preferiti del 2016!
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La serata della presentazione di Remi Tot in Stunt era cominciata sotto i peggiori auspici: pioveva, tirava vento e avevamo trovato parcheggio parecchio lontano dal locale. Inoltre non era di venerdì o di sabato bensì di martedì, giorno usualmente non dedicato alle uscite serali. Il libro di Martoz avevo cominciato a leggerlo soltanto quello stesso pomeriggio e quindi avevo addosso l'ansia di non arrivare "preparato" alla presentazione.
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La cosa migliore era che finalmente avrei visto dal vivo le persone che hanno dato vita a MalEdizioni, una delle case editrici indipendenti cui Fumetti di Carta è affettivamente più legato [1].
L'altra cosa buona era che pur avendo cominciato il volumone solo quel pomeriggio, ne ero già perdutamente innamorato!
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La serata della presentazione di Remi Tot in Stunt era cominciata sotto i peggiori auspici: pioveva, tirava vento e avevamo trovato parcheggio parecchio lontano dal locale. Inoltre non era di venerdì o di sabato bensì di martedì, giorno usualmente non dedicato alle uscite serali. Il libro di Martoz avevo cominciato a leggerlo soltanto quello stesso pomeriggio e quindi avevo addosso l'ansia di non arrivare "preparato" alla presentazione.
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La cosa migliore era che finalmente avrei visto dal vivo le persone che hanno dato vita a MalEdizioni, una delle case editrici indipendenti cui Fumetti di Carta è affettivamente più legato [1].
L'altra cosa buona era che pur avendo cominciato il volumone solo quel pomeriggio, ne ero già perdutamente innamorato!
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Da una mezz'ora prima dell'inizio della presentazione sullo schermo del locale si susseguono immagini tratte da Remi Tot in Stunt: il mio compagno, immediatamente, dice "Picasso!" e sì, c'è Picasso nel volume e inoltre io ci vedo un po' di Crepax, non per lo stile di disegno, ma per il modo di raccontare. Come potrete vedere dalle immagini qui riprodotte, a livello di segno, Martoz e Crepax non hanno praticamente nulla in comune; eppure se la mia sensazione è stata così forte e non mediata da un esame razionale un motivo ci deve essere: credo che ad accomunare i due - per lo meno nella mia testa - sia una certa libertà nella costruzione della pagina e anche l'uso della suddivisione delle vignette nella tavola, o dell'assenza della sua suddivisione; inoltre in molte delle tavole di Martoz, così come accadeva in quelle di Crepax, c'è un iperproduzione di cose (oggetti o altro) mentre altre tavole hanno un soggetto a fuoco e sono prove di qualsivoglia sfondo.
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Per il resto, dove Crepax (e poi basta, lo lascio in pace, ché qualcun* magari si è già fatta l'idea di trovarsi di fronte a una specie di "clone di Crepax", che per carità nulla di più sbagliato!) era barocco e quasi lezioso nel segno, Martoz è deciso, anzi aggressivo, graffiato e senza dubbio ci sono altri aggettivi qualificativi che mi verranno in mente più oltre.
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Luigi Filippelli, Nadia Bordonali (MalEdizioni) e Martoz |
Da una mezz'ora prima dell'inizio della presentazione sullo schermo del locale si susseguono immagini tratte da Remi Tot in Stunt: il mio compagno, immediatamente, dice "Picasso!" e sì, c'è Picasso nel volume e inoltre io ci vedo un po' di Crepax, non per lo stile di disegno, ma per il modo di raccontare. Come potrete vedere dalle immagini qui riprodotte, a livello di segno, Martoz e Crepax non hanno praticamente nulla in comune; eppure se la mia sensazione è stata così forte e non mediata da un esame razionale un motivo ci deve essere: credo che ad accomunare i due - per lo meno nella mia testa - sia una certa libertà nella costruzione della pagina e anche l'uso della suddivisione delle vignette nella tavola, o dell'assenza della sua suddivisione; inoltre in molte delle tavole di Martoz, così come accadeva in quelle di Crepax, c'è un iperproduzione di cose (oggetti o altro) mentre altre tavole hanno un soggetto a fuoco e sono prove di qualsivoglia sfondo.
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Per il resto, dove Crepax (e poi basta, lo lascio in pace, ché qualcun* magari si è già fatta l'idea di trovarsi di fronte a una specie di "clone di Crepax", che per carità nulla di più sbagliato!) era barocco e quasi lezioso nel segno, Martoz è deciso, anzi aggressivo, graffiato e senza dubbio ci sono altri aggettivi qualificativi che mi verranno in mente più oltre.
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Durante
la presentazione ho chiesto all'autore quali sono stati i fumetti che,
da piccolo o da ragazzo, lo hanno fatto sognare e la sua risposta
avrebbe potuto scioccare un po' chiunque, ma non me: Superman e Lorenzo Mattotti.
Non vedo contraddizione né incompatibilità. Anzi a dire la verità la
risposta mi è piaciuta molto perché ogni persona viene influenzata, iniziata vorrei dire, alle proprie passioni da ciò che è presente in casa durante la propria infanzia. Martoz è stato fortunato, perché Superman e Lorenzo Mattotti sono due personaggi - uno fittizio, l'altro reale - che in quanto a sogni, tecnica ed emozioni possono dare moltissimo ad una giovane persona.
La carriera di Martoz inizia con un orientamento che al fumetto privilegia l'illustrazione, così ci ha raccontato l'autore durante la presentazione del volume. Ma ora che è illustratore e fumettista insieme ha
numerosi progetti che - ci ha detto - sottoporrà a precise e specifiche
case editrici perché secondo lui ogni casa editrice ha peculiarità che
la rendono adatta a un certo fumetto e non ad un altro, idea che
personalmente mi trova completamente d'accordo.
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Remi Tot in Stunt non avrebbe potuto essere fatto che da MalEdizioni: la giovane casa editrice bresciana ha trovato una sua peculiare strada indipendente che parte da fumettisti e autori portoghesi e prosegue con giovani autori italiani, esordienti o meno, e si occupa anche di narrativa non disegnata. Nadia Bordonati e Luigi Filippelli, anime della casa editrice e giovani anch'essi, con l'esperienza come editori hanno sviluppato un fiuto particolare per scovare i talenti che andranno a far parte del loro catalogo.
Martoz ne è un felicissimo e lampante esempio.
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Remi Tot in Stunt non avrebbe potuto essere fatto che da MalEdizioni: la giovane casa editrice bresciana ha trovato una sua peculiare strada indipendente che parte da fumettisti e autori portoghesi e prosegue con giovani autori italiani, esordienti o meno, e si occupa anche di narrativa non disegnata. Nadia Bordonati e Luigi Filippelli, anime della casa editrice e giovani anch'essi, con l'esperienza come editori hanno sviluppato un fiuto particolare per scovare i talenti che andranno a far parte del loro catalogo.
Martoz ne è un felicissimo e lampante esempio.
La storia (le storie)..
Riconoscendo la mia pessima, pessima fama di "riassuntore" (?) preferisco che a parlare sia la bandella di copertina:
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Il volume di Remi Tot in Stunt è formato da una struttura a domande, ogni domanda è un capitolo, un'avventura del protagonista e tutte insieme formano la storia di Remi Tot.
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La struttura di base delle avventure che formano il volume prevede che il nostro protagonista, in base a super-complessi calcoli fisico-matematici, entri in certi speciali "flussi di realtà" temporale e spaziale per salvare certe persone - e non altre - da disastri e catastrofi. I suoi salvataggi prevedono rischi mortali per Remi e solo la sua genialità nei calcoli e il suo incredibile talento come stunt possono salvarlo da morte certa. Niente supereroi però, Remi non ha costume o mantello, anzi intende mantenersi il più discosto e anonimo possibile; l'unica caratteristica che potrebbe renderlo riconoscibile è la lente sinistra dei suoi occhiali, perennemente scheggiata.
Riconoscendo la mia pessima, pessima fama di "riassuntore" (?) preferisco che a parlare sia la bandella di copertina:
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"Remi Tot è uno stuntman della realtà: un geniale matematico in grado di intrufolarsi nelle geometrie segrete degli eventi, uno spregiudicato funambolo dell'imprevisto che si sostituisce a persone coinvolte in immani catastrofi... [...] La sua missione è tuffarsi nel caos e uscirne vivo.".
Il volume di Remi Tot in Stunt è formato da una struttura a domande, ogni domanda è un capitolo, un'avventura del protagonista e tutte insieme formano la storia di Remi Tot.
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La struttura di base delle avventure che formano il volume prevede che il nostro protagonista, in base a super-complessi calcoli fisico-matematici, entri in certi speciali "flussi di realtà" temporale e spaziale per salvare certe persone - e non altre - da disastri e catastrofi. I suoi salvataggi prevedono rischi mortali per Remi e solo la sua genialità nei calcoli e il suo incredibile talento come stunt possono salvarlo da morte certa. Niente supereroi però, Remi non ha costume o mantello, anzi intende mantenersi il più discosto e anonimo possibile; l'unica caratteristica che potrebbe renderlo riconoscibile è la lente sinistra dei suoi occhiali, perennemente scheggiata.
Motocicletta, sci, mongolfiera, seggiovia, trattore, torpedone, portaerei... non c'è mezzo di trasporto che lo stunt Remi non
sia in grado di usare - guidandolo e/o manipolandolo - per portare a
compimento le sue missioni, sempre potenzialmente suicide e che
comportano ogni volta perdite economiche di milioni e milioni di
dollari.
...sarebbe tutto troppo lineare (no, non lo sarebbe comunque, ma lasciatemelo dire per amor di commento) se Remi non avesse anche lui la sua nemesi, un nemico che vuole vederci chiaro in mezzo a tutte queste catastrofi, esplosioni, morti e sopravvissuti: il detective Malone e il suo assistente Kurtis... Vogliono vederci chiaro perché dietro, o a lato, di tutto ciò pare ci sia sempre una figura, una persona con la lente sinistra degli occhiali perennemente scheggiata, unico elemento - questo - che sono riusciti a raccogliere.
...sarebbe tutto troppo lineare (no, non lo sarebbe comunque, ma lasciatemelo dire per amor di commento) se Remi non avesse anche lui la sua nemesi, un nemico che vuole vederci chiaro in mezzo a tutte queste catastrofi, esplosioni, morti e sopravvissuti: il detective Malone e il suo assistente Kurtis... Vogliono vederci chiaro perché dietro, o a lato, di tutto ciò pare ci sia sempre una figura, una persona con la lente sinistra degli occhiali perennemente scheggiata, unico elemento - questo - che sono riusciti a raccogliere.
Se Malone - il capo - è la classica figura da detective hard-boiled tetragono e convinto "a priori", Kurtis si
dimostrerà figura più interessante e con una rosa di sfumature più
complessa (anche se non c'è da aspettarsi nessun deuteragonismo: Remi Tot è presente nel 99% delle tavole del volume e l'attenzione è catalizzata su di lui, sempre o quasi... )
Ogni capitolo del volume, come dicevo, è introdotto da una domanda - a cui non necessariamente verrà data risposta, o per lo meno non sarà scontato aspettarsi risposte lineari e unilaterali - fino ad arrivare ad un ultimo capitolo in cui ci scontreremo con un finale coinvolgente, inaspettato e originale, non vi anticipo se aperto o chiuso.
Come ogni storia complessa, anche Remi Tot possiede più livelli di lettura e anzi uno dei suoi pregi è quello della potenziale rilettura infinita: personalmente l'ho già letto tre volte e ne ho ricavato ogni volta impressioni ed emozioni diverse, oltre a scoprire ogni volta nuovi livelli, inside jokes, messaggi cifrati e un'infinità di suggestioni e sfumature estetico-emozionali sempre diverse.
Ogni capitolo del volume, come dicevo, è introdotto da una domanda - a cui non necessariamente verrà data risposta, o per lo meno non sarà scontato aspettarsi risposte lineari e unilaterali - fino ad arrivare ad un ultimo capitolo in cui ci scontreremo con un finale coinvolgente, inaspettato e originale, non vi anticipo se aperto o chiuso.
Come ogni storia complessa, anche Remi Tot possiede più livelli di lettura e anzi uno dei suoi pregi è quello della potenziale rilettura infinita: personalmente l'ho già letto tre volte e ne ho ricavato ogni volta impressioni ed emozioni diverse, oltre a scoprire ogni volta nuovi livelli, inside jokes, messaggi cifrati e un'infinità di suggestioni e sfumature estetico-emozionali sempre diverse.
Disegni.
I disegni di Martoz in Remi Tot sono un'abbuffata nient'affatto indigesta, un menù ricchissimo, uno shock e un godimento per gli occhi e l'anima!
Tavole iperdettagliate, tavole quasi astratte, tavole decisamente astratte, tavole in b/n e tavole piene di colore; anzi a proposito di colore: intere sequenze del libro sono rappresentate mono/bi-cromaticamente.
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Tutto è descritto con un segno personale, debitore di molteplici stili e a sua volta eventuale canone per nuovi stili e approcci al fumetto. Lo potete vedere ad esempio nelle immagini a corredo di questo scritto, che sono comunque parzialissime e rendono in minima parte la complessità del suo stile. Martoz ha la capacità di usare il suo segno potente e aggressivo in molteplici modi, tutti a mio giudizio estremamente efficaci ed esteticamente gradevoli.
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Martoz passa da un'iperabbondanza di colori, a un bianco e nero al monocromatismo in modi narrativamente perfetti così come perfetto, a mio giudizio, è il complessivo effetto estetico e mentale che l'alternanza di colore/bn/mono/bi-cromatico provoca in chi legge. Bianchi e neri "tecnici" e freddi, come se lo sguardo si allontanasse dalla scena e la descrizione avesse una valenza emozionale più trattenuta; esplosioni di colori, oppure oggetti coloratissimi dentro scenari mono/bi-cromatici come a sottolinearne la particolare importanza, e infine sequenze di tavole iperdinamiche nelle quali azione ed emozione si attorcigliano e accelerano il battito cardiaco!
QUINTA DOMANDA..
"PUO' IL PROTAGONISTA DI UN FUMETTO COMPIERE TALI IMPRESE SOLO PER IL DELIRIO ADRENALINICO CHE COMPORTANO?"
I disegni di Martoz in Remi Tot sono un'abbuffata nient'affatto indigesta, un menù ricchissimo, uno shock e un godimento per gli occhi e l'anima!
Tavole iperdettagliate, tavole quasi astratte, tavole decisamente astratte, tavole in b/n e tavole piene di colore; anzi a proposito di colore: intere sequenze del libro sono rappresentate mono/bi-cromaticamente.
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Tutto è descritto con un segno personale, debitore di molteplici stili e a sua volta eventuale canone per nuovi stili e approcci al fumetto. Lo potete vedere ad esempio nelle immagini a corredo di questo scritto, che sono comunque parzialissime e rendono in minima parte la complessità del suo stile. Martoz ha la capacità di usare il suo segno potente e aggressivo in molteplici modi, tutti a mio giudizio estremamente efficaci ed esteticamente gradevoli.
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Martoz passa da un'iperabbondanza di colori, a un bianco e nero al monocromatismo in modi narrativamente perfetti così come perfetto, a mio giudizio, è il complessivo effetto estetico e mentale che l'alternanza di colore/bn/mono/bi-cromatico provoca in chi legge. Bianchi e neri "tecnici" e freddi, come se lo sguardo si allontanasse dalla scena e la descrizione avesse una valenza emozionale più trattenuta; esplosioni di colori, oppure oggetti coloratissimi dentro scenari mono/bi-cromatici come a sottolinearne la particolare importanza, e infine sequenze di tavole iperdinamiche nelle quali azione ed emozione si attorcigliano e accelerano il battito cardiaco!
Pare
banale, ma fare la stessa cosa con un altro tipo di linguaggio (per
esempio un linguaggio che comporti movimento, sia esso per immagini o
per suoni, non controllabile direttamente da chi ne fruisce) mantenendo
contemporaneamente la sensazione di "essere dentro ciò di cui stiamo fruendo" è pressoché impossibile.
Analogo discorso per le parole: abbiamo tavole e tavole senza parole, nelle quali l'azione è così serrata che le pagine vanno sfogliate veloci per non perdere il ritmo, quasi che Remi potesse sfuggirci alla vista e sparire tra una closure e l'altra senza farsi ritrovare: il bello dei fumetti (e dei libri) è la possibilità di tornare indietro, guardare, riguardare e fermarci quanto accidenti vogliamo, contemplare un disegno o una frase per tutto il tempo che ci pare e poi riprendere a correre alla velocità che ci serve o che l'autore ci suggerisce.
Oppure ancora, come nella splendida sequenza onirica di Remi - tutta disegnata in b/n - di parole non ce n'è davvero bisogno ché, anzi, esse potrebbero distrarre dalla ridda di emozioni e domande che, sfogliando quelle pagine, necessariamente ci poniamo. (Qui sotto un'immagine parziale della lunga, suddetta sequenza)
Analogo discorso per le parole: abbiamo tavole e tavole senza parole, nelle quali l'azione è così serrata che le pagine vanno sfogliate veloci per non perdere il ritmo, quasi che Remi potesse sfuggirci alla vista e sparire tra una closure e l'altra senza farsi ritrovare: il bello dei fumetti (e dei libri) è la possibilità di tornare indietro, guardare, riguardare e fermarci quanto accidenti vogliamo, contemplare un disegno o una frase per tutto il tempo che ci pare e poi riprendere a correre alla velocità che ci serve o che l'autore ci suggerisce.
Oppure ancora, come nella splendida sequenza onirica di Remi - tutta disegnata in b/n - di parole non ce n'è davvero bisogno ché, anzi, esse potrebbero distrarre dalla ridda di emozioni e domande che, sfogliando quelle pagine, necessariamente ci poniamo. (Qui sotto un'immagine parziale della lunga, suddetta sequenza)
I super-complessi calcoli matematici che servono a Remi per introdursi nelle geometrie segrete del tempo e dello spazio
sono anch'essi parte della storia (anche se grazie al cielo non è
necessario comprenderli per capire lo svolgimento dei fatti... fiuuuu!) ma per noi anime scientificamente ignoranti sono soprattutto elementi grafici, esteticamente importanti e godibili quanto
gli altri disegni del volume: sembrano anzi decorazioni effettuate in
una antica scrittura simil-cuneiforme, aggiungono potenza visiva e
l'occhio le segue affascinato.
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Per quanto riguarda i miei gusti e la mia esperienza personale, e sempre tenendo conto che il volume mi è piaciuto tantissimo nel suo complesso e nella sua inscindibile interezza, devo dire di essermi esteticamente innamorato soprattutto dei "paesaggi" di Martoz, di queste sue incredibili tavole sovrabbondanti, traboccanti di qualsiasi cosa (anche le più strane e imprevedibili...), pazze nel senso più artistico e positivo del termine, fantastiche da guardare per interi minuti scoprendovi infiniti particolari e intrecci mistici, nuovi livelli, strati di messaggi estetici da decifrare per il nostro puro piacere di lettori e lettrici.
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Per quanto riguarda i miei gusti e la mia esperienza personale, e sempre tenendo conto che il volume mi è piaciuto tantissimo nel suo complesso e nella sua inscindibile interezza, devo dire di essermi esteticamente innamorato soprattutto dei "paesaggi" di Martoz, di queste sue incredibili tavole sovrabbondanti, traboccanti di qualsiasi cosa (anche le più strane e imprevedibili...), pazze nel senso più artistico e positivo del termine, fantastiche da guardare per interi minuti scoprendovi infiniti particolari e intrecci mistici, nuovi livelli, strati di messaggi estetici da decifrare per il nostro puro piacere di lettori e lettrici.
Sarebbe persino inutile da dire, ma lo dico ugualmente per chi non si fosse ancora sintonizzato su questa giovane, coraggiosa e ottima, cribbio!,
casa editrice, quant'è bello e curato sia l'oggetto-libro in ogni
dettaglio, e non mi sarei aspettato niente di meno dalla MalEdizioni che in quanto a cura e a rapporto qualità-prezzo ci sta viziando parecchio!
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Un'ultimissima considerazione è che a mio parere Remi Tot in Stunt ha le potenzialità per piacere a moltissimi lettori e lettrici: la diversità, la ricchezza e la varietà di temi e stili possono essere goduti da un'amplissima fascia di persone; unica condizione è che siano persone appassionate di fumetti, dato che il linguaggio usato da Martoz è squisitamente, artisticamente fumettistico. (Ciò non toglie che da questa storia se ne potrebbe trarre un frizzantissimo film!)
Buona, anzi buonissima lettura!
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Un'ultimissima considerazione è che a mio parere Remi Tot in Stunt ha le potenzialità per piacere a moltissimi lettori e lettrici: la diversità, la ricchezza e la varietà di temi e stili possono essere goduti da un'amplissima fascia di persone; unica condizione è che siano persone appassionate di fumetti, dato che il linguaggio usato da Martoz è squisitamente, artisticamente fumettistico. (Ciò non toglie che da questa storia se ne potrebbe trarre un frizzantissimo film!)
Buona, anzi buonissima lettura!
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