Posted: 29 May 2016 09:35 AM PDT
Ms. Marvel 1Fuori dalla norma
G. Willow Wilson, storia
Adrian Alphona, disegni
Ian Herring, colori
vol. cartonato per fumetterie,
120 pag., colore
raccoglie i nn. 1 - 5 di Ms. Marvel
+ Garden State of Mind
euro 12
Panini Comics / Marvel Italia
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Prima di tutto andatevi, cortesemente, a leggere l'ottima recensione (commenti compresi) di Clacca (QUI). Poi, se proprio sentite il bisogno di leggere anche i miei due cent sull'argomento potete anche tornare qui.
Siete tornat*? Non ci speravo! Ok, allora vado.
Prima cosa: la coerenza. Intendo la mia "coerenza".
Prima cosa: la coerenza. Intendo la mia "coerenza".
"Finita Secret Wars non credo che seguirò più la Marvel. Oramai io sono fuori target, giustamente la Casa delle Idee cerca di fare presa sui giovani lettori/lettrici. Avrò sempre affetto per "mamma Marvel", ma è ora di dirle addio, senza rancore." [1]
Era questa, tradotta e sintetizzata in linguaggio più o meno razionale, la sintesi della mia ridda di pensieri sulla Marvel post-Secret Wars [2],
miniserie da poco pubblicata in Italia e sulla quale chiunque si è già
ampiamente espresso nel bene e nel male, tranne il sottoscritto (e sto
ancora pensando se azzardare un mio commento/articoletto o lasciar
perdere).
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Dunque, a proposito di coerenza, Secret Wars è bell'e che finita e io sto comprando tutti i nuovi "numeri Uno" in uscita, di tutte le serie.
Sono tutti: "punti di partenza ideali per nuovi lettori" [e le lettrici?], facenti parte della All-new-all-different Marvel, da noi "il Nuovissimo Universo Marvel". E mi sa che qualche serie la proseguo pure, altro che lacrimevole "addio mamma Marvel!".
In
fumetteria, tra tutte queste nuove uscite, troviamo anche il volume
cartonato di cui vado a sproloquiare, che non fa parte di questi "numeri
uno" in quanto raccoglie i primi cinque numeri di Ms. Marvel usciti in USA tra l'aprile e l'agosto del 2014, ossia quasi due anni prima dell'All-new-all-different Marvel post Secret Wars.
Ammetto senza problemi di aver comprato il cartonato per l'hype che questa serie ha
scatenato un po' ovunque, avendo anche vinto il premio come "Miglior
Serie" al prestigioso e un po' snobbone - e usualmente non così
favorevole ai supereroi - festival di Angouleme 2016.
Di questa supereroina adolescente musulmana
se n'è parlato ovunque, dalle più prestigiose testate giornalistiche
internazionali agli assai meno prestigiosi tg nazionali, e proprio in un
momento in cui le persone di religione musulmana sono oggetto di
pesanti pregiudizi (anche miei eh!).
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L'editore italiano Panini Comics ha scelto come strillo per la pubblicità: "il fumetto di supereroi (anche) per chi non ama i supereroi" e beh, a mio parere ci ha azzeccato in pieno. E' innegabile che Ms. Marvel è un fumetto con protagonista una supereroina, quindi è un fumetto supereroistico, giusto? Beh, non proprio.
La protagonista Kamala Khan acquisisce dei superpoteri, ma non sono questi il focus della
storia: ci sono, e sono anche gestiti con una certa originalità, ma la
storia parla - molto bene e in modo accattivante - di ben altro.
Sapete il primo paragone che mi è venuto in mente leggendo Ms. Marvel? Non essendo io mai stata una ragazza, ma avendo invece amplissima esperienza di crisi adolescenziali maschili, non ho potuto non pensare al primo Peter Parker (l'Uomo Ragno o se preferite Spider-Man), quello di Stan Lee e Steve Ditko, quanto di più "lontano dalla modernità" apparentemente possa esserci. E invece, alla faccia del "vintage" o dei "fumetti datati", ancora una volta Lee e Ditko erano avanti decenni quando proponevano agli adolescenti americani uno sfigatissimo loro coetaneo vittima di bullismo e di una famiglia decisamente soffocante infine dotato di superpoteri, che inizialmente non causavano che sofferenza...
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Sapete il primo paragone che mi è venuto in mente leggendo Ms. Marvel? Non essendo io mai stata una ragazza, ma avendo invece amplissima esperienza di crisi adolescenziali maschili, non ho potuto non pensare al primo Peter Parker (l'Uomo Ragno o se preferite Spider-Man), quello di Stan Lee e Steve Ditko, quanto di più "lontano dalla modernità" apparentemente possa esserci. E invece, alla faccia del "vintage" o dei "fumetti datati", ancora una volta Lee e Ditko erano avanti decenni quando proponevano agli adolescenti americani uno sfigatissimo loro coetaneo vittima di bullismo e di una famiglia decisamente soffocante infine dotato di superpoteri, che inizialmente non causavano che sofferenza...
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Certo, questo è in fondo il paradigma del supereroismo Marvel: nessun essere "super" è esente da sofferenza, anzi se essa non è causata direttamente dai superpoteri è comunque aumentata dall'acquisizione degli stessi. Un paradigma vincente perché
non c'è nulla di più umano di una giovane persona che affronta quella
spaventosa bufera che è l'adolescenza. E non c'è nulla in cui
identificarsi di più, per una persona adolescente, di un/a coetaneo/a
alle prese con capacità, impulsi, istinti, contraddizioni, dubbi
immensamente più grandi di lui/lei. E per tutto ciò, apparentemente, non
si intravede alcuna soluzione, e per alcuni esseri umani in effetti una
soluzione non arriverà mai, neppure con il raggiungimento dell'età
anagraficamente adulta.
I
superpoteri sono sempre stati soltanto un'escamotage - divertente e
appassionante, beninteso - per parlare d'altro e quando quell' "altro"
ha ceduto troppo il posto ai superpoteri abbiamo assistito a scazzottate un po' noiose, begli effetti speciali ma con poca sostanza sotto.
Ebbene alcune autrici e autori sotto contratto con la Casa delle Idee, sono ancora capaci di mettere in atto la lezione di Lee, Kirby, Ditko: superadolescenti con superproblemi in storie non banali né scontate nelle quali le persone, adolescenti o adulte che siano, possono identificarsi. E divertirsi, s'intende.
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Dunque l'hype, dicevamo.
Lo stesso hype è, se vogliamo, basato sul pregiudizio: Devil - pardòn, ora si chiama Daredevil - è cattolico, ma non credo che Marvel abbia cercato autori cattolici per scriverne le storie e quand'anche l'avesse fatto, non ne ha mai pubblicizzato l'intenzione.
Allo stesso modo, ci sarà certamente qualche autrice/autore Marvel cristiano o ebreo (gli stessi Lee e Kirby ad esempio) o buddista o scientologo, ma non si è mai sfruttata questa caratteristica personale per basarci su un hype e neppure si è mai così tanto insistito sulle credenze religiose dei personaggi.
Mentre invece questa volta sì: la prima supereroina Marvel musulmana, ecco la novità, anche un (bel) po' pruriginosa: porterà lo chador? potrà avere un ragazzo? sosterrà i terroristi? o li combatterà? avrà un costume poco sexy? che ne penserà dei diritti civili? griderà "Allah akbar!" prima di colpire i nemici?...
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Ebbene la scrittrice di Ms. Marvel, G. Willow Wilson, è lei stessa musulmana e risponderà volentieri a tutte queste domande e forse anche ad altre che non ci sono ancora venute in mente.
Già, ecco un altro aspetto dell'hype: l'autrice è musulmana. Di più: la trentatreenne americana è un'islamica convertita, ossia non nata da una famiglia islamica né in una teocrazia (o quel che è) islamica. Dunque ha volontariamente scelto di appartenere a questo tipo di religione. Si dice spesso che le persone convertite siano ancor più chiuse e bigotte di quelle nate già all'interno di una religione/tradizione, forse per l'eccitazione della novità, forse per dimostrare ai "nativi" che sono altrettanto degne di appartenere a quella religione o forse per chissà quale altro motivo.
Sarà così? Tutto questo si rispecchierà sul fumetto di Ms. Marvel?
Beh, tornando ai miei pregiudizi islamofobi, in questa storia - in questi primi cinque numeri - si vede praticamente una sola ragazza, Nakia un'amica di Kamala, indossare il velo (mentre quando sono in moschea tutte le ragazze lo indossano). Interessante notare che il padre di Nakia è contrario all'uso del velo e la ragazza lo indossa (anche) quasi per motivi conflittuali col suo genitore.
A proposito: quante volte si è visto su un fumetto Marvel l'interno
di una moschea?.... ma soprattutto: intendo questo come un valore o un
valore aggiunto? Come un valore in sé no di certo, viste le mie idee
sulle religioni organizzate (tutte) [3], ma è un valore aggiunto al fumetto perché mi permette di leggere qualcosa di veramente nuovo e inusuale
e perché, volente o nolente, mi costringe a mettermi in relazione con
le mie idee, i miei pregiudizi, le mie fobie. E tutto ciò sì, per me è
un valore aggiunto.
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Cominciando proprio dalla cover, che non mostra la metà superiore del volto di Kamala Khan... Già questa cover mette in discussione alcuni dei miei pregiudizi visivi sulle donne islamiche: si vedono infatti i capelli della ragazza e non gli occhi, mentre invece le donne islamiche che indossano il velo coprono i capelli e mostrano gli occhi. Non so quale significato attribuire a questa copertina, ma tutto ciò che mi porta a farmi domande su cose che si danno per scontate è benvenuto. [E' interessante notare che l'autrice di Ms. Marvel in tutte le foto del suo sito appare, invece, col capo coperto.]
Ma prima di continuare con questa sociologia da salotto, parliamo un po' di quello che succede in questo primo volume di Ms. Marvel e cosa c'è di vero e di sbagliato nelle cose che avevo leggiucchiato qua e là in merito.
Kamala Khan è una sedicenne nata a Jersey City (New Jersey) in una famiglia pakistana, originaria di Karachi. La sua famiglia, oltre a lei, è formata dalla madre Disha, dal padre Yusuf e dal fratello Aamir, che a differenza di quanto si è letto in giro non è un terrorista islamico né propriamente un incallito fondamentalista, bensì un islamico diciamo così osservante, ma che al di là di certe esagerazioni esteriori mi sembra una persona sensibile e affezionata.
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Kamala, come ogni adolescente di questo o di qualsiasi altro mondo, è fortemente attratta dalle cose proibite e, in questo caso, dalle cose proibite dall'islam, come ad esempio il bacon... o, un po' più importante, dall'amore che non ha ancora sperimentato in prima persona ed è una grande fan degli Avengers e di Carol Danvers; a proposito di quest'ultima, Kamala si ritrova spesso a fantasticare su una relazione amorosa tra Danvers e Spider-Man.
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Cominciando proprio dalla cover, che non mostra la metà superiore del volto di Kamala Khan... Già questa cover mette in discussione alcuni dei miei pregiudizi visivi sulle donne islamiche: si vedono infatti i capelli della ragazza e non gli occhi, mentre invece le donne islamiche che indossano il velo coprono i capelli e mostrano gli occhi. Non so quale significato attribuire a questa copertina, ma tutto ciò che mi porta a farmi domande su cose che si danno per scontate è benvenuto. [E' interessante notare che l'autrice di Ms. Marvel in tutte le foto del suo sito appare, invece, col capo coperto.]
Ma prima di continuare con questa sociologia da salotto, parliamo un po' di quello che succede in questo primo volume di Ms. Marvel e cosa c'è di vero e di sbagliato nelle cose che avevo leggiucchiato qua e là in merito.
Kamala Khan è una sedicenne nata a Jersey City (New Jersey) in una famiglia pakistana, originaria di Karachi. La sua famiglia, oltre a lei, è formata dalla madre Disha, dal padre Yusuf e dal fratello Aamir, che a differenza di quanto si è letto in giro non è un terrorista islamico né propriamente un incallito fondamentalista, bensì un islamico diciamo così osservante, ma che al di là di certe esagerazioni esteriori mi sembra una persona sensibile e affezionata.
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Kamala, come ogni adolescente di questo o di qualsiasi altro mondo, è fortemente attratta dalle cose proibite e, in questo caso, dalle cose proibite dall'islam, come ad esempio il bacon... o, un po' più importante, dall'amore che non ha ancora sperimentato in prima persona ed è una grande fan degli Avengers e di Carol Danvers; a proposito di quest'ultima, Kamala si ritrova spesso a fantasticare su una relazione amorosa tra Danvers e Spider-Man.
Come accade ad ogni sedicenne femmina di questo pianeta, i suoi genitori hanno parecchia, parecchia difficoltà a lasciarle quella libertà che Kamala sogna per se stessa, non per il fatto che siano islamici, ma perché sono genitori protettivi (e molto affettuosi, specialmente il padre, un personaggio molto simpatico e umano) e temono le stesse cose che i genitori di tutto il mondo temono per le loro figlie.
Solo che Kamala è speciale... un contatto con le nebbie terrigene recentemente sparse sul pianeta da Freccia Nera degli Inumani le dona dei superpoteri, che non saranno né così definiti da subito (lo capirete leggendo il fumetto) né tantomeno facili da gestire. Specialmente se per usarli devi uscirtene di nascosto dalla finestra della tua camera, visto che i tuoi genitori ti hanno proibito di uscire.
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Come dicevo più sopra, non sono i superpoteri il vero centro di questi primi albi di Ms. Marvel, per quanto le storie non manchino di combattimenti, scontri, iper-cazzotti (oh, vedrete!) come sempre, come in tutte le storie migliori di supereroi e supereroine, il vero centro, la cosa migliore, ciò che più appassiona, sono i cambiamenti, la loro difficoltà nel gestirli, le relazioni umane, le relazioni in questo caso anche Inumane (ehm), le personalità e il loro incontro/scontro.
Credo si sia ampiamente compreso che questo volume che raccoglie i primi cinque albi di Ms. Marvel mi è piaciuto moltissimo, senza alcuna riserva.
Gwendolyn Willow Wilson ha scritto una bella storia, originale, appassionante e ben gestita, con dei dialoghi perfetti e accattivanti, realistici e mai forzati, con personaggi credibili ai quali ci si affeziona in un baleno.
Il meraviglioso "valore aggiunto" al volume è dovuto ai bellissimi disegni di Adrian Alphona: io ci sono letteralmente andato matto, dopo che a una prima, distratta occhiata li avevo trovati un po'... troppo cartooneschi. Quanto possono indurci in errori i pregiudizi e la fretta! Anche volendo non riuscirei a trovare un difetto al lavoro di Alphona che a causa di questo volume si è guadagnato un fan fedelissimo (ok, devo ri-recuperare Runaways...). Non riesco a immaginare un disegnatore più adatto di lui per questo ciclo di storie.
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A proposito di disegni: la cover del volume è della nostra bravissima e talentuosissima Sara Pichelli (mi sono talvolta trovato ad acquistare dei fumetti che non mi piacevano granché solo perché disegnati da lei).
Altra menzione specialissima è per gli stupendi colori di Ian Herring, anche lui canadese come Alphona: ho trovato semplicemente superlativa le gestione delle luci del colorista, grazie alle quali l'intero volume ha bilanciamento e intervalli di intensità di luci perfetti ed estremamente accattivanti, che rendono le tavole leggibilissime, estremamente godibili. Nelle scene in interni, nei primi piani, nei combattimenti, negli esterni come nei momenti onirici i colori e le luci sono sempre perfette, i disegni curatissimi fin nei minimi dettagli.
La scrittura di G. Willow Wilson insieme ai disegni di Adrian Alphona e ai colori di Ian Herring hanno prodotto davvero uno splendido volume!
Sarà interessante e intrigante - e sospetto anche molto divertente - vedere come un personaggio come Ms. Marvel / Kamala Khan potrà interagire con supereroi più vecchi di lei e certo molto, molto più scafati: in effetti tutto ciò stiamo proprio per vederlo, visto che ora la giovane fa parte dei Nuovissimi Avengers, mentre le sue avventure, ricominciate col numero 1, sono contenute in Gli Incredibili Avengers (posseggo entrambi questi primi albi, ma... sono un po' indietro con la lettura, ecco...). Staremo a vedere.
Infine: per una volta mi trovo completamente daccordo con uno strillo pubblicitario: Ms. Marvel potrebbe veramente essere "il fumetto di supereroi (anche) per chi non ama i supereroi".
Io ve lo consiglio spassionatamente. Buona lettura.
Orlando Furioso (Maggio 2016)
Note:
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[1] La mia "decisione" era maturata dopo che avevo saputo che una delle nuove testate post-Secret Wars si sarebbe chiamata "il fichissimo Hulk" (The totally awesome Hulk, in originale) e questa notizia, che non mi è piaciuta per niente, mi ha fatto magicamente capire che "la Marvel non era più adatta a me"...Credo che prenderò anche il fichissimo Hulk (di Greg Pak e Frank Cho) così, tanto per provare...
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[2] Se non sapete cos'è Secret Wars: QUI (occhio: spoiler come grandinasse!)
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[3] ...ossia esse sono la fonte della più grande e greve infelicità per gli esseri umani che abitano su questa palla di fango.
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[3] ...ossia esse sono la fonte della più grande e greve infelicità per gli esseri umani che abitano su questa palla di fango.
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