Posted: 13 Jul 2014 06:01 AM PDT
di J.M. Burns, disegni
e L.A.J. Lilley, testi
volume di piccolo formato,
brossurato, 128 pag., b/n
edizione italiana: 1976
Lire 500
Milano Libri – collana I Gialli a Fumetti, n. 2
.
Trovato in una delle molte bancarelle dell’usato presenti a Torino, ho sborsato volentieri i 5 euro richiestimi per questo fascinoso volumetto “antico”. Poi, cercando informazioni in rete sugli autori di questa serie, ho scoperto che l’avrei trovato praticamente ovunque (da ebay ad Alessandro Distribuzioni) a un terzo del prezzo cui l’ho pagato… E vabbè: sosteniamo i piccoli gestori di bancarelle dell’usato, amen.
Ho preso questo volumetto per i seguenti motivi: 1. perché completamente affascinato dalla (brutta) copertina dell’uomo con la maschera da teschio, che mi ha – neanche da dirlo – ricordato il mio amatissimo Kriminal; 2. perché appena aperto il volumetto sono rimasto incantato dai disegni che, non chiedetemi perché, ho subito capito essere inglesi!; 3. perché edito da Milano Libri, una storica, gloriosa e amatissima Casa editrice che ha segnato la storia del fumetto italiano (e della quale purtroppo non esiste neppure una pagina su Wikipedia!…) pubblicando dalla rivista Linus nei suoi migliori anni ai volumi di Corto Maltese, alla Valentina di Crepax al sontuoso Jeff Hawke a mille e mille altri meravigliosi libri a fumetti.
La collana I Gialli a Fumetti, che Milano Libri editò nel 1976, durò soltanto pochi numeri (tra i quali Modesty Blaise, Alack Sinner, Fu-Manchu e Cannon) che sono ancora tutti reperibili, a prezzi più che abbordabili, su ebay o in altri luoghi deputati alla compravendita di fumetti usati e d’epoca.
E’ stato molto difficile reperire qualche (scarsa) informazione sugli autori de I Segugi (The Seekers in originale), serie che fu pubblicata sul quotidiano inglese Daily Sketch dal 1966 al 1971.
Il disegnatore inglese John M. Burns,
nato nel 1935, ha cominciato la sua carriera nel 1954 ed è ancora in
attività. Ha disegnato moltissime storie a fumetti, tra cui la già
citata Modesty Blaise e la serie Zetari, pubblicata in Italia su L’Eternauta. Ha lavorato anche per le celeberrime 2000 AD, Judge Dredd Magazine e per Dan Dare.
Co-autore de I Segugi è lo scrittore Leslie Alfred Joseph Lilley (1924 – 1998) che fu attivissimo nel campo del fumetto inglese e fu anche presidente della Federation of European Cartoonists’ Organization.
Entrambi autori molti stimati nel comicdom inglese, evidentemente meno noti qui in Italia, con The Seekers creano un giallo con caratteristiche tipicamente inglesi, quali abbondanti dosi di British-humour,
personaggi poco inclini a manifestare i propri sentimenti (tipico degli
Inglesi… ma non per questo poco interessanti o dinamici, anzi il fatto
che parlino poco di se stessi stimola la curiosità durante la lettura) e
una deliziosa “leggerezza” di fondo che diverte senza inficiare
minimamente l’efficacia del giallo.
L’ambientazione
nell’Inghilterra dei favolosi anni 60, poi, contribuisce ad aumentare
il fascino delle storie, che in questo volumetto sono tre, tutte
appassionanti ed efficaci e con dei disegni bellissimi, seppure non
godibili appieno a causa del piccolo formato del volume.
Dal retrocopertina:
“I Segugi sono i tre soci dell’agenzia omonima. La direttrice è Uma Frost, abile scaltra, non più giovanissima, che […] sovrintende alle imprese dei due soci più acerbi d’età. E’ la mente, insomma. Poi ci sono gli altri due: Jacob Benedick con mire e qualità di playboy […] e Susanne Dove, scienziata in minigonna, genio della meccanica applicata e progettatrice degli innumerevoli congegni di cui si serve il terzetto. Particolare degno di nota […]: i Segugi operano quasi esclusivamente a fine di lucro.”
Essenziale e importante riassuntino, visto che la prima storia comincia in media res, senza alcuna spiegazione riguardo i personaggi e le loro motivazioni, lasciando anzi spiazzato chi legge. Ma bastano poche pagine, anzi poche vignette, per entrare prepotentemente nell’azione ed essere completamente assorbiti/e nella lettura.
Nel misterioso e riservatissimo Boneyard Club, nel quale alcuni uomini presenti (compresi i membri del complesso beat che suona per intrattenere i clienti) indossano maschere da teschio, viene ucciso un uomo di nome Tonker sotto gli occhi attoniti di Chrissy Coker. Ma oltre alla testimonianza di una sconvolta Chrissy non c’è nulla che dimostri che quell’uomo sia mai stato ucciso al Club, anzi sembra che quell’uomo non sia mai esistito! Chrissy, disperata e dubbiosa delle sue stesse facoltà mentali, si rivolge ai Segugi
affinché facciano luce sul mistero. In una sarabanda di azione, trucchi
ipertecnologici, tentati omicidi, cadaveri occultati e situazioni da
brivido – il tutto sempre ricoperto da un sottile ed efficace strato di
ottima ironia inglese – gli “agenti segugi” Jacob Benedick e Susanne Dove, coordinati con mano ferrea dall’anziana Una Frost, riusciranno a risolvere il mistero.
Come anche nelle altre due storie, punto di assoluta forza – oltre alla gradevolezza e scorrevolezza della storia scritta da Lilley – sono i bellissimi disegni di Burns
(qui riprodotti da immagini dell’edizione inglese trovate in rete e
alcuni dal volumetto in mio possesso) che sono estremamente dinamici,
precisi e realistici in ogni componente: volti, corpi, oggetti, sfondi.
Grandissima attenzione, e altro punto forte, è l’eccellente,
gradevolissimo equilibrio di bianchi e neri e la scelta delle
inquadrature: l’ottimo storytelling di Burns
rende il fumetto un vero e proprio “film a vignette”, con luci ed ombre
vivissime e quasi abbaglianti pur nel loro essere di carta!
L’alternanza tra primi e primissimi piani, con anatomie dei volti e delle altri parti del corpo inquadrate sempre perfette, espressive e molto intense, e i piani lunghi dà a I Segugi un ritmo e un’alternanza che guidano totalmente chi legge verso un’immersione totale e piacevole.
Altra piacevole scoperta, anche se poco presente in queste tre storie, è la perizia con la quale Burns disegna le auto, dai celeberrimi cab londinesi alla Porsche parcheggiata davanti all’ “Agenzia”.
Auto a parte, Burns
si trova perfettamente a suo agio sia con le ambientazioni
metropolitane, come nelle prime due storie, che con ambientazioni di
provincia e campagne nevose e gelide, come nella terza ed ultima storia.
Non rinuncia mai all’accurata descrizione dei particolari, i quali sono
sempre studiati in funzione della storia e “parlano” anch’essi seppure
non sono in primo piano.
Le altre due storie presenti nel volume sono maggiormente sbilanciate in favore dell’azione, invece che del “mistero”: nella seconda storia i Segugi sono impegnati nel recupero di Giuseppe Salvatori, immigrato italiano e neo-ricco inseritosi nell’alta società londinese, che sparisce proprio il giorno delle sue nozze con Diana, la figlia del potente e ricco sir Julius. Questa è un’avventura decisamente sopra le righe in cui vengono disinvoltamente mischiate “questioni d’onore”, la Francia, una versione distopica (e un po’ buffa) della Legione Straniera, tentati omicidi, spogliarelliste e, anche qui, una buona dose di british-humour: si sorride, non si ride. La parte da leone la giocano l’agente Jacob Benedick e lo sventurato Salvatori. Anche qui il lieto fine – e il divertimento – sono assicurati.
La terza e ultima storia è la migliore. Qui l’humour è decisamente più sottile (e meno presente) e a farla da padrone è la suspence e l’azione: la storia è più violenta e pericolosa delle due precedenti e ha una struttura maggiormente “gialla” cui fa da sfondo una brulla e squallida campagna gelata ricoperta di neve. Il detenuto Red Elibank – esecutore di una rapina da decine di migliaia di sterline – evaso dal carcere in cui scontava la pena, sua moglie, la signora Avis Elibank, disposta a tutto pur di ritrovarlo, i Segugi, qui con una Susanne scatenata e particolarmente sensuale, immersi nella neve fino al collo con l’ex banda di Red sempre pericolosamente alle calcagna… Una storia che si beve d’un fiato, contenente una notevole dose di thrilling e che per certe atmosfere e certi paesaggi mi ha davvero ricordato certe trame del mio adorato Kriminal. Disegni, ancora una volta, semplicemente superbi!
Data la facile reperibilità del volumetto, ne consiglio senz’altro la lettura a chiunque voglia farsi affascinare da storie gialle in puro British-style, divertenti, ironiche, piene d’azione e disegnate con un tratto curatissimo che, nonostante la riduzione e il rimontaggio delle vignette, risulta splendido da vedere
Orlando Furioso (Luglio 2014)
Tavola originale di John M. Burns da The Seeker
John M. Burns
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